CAPITOLO 77 - Inverno (Sirius & Regulus) 🔴

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30 dicembre 1977

Sirius

C'era molto a cui doveva abituarsi. Avendo sempre temuto le gabbie, aveva preferito una vita di solitudine, in cui essere schivo con chiunque potesse fargli del male, come avevano fatto i suoi genitori - come aveva fatto Regulus, seppur plagiato fin dall'innocenza - e come temeva avrebbero fatto altri, se glielo avesse lasciato fare. Quindi l'amore era stato legato all'amicizia, poiché sicura, forte, difficile da avvelenare: James Potter era sempre stato il suo più grande rappresentante; almeno finché Peter Pettigrew non aveva reso quel miscuglio amaro come il fiele.

Sirius guardò l'orologio, poi l'accogliente salotto dei Potter - parquet scuri, tende bianche e ambrate alle finestre, poltrone e divano color crema, piante in vaso che abbellivano gli angoli, un voluminoso ed elegante camino nella cui bocca divampavano fiamme vermiglie - e infine tornò a scrutare Regulus, che stava giocando a scacchi con Fleamont da quando avevano finito di cenare.

«Oh, ragazzo mio, sei fin troppo bravo» brontolò l'anziano, tirandosi indietro e portando una mano al panciotto, mentre l'altra era impegnata a sorreggere la pipa. «Entro quante mosse perderò?»

Piegando verso l'alto un angolo delle labbra, Regulus rispose: «Tre o quattro mosse.»

«Merlino, sei un ragazzo intelligente!»

Euphemia, che stava leggendo un libro sulla poltrona più vicina al camino, commentò: «Tesoro, l'hai capito dopo aver perso tre volte?»

«Oh, potrebbe non sembrare, ma ho un orgoglio, io!» esclamò Fleamont, facendo ridere Regulus. Sirius si sporse accanto al fratello per osservare la scacchiera e notò che non erano rimasti che pochi pedoni al signor Potter; dei restanti era stata fatta piazza pulita in poco meno di dieci minuti. Non poteva dirsi che gli incontri, ormai sporadici, al club degli Scacchi Magici non avessero reso Regulus un giocatore di tutto rispetto.

«Piuttosto, il nostro Jamie si è per caso perso in cucina?» domandò Fleamont, adocchiando la porta della suddetta, le folte sopracciglia bianche sollevate e l'espressione perplessa.

«Credo non abbia ancora finito coi piatti» rispose Sirius, divertito, percependo nell'aria l'odore pungente del tabacco e quello più dolce delle mandorle. «O magari sta pomiciando con Lily...»

Regulus si batté una mano sulla fronte, rivelando la sua esasperazione per l'assoluta mancanza di tatto di Sirius, mentre Fleamont per poco con si cavò un occhio con la pipa. «Fratello, sei davvero inopportuno, lo sai?» sbuffò Regulus, fissandolo.

Sirius emise un verso indifferente e Euphemia rise di cuore nel girare la pagina del suo libro. «Sono lì dentro da quindici minuti e hanno delle bacchette. Bacchette che possono fare qualunque cosa...»

«E tu hai un cervello, ma non lo vedo in funzione» replicò Regulus, indicandoglielo. «Forse hai usato la tua bacchetta per menomarlo. Questo spiegherebbe molte cose.»

Sirius valutò se mandarlo a quel paese o far valere il discorso sul rispetto che si doveva agli adulti, ma venne interrotto dalla porta della cucina che si apriva, mostrando James e Lily, mano nella mano, che parlavano con entusiasmo e non avevano che occhi l'uno per l'altra.

Quella giornata si era rivelata divertente. Quando James aveva presentato Lily ai suoi genitori, questi si erano prima commossi, dopodiché avevano cominciato a stuzzicare il figlio bonariamente, per poi riempire di attenzioni la futura nuora, che si era dimostrata allegra, sagace e alla mano.

Sirius sapeva che Lily avrebbe conquistato i Potter, e non tanto perché aveva già vissuto quella scena, ma perché chiunque - al conoscerla bene - ne sarebbe rimasto colpito. Aveva la stessa aura di suo figlio, era piena di una bontà che in pochi potevano vantare.

Looking too closely [Libro I - The Lovers]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora