[1] Le cassette

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Da quando Hannah era morta, aveva lasciato un vuoto enorme nella vita di tutte le persone di quella città e soprattutto dei ragazzi della scuola. Anche nella mia vita

Pochi giorni dopo la sua morte, ricevetti un pacco con all'interno otto cassette. Sette di loro contenevano la voce di Hannah che spiegava i motivi per cui lei si era tolta la vita, più che motivi, eravamo noi persone ad avere la colpa, secondo lei.

La mia cassetta era la numero due, collegata a quella di Justin prima e a quella di Jessica e Alex dopo. Tutto aveva un senso, aveva raccontato la sua verità, che non era esattamente e la via verità, però.

Mi misi d'accordo con Justin, ascoltai le cassette con lui, essendo i primi due a doverle avere, lui le aveva già sentite da solo. Dopo le passammo a Jessica, avrebbero fatto il giro, se no Tony ci avrebbe minacciato come già aveva fatto. Avevo paura, però, mio fratello gemello le avrebbe ricevute e Clay non era come me.

"Ella, novità?" disse Justin avvicinandosi a me e parlando sottovoce.

"Assolutamente no, non ha ricevuto nulla. Ho chiesto ben cinque volte se è arrivato un pacco a casa, ho dovuto comprare la prima cazzata su internet per far finta di interessarmi" dissi mostrando a Justin il mio nuovo zaino che avevo comprato per controllare la posta.

"Merda, ti dirà qualcosa?" domandò lui e alzai le spalle, io e Clay a malapena parlavamo.

"So capire bene quando mente, non siamo i classici gemelli, ma lo capisco" dissi entrando a scuola, incrociai lo sguardo di altre persone nelle cassette che sapevano della storia, tutti tolto Bryce e il signor Porter.

"Ancora nulla?" domandò Jessica, una delle mie più care amiche.

"No, nulla. Controllo quella testa di cazzo più del solito" dissi chiudendo l'armadietto e osservando Clay, non aveva nulla in mano e sembrava il solito strano.

"Sembra strano".

"È sempre strano, tranquilla" dissi mettendomi una gomma da masticare in bocca, da quando Hannah era morta erano cambiate le mie abitudini, dalle cassette.

Ero umana, mi sentivo un po' in colpa, nonostante avesse usato un motivo stupido. Così per gestire l'ansia avevo iniziato a fumare di nascosto, se mai mia madre l'avesse scoperto, mi avrebbe ucciso con le sue mani. Non si doveva sentire l'odore e le gomme mi calmavano, di principio.

Andai alla mia prima lezione, trovavo assurdo come dalla morte di Hannah tutti parlassero del suicidio. Cavolo, prima non importava a nessuno? Come il guidare da ubriachi? In questa scuola si muovevano sempre dopo che il danno era successo, non capivo il motivo, rimasi a guardare una mia vecchia foto con Hannah. Non eravamo più amiche e ci odiavamo, ma le avevo voluto un grande bene.

"Ci sono tanti modi per chiedere aiuto, se siete in difficoltà o se lo è un amico, chiaro?. Trovate le informazioni necessarie nella bacheca fuori dal mio ufficio. O in quella fuori dalla segreteria" alzai lo sguardo dal mio cellulare per posarlo su Clay, cosa aveva da guardare?.

"Possiamo smetterla su questa storia?" mi voltai verso il ragazzo che stava parlando e incrociai Courtney, noi non vedevamo l'ora che finisse.

"È passata più di una settimana. Non dovremo guardare avanti?" disse lui scatenando delle opinioni contrastanti, ma io non dissi nulla.

"Ragazzi, scusate" disse la professoressa.

"So che è una tragedia, ma dovete proprio ricordarcelo continuamente? È deprimente" continuò lui, tutti i torti non li aveva, erano due settimane che parlavo solo di Hannah.

"Potrebbe ricapitare. Ecco perché è importante capire subito quando a un amico serve una mano. Tipo si sta allontanando da tutti? È diventato in qualche modo diverso?" alzai gli occhi al cielo prima di vedere mio fratello perso nel suo mondo e la prof che lo stava chiamando.

LA LUCE NEL BUIO; Zach Dempsey Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora