CAPITOLO 45 - Libro aperto

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26 dicembre 1974

Notte

Sirius

L'arrangiamento delle stanze alla residenza dei Potter non aveva favorito le intenzioni di Sirius. Difatti, lui e Regulus erano stati invitati a condividere la stessa camera, lasciando invece Remus con James, di modo che fossero equamente spartiti.

Ciò aveva comportato un numero non indifferente di problemi.

James aveva infatti deciso di monopolizzare qualsiasi conversazione parlando di Quidditch, ragazze, scherzi e Lily Evans, non lasciando a Sirius alcun modo per prendere Remus da parte e farci due chiacchiere, malgrado Regulus – intuita la questione – si fosse intestardito a comportarsi come il Serpeverde che fortunatamente era, bocciando qualsiasi proposta fatta dal giovane Potter.

Sirius aveva persino tentato di spiegare al migliore amico le proprie intenzioni, ma farlo da soli era risultato altrettanto impossibile: Remus era sempre con loro e James era talmente preso dalle proprie fisse da non lasciargli il tempo di mettere insieme una spiegazione.

Ecco, per la prima volta in due vite, Sirius aveva desiderato affatturare il migliore amico.

Era a un passo dall'avere una crisi isterica, e quella sera lo manifestò facendo saltare in aria il baule di James, giusto per il puro gusto di creare il caos.

«Senti, se hai le mestruazioni sei pregato di andare altrove!» esclamò James, lanciandogli addosso i vestiti sparsi sul pavimento, furibondo. «Un centauro dovrebbe prenderti a calci, Pads!»

Remus, che sedeva sul suo letto con la fronte corrugata, osservò con mesta accettazione il delirio in cui era stato suo malgrado coinvolto, mentre Regulus si coprì la faccia con una mano, esasperato. Quest'ultimo non parve aver fatto caso al nomignolo utilizzato da James, sebbene in quei giorni l'avesse udito spesso. Era assai probabile non gliene importasse nulla.

Sirius sbuffò. «Amico, parla ancora di ragazze, Evans e Quidditch, e le tue mutande verranno mostrate a tutta la scuola quando torneremo!»

«Ti sfido a provarci» ribatté James, lanciandogli addosso il Boccino d'Oro rubato. Sirius lo schivò e lasciò che si alzasse in aria, partendo dritto verso la finestra.

James schizzò a recuperarlo, ma fu troppo lento: la sfera balzò tra le imposte aperte e svanì nella notte, lasciando un vuoto che venne colmato da un altro sbuffo di Sirius.

«Bene, direi che me ne torno in camera» annunciò Regulus, seccato. «Voi ammazzatevi pure.»

Sparì proprio quando James ululò una parolaccia tanto grossa che, sfortuna volle, venne udita da sua madre, che stava passando proprio in quel momento davanti alla stanza.

«James Potter! Ripeti ancora una parola del genere e ti leverò la paghetta!» minacciò Euphemia, scioccata. Guardò la camera con espressione costernata. «E vedi di rimettere in ordine! Non ti ho insegnato a essere così disordinato!»

«Non sono stato io!»

«Niente bugie, Jamie!»

«Ma–»

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora