Vidi Zach abbracciare Clay quando arrivarono anche gli altri ragazzi, soffriva come e lo sapevo benissimo. Justin era stato il nostro migliore amico, per me ormai era come un fratello praticamente.
Zach non si staccava più da Clay, era quasi una scena mai vista, sapevo che si volessero bene, ma non erano così legati.
"Vuoi vederlo? È sveglio, ti lascio andare con Ella" gli disse Clay, io presi Zach e andammo insieme da Justin, a volte gli toglievano il tubo per parlare.
"Ciao ragazzi" disse lui, glielo avevano detto, sarebbe morto, ma non sembrava avere paura.
"Justin... Scusa se non sono venuto prima, ma non ce la facevo" disse Zach sedendosi vicino a lui, io rimasi poco dietro di lui e li vidi parlare delle solite cose.
"Zach, mi prometti una cosa?".
"Si".
"Prenditi cura di Ella, sempre" gli disse lui, Zach annuì e mi prese la mano, non riuscivo a dire nulla.
Nei giorni successivi peggiorò, non riusciva a parlare, così mandai Jessica da lui, Justin ci comunicava scrivendoci con un pennarello sul foglio. Jessica andò ed io rimasi seduta compilando il mio foglio sul quaderno, avevo anche la colpa della morte di Justin.
Erano successe troppe cose, non riuscivo ad andare a scuola e avevo parlato con lo psicologo e il preside, mi avevano detto che andava bene, bastava fare i test finali. Avrebbero contato quello passato ed ero stata anche brava a non ricadere nel bere, non avrei mai più bevuto, l'avevamo deciso con Zach.
"Sono andato da Monet" disse Clay portando due caffè a me e papà.
"Grazie" dissi io prendendolo e guardai Justin.
"Ella, puoi andare a casa dopo...".
"No, rimango qua" non uscivo da quell'ospedale da settimane, quando Justin sarebbe morto, dovevo esserci.
"Dovrebbe essere più facile, ma diventa sempre più dura" disse Clay, molto più dura.
"Da un lato, spero che possa andare via per sempre in poco tempo, perché non deve soffrire... Dall'altro, che lui torni a vivere con noi; anche se non può" dissi io, mio padre mi guardò, sapevano che fossi in un brutto periodo.
"Quando è morto mio nonno avevo 14 anni. Per me era la prima volta, voi, invece, avere già perso tante persone... Voi ragazzi, state vivendo un'ingiustizia" disse mio padre.
"Scusa per lo spavento alla centrale" disse Clay, mi avevano raccontato.
"Clay... È dal giorno in cui siete venuti al mondo e vi ho tenuto insieme in braccio, che io mi spavento per voi" disse facendoci sorridere.
"Ce la faremo" disse mio padre, io, però, non credevo di farcela questa volta.
"Il liceo fa schifo, ma si sopravvive, ne sono la prova vivente. Ma so che avete vissuto anche qualche gioia, lo spero" io annuii, Zach con gli altri.
"La scuola mi ha dato Justin, ora me lo toglie" dissi io guardandolo.
"Ti ha dato anche altro, però..." annuii.
"Tipo, ti ha dato Zach" mi disse e sorrisi. Zach veniva ogni giorno all'ospedale, eravamo tornati in noi.
"Allenerà le matricole l'anno prossimo, il coach glielo ha offerto e lui non sa ancora cosa vuole fare e per un anno farà quello" dissi io a mio padre.
"È una bella cosa, ma non farlo infilare sempre nel tuo campus quando verrà" sorrisi.
"Va bene, non vuoi diventare ancora nonno" dissi facendolo ridere e mi accarezzò i capelli, sembrava da fuori che fossi la solita Ella un po' più spenta, ma ero proprio spenta.
La dottoressa ci chiamò a tutti noi quattro qualche giorno dopo, Jessica rimase dentro con Justin che dormiva attaccato alla macchina ed io ero con Clay, mamma e papà a sentire.
"L'infrazione cerebrale avanza molto velocemente. Credo che sai arrivato il momento di staccare Justin dal ventilatore, almeno per qualche ora, così potrà parlare con voi".
Qualche ora. Gli restava qualche ora. La cosa più brutta che potessi sentire, non mi aiutava affatto.
"Vuole dire..." disse Clay e vidi mia madre quasi piangere, io rimasi ferma mentre la dottoressa continuava a parlare.
"Scusate..." dissi uscendo e andando in bagno a vomitare, non ce la facevo più, per davvero.
Avvertimmo tutti quanti e il mattino seguente vennero tutti, a turno lo salutarono ed io uscii solo quando entrò Jessica.
"Ella! Dai, non piangere" mi disse lui quando eravamo soli e mi avvicinai.
"Se vuoi ridere ti faccio ridere" gli dissi e lui annuì prendendomi la mano.
"Vediamo... Ti sei perso Alex che ha messo quasi dieci dollari al distributore per poi leggere guasto, non hai idea" lui scoppiò a ridere tenendomi la mano.
"Non mi lasciare".
"Mai, sarò sempre con te" mi disse, morì la sera stessa per mano a me e Clay con anche mia madre e mio padre nella stanza.
Spazio autrice:
Dico solo le lacrime, le lacrime. Solo questo.
Ella non sarà più la stessa, ci sarà un pezzo in più rispetto alla serie💔.
Come sempre, fatemi sapere cosa ne pensate🫶🏻.
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LA LUCE NEL BUIO; Zach Dempsey
FanfictionAlla Liberty High School, Ella Jensen non aveva mai avuto fin troppi problemi per stare vivendo un'adolescenza normale. Amicizia, amore, litigi, incomprensione, le solite emozioni di qualsiasi adolescente, Ella le provava a pieno durante il suo peri...