CAPITOLO 9 - Un modo molto Babbano

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3 dicembre 1971

Alisia

Alisia si svegliò quando i primi raggi del sole attraversarono le tende e le colpirono gli occhi.

L’infermeria era silenziosa e un debole profumo di papavero permeava l’aria, donando al luogo un’atmosfera pacata ed estemporanea.

Mosse un poco le mani, sentendole intorpidite, e abbassò le palpebre stanche. Da quel poco che ricordava, la sera precedente Dorcas e Severus l’avevano lasciata alle cure di Madama Pomfrey, che l’aveva invitata a sdraiarsi immediatamente. Dopo alcuni incantesimi e una sottospecie di pomata, l’infermiera le aveva fatto bere una pozione che l’avrebbe aiutata nelle ore a seguire a rimarginare la ferita alla testa, prevenendo eventuali infezioni. Poi le aveva imposto di restare lì, così da conseguire la guarigione in un luogo privo di stress.

Se Alisia pensava a quanto successo, i ricordi divenivano confusi, ma era certa che molti altri studenti fossero stati medicati e poi spediti nei rispettivi dormitori.

Intontita, la giovane Prewett sollevò le palpebre e provò a mettersi a sedere, ma una nausea inaspettata la convinse che forse era meglio starsene buona a letto. Diede un’occhiata all’orologio appeso all’entrata dell’infermeria e si rese conto che erano passate le nove.

Addio colazione, pensò.

La notte precedente era stata un inferno, nel vero senso della parola. Aveva faticato ad addormentarsi, le urla di Alexandra Flitt a scuoterla al punto da spingerla a spalancare gli occhi nel buio; e anche così si era ritrovata a udire altre voci, più basse ma non per questo confortanti.

Una di queste era di Alice, una Alice pacata che le diceva quanto schifo avesse fatto quella cena e quanto inutile fosse Malfoy come Prefetto.

Non molto simpatica, il che le aveva suggerito che un po’ del suo io Serpeverde provenisse proprio dalla giovane. Poi aveva fatto capolino un ricordo, breve ma intenso, di un cielo vasto e pieno di stelle, dove la costellazione del Capricorno si mostrava in tutta la sua bellezza.

Alice amava le stelle.

Il rumore di una porta che si apriva e di alcuni passi l’avvertirono dell’arrivo di qualcuno, riportandola alla realtà.

«Signorina Prewett, vedo che sei sveglia!» Il faccione del professor Slughorn sbucò da dietro la tenda che la nascondeva; mostrava un misto di preoccupazione e sollievo che la sorprese. L’insegnante di Pozioni si piazzò ai piedi del suo letto, le guance arrossate e gli occhi che sprizzavano tensione. «Sono davvero dispiaciuto per l’increscioso incidente di ieri sera.»

Meravigliata, Alisia scosse il capo. «Non si preoccupi, professore. Alla fine, non mi sono fatta niente.»

«Oh, Prewett, avrei comunque voluto che non finisse così! Ad ogni modo, ho provveduto personalmente a esentarti da tutte le lezioni di oggi. Ho inoltre scoperto che la signorina Flitt era sotto l’effetto del Distillato Sviante. Una dose eccessiva nel suo succo di zucca e… beh, credo ti sia fatta un’idea ieri sera» concluse Slughorn, rammaricato.

Quindi non aveva dato i numeri a caso, era stata drogata. L’informazione non la sorprese, semmai la incuriosì.

«Avete scoperto chi è stato a correggerle il succo con quella pozione?» domandò Alisia, le parole che le uscivano impastate dalla bocca; aveva bisogno di un bicchiere d’acqua.

Slughorn prese un fazzoletto da una delle tasche degli enormi pantaloni che indossava e si tamponò la fronte, incerto. Brutto segnale. «No, purtroppo no. Posso solo ammettere di averne preparato un intero calderone la settimana scorsa, poiché insegno questa pozione al quinto anno, per i G.U.F.O.»

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora