CAPITOLO 15 - Sbagliata

195 13 0
                                    

6 gennaio 1972

Alisia

Vivi nel tuo mondo e non ti curi più di me.

Alisia si svegliò di soprassalto. Il suono del suo respiro affannato accompagnò il leggero russare di Leandra, mentre gli occhi cercavano di abituarsi all'oscurità della notte.

Avvertendo un'improvvisa sensazione di freddo, Alisia si strinse nelle coperte, rannicchiandosi pochi secondi dopo in posizione fetale.

Aveva fatto un incubo? Non ricordava - ultimamente i sogni si erano fatti talmente ingarbugliati che una volta aperti gli occhi non rammentava che frasi sporadiche, cenni fumosi. Persino quella frase, sentita pochi giorni addietro, risultava fortemente fuori contesto, collocata lì per inquietarla e ricordarle che persona orribile fosse.

Dimenticare al risveglio poteva essere sia un bene che un male, ma capire cosa non andasse dentro di lei sarebbe stato cento volte meglio che affrontare l'ignoto nella sua mente.

Un leggero movimento nell'oscurità destò l'attenzione di Alisia. Emise un sospiro di sollievo quando si rese conto che era Lucretia: la gatta era saltata sul letto per starle vicino. La micetta infatti si rannicchiò nello spazio vuoto tra le sue gambe e le sue braccia, spingendo dolcemente la schiena contro il suo ventre. Quel semplice gesto avrebbe dovuto far sentire Alisia meno sola, eppure al contempo riuscì a istillarle una gran voglia di piangere.

Il profondo disagio che se la mangiava dall'interno non era dovuto solo al litigio con Andrea. Era da mesi - da quando le sue due vite si erano riunite - che un sentimento di vuoto crescente si era manifestato arrivando a provocarle continui mal di testa.

Non ne era certa, ma aveva la sensazione che Alice faticasse ad accettare se stessa, lì da qualche parte dentro di lei. Come se, anziché provare amore per ciò che era, provasse odio - disgusto, persino.

Una lacrima le scese lungo la guancia e Alisia l'asciugò con il polso, nervosa. Detestava sentirsi così male - a causa di Andrea, a causa di Alice, a causa di quella stupida guerra in arrivo. Detestava stare male perché, quando si sentiva così, pensava che c'erano persone che soffrivano molto più di lei, e allora una vocina le suggeriva che si stava comportando da egoista.

Guarda Remus, le disse Alice in quell'istante, pensi che la tua sofferenza sia minimamente paragonabile alla sua?

Ovvio che no, fu la risposta. E questo, più di ogni altra cosa, le spezzò il cuore.


7 gennaio 1972


Dorcas adorava la magia come poche cose al mondo e Alisia apprezzava questo suo amore sincero, poiché riusciva a trasmetterlo a chiunque la osservasse. Avrebbe voluto provare un sentimento così, ma il solo desiderare di provarci non bastava. Non in una situazione del genere.

No, non riusciva a concentrarsi.

La bacchetta emise uno sbuffo di fumo grigio e Alisia imprecò.

«Se vuoi possiamo tentare domani» propose Dorcas, esitante.

Era seduta sopra un cuscino, nell'angolo più lontano della stanza, le gambe incrociate, la bacchetta abbandonata davanti a sé. «Hai la testa altrove.»

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora