[36] Ho capito tutto

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"Ella!" mi svegliai sussultando prima di vedere davanti a me la sagoma di Zach, cosa ci faceva a casa mia e in camera mia, con mio padre di sotto tra l'altro.

"Merda, Zach...".

"Leggi" lessi i messaggi inviati da Alex a Zach.

"Qualcuno mi ha dato una pallottola. Qualcuno mi ha dato una pistola. Ho capito tutto" mi pietrificai per tre secondi, poi mi alzai di corsa e andai a prendere i primi vestiti che avevo sotto mano.

Mi misi i jeans e Zach mi tirò la sua felpa rossa da mettere sopra il pigiama, corremmo al piano di sotto.

"Dove andate?" urlò mio padre.

"Siamo in ritardo, ti scrivo" dissi a mio padre e salii in auto di Zach che partì velocemente.

"Perché sei venuto prima da me?".

"Perché sei di strada e tieni a Alex quanto me" disse Zach, era vero, io e Alex c'eravamo un sacco riavvicinati nell'ultimo periodo.

"Signora Stendall, c'è Alex?" domandammo, lei annuì e salimmo al piano di sopra con lei che bussò alla camera.

"Alex?" nessuna risposta, mi sembrava di vivere un incubo.

"Alex?" dissi con Zach, quando lui aprì la porta, stava dormendo.

"Sono sveglio" sospirai, uno spavento inutile, ma doveva ancora spiegare.

"Ciao, come va?".

"Come va, non hai sentito bussare?" domandò Zach.

"Mi devi dieci anni di vita Stendall" dissi io con ancora il fiatone per quello successo da quando mi ero svegliata.

"Non lo so, stavo dormendo".

"Alexander Dean Stendall. Questo cos'è?" chiese sua mamma prendendo un pacchetto di caramelle dalla scrivania.

"Sia quanto sono dannose per la salute queste cose?" chiese sua madre.

"Sono dannose solo per il tuo palato mamma".

"Ora farai una colazione salutare. Siete i benvenuti, se volete" disse sua madre.

"Si, grazie, non l'ho fatta colazione" dissi guardando Alex, non ci capivo più nulla. Lei uscì dalla stanza.

"Cos'è questa emergenza? Perché lei sembra uscita dal letto?".

"Perché sono sveglia da dieci minuti, a malapena mi sono vestita. Sono in reggiseno sotto la felpa, fai te" dissi io quasi urlando.

"Tutto perché io ho trovato questi svegliandomi. Mezzanotte e dodici, mi hanno dato un proiettile. Mezzanotte e tredici, anche una pistola. Mezzanotte e trentasette, adesso ho capito tutto. Cazzo, ma non è possibile mandare messaggi così e poi mettersi a dormire" disse Zach, potevo immaginare il suo enorme spavento.

"Non potevo spiegare di più perché avevo i pollici affaticati" disse lui.

"L'ultima volta che non rispondevi ai nostri messaggi tu..." dissi io sedendomi sul letto con le mani sulla faccia.

"Lo so" disse lui e Zach si sedette sulla sedia della scrivania.

"Allora, che cosa succede?".

"So chi ci sta prendendo in giro" disse lui e noi due lo guardammo, era serio.

"Però non so dove sia" aggiunse lui.

"Merda! Devo andare in tribunale" dissi guardando l'ora, li salutai velocemente restando con il fiato sospeso e poi andai in tribunale.

Era stata una lunga giornata e soprattutto, il processo era stato molto assurdo per Justin e mi dispiaceva un sacco. Sospirai, era stato un grosso casino, quando uscii con Justin, Clay e Tony c'erano anche Zach e Alex.

LA LUCE NEL BUIO; Zach Dempsey Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora