[4] Porter vuole parlare

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"Ella! Come per tuo fratello, la colazione è pronta" rimasi abbastanza stupita nel sentire mia madre chiamarmi per la colazione mentre stavo finendo di preparami in bagno.

"Cosa?" domandai aprendo di poco la porta per osservarla, avevo indosso solo l'asciugamano.

"Stamattina facciamo colazione insieme, se ti vesti" disse lei osservandomi.

"Forse tuo figlio vedrebbe una donna nuda almeno" commentai notando subito la sua espressione, sapevo che avesse un debole per Clay rispetto che per me.

"Dai, preparati e scendi" io annuii chiudendo la porta e finendo di vestirmi quando entrò Clay.

"Gesù! Se ero nuda?".

"Ti ho visto nuda".

"Non conta che fino a dieci anni mamma ci faceva la doccia insieme per risparmiare acqua, non abbiamo più dieci anni. Muoviti, mamma se no chiama la polizia se non sei giù perché crede che tu sia morto" affermai mettendomi la maglia e chiudendo la porta, era alla cassetta di Jessica, si stava portando dietro il walkman.

"Le uova sono quasi pronte" mi disse mia madre mentre entravo in cucina e mi sedevo al mio solito posto, quando arrivò anche mio fratello.

"Volete del latte?" domandò mia madre.

"No" dissi io semplicemente vedendo Clay sedersi vicino a me.

"Non bevi mai caffè".

"Non faccio neanche colazione, quindi" aggiunse Clay, su una cosa eravamo d'accordo, era strano il loro comportamento.

"Era due settimane fa l'ultima volta che abbiamo cenato insieme come una vera famiglia, ma voglio accettare la realtà, perciò, ho cercato di proporvi, la prima colazione tutti insieme" disse lei mettendo le uova nel mio patto.

"Basta che ognuno di noi si alzi un pochino prima" aggiunse.

"Tu quando ti sei svegliata? Ieri?" domandò Clay.

"Tu tre minuti fa, ti sei almeno fatto la doccia?" domandai io, eravamo ancora sul piede di guerra dopo quello successo.

"Bisogna partire bene, dai su. Com'è andata la ricerca con Tony ieri sera?" domandò mia madre.

"Si, Clay, com'è andata?" chiesi io sorridendo.

"Bene".

"Perché tu non la fai?" domandò mia madre.

"Io l'ho già consegnata con Justin, quando ci hai visti insieme. Sicuramente meglio di quella di Clay" dissi alzando un sopracciglio, lui non mi avrebbe lasciato stare? Neanche io. Lui non mi rispose prendendo un flacone di pillole che prendeva anni prima.

"È un periodo duro per te, lo sappiamo" affermò mia madre.

Era abbastanza comica come scena, io non stavo molto meglio rispetto a Clay, ma, come sempre, importava solo di Clay in quella casa fin da bambini. Aveva avuto più problemi di me alla nascita dopo il parto, mia madre gli era sempre stato più vicino, io me la sapevo cavare da sola, per questo non capivo perché adesso stesse anche a me con il fiato sul collo.

"Non prendo questa roba da due anni".

"Il dottore ha detto, se vuoi puoi prenderle".

"Ma non voglio, immagino che siano anche scadute" commentò lui.

"Le ho appena prese".

"Tu non conosci tua madre?" domandai osservandolo, Clay mi guardò prima di alzarsi dicendo che volesse arrivare presto.

"Non scordare il pranzo" lui andò via ed io mangiai.

"Forse si poteva affrontare l'argomento per gradi" suggerì mio padre.

LA LUCE NEL BUIO; Zach Dempsey Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora