[30] Non sono una puttana

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"Clay! Voglio venire a vederti al processo, ci tengo" dissi entrando in camera sua, fortunatamente non era nudo e Justin neanche c'era.

"Ella... Sono venuto, perché sapevo che fossi in una situazione tremenda. Fra Zach e tutto, io voglio andare solo... Lo preferisco" mi disse lui, io annuii e lo strinsi d'istinto, non volevo lasciarlo.

"Verrò in tempo a scuola per la tua presentazione con la squadra di baseball...".

"Lo faccio solo per Zach, praticamente" dissi io e Clay annuì, aveva perso un po' di credibilità secondo lui, ma stavamo legando di nuovo.

Andai al piano inferiore, c'era già sia Justin sia i miei genitori a fare colazione. Lo salutai e mi sedetti a fare colazione insieme a loro, ero contenta che Justin fosse tornato a stare bene.

"Fra te e Zach va bene".

"Abbiamo chiarito, Zach è un buono a tutti gli effetti" dissi a lui, nonostante Justin lo conoscesse in modo diverso da me.

"Che strano effetto" disse Clay.

"Dovresti assaggiare i pancake. Sono spettacolari" disse Justin mangiando, ero contento che si stesse trovando bene, Justin non aveva mai avuto una famiglia praticamente.

"Ti prendo un piatto".

"Clay, dopo ieri e quello successo con tua sorella un po' troppo schietta, ti accompagnerà tuo padre in tribunale".

"Che cosa ti hanno chiesto di noi due?" mi domandò Justin.

"Fra poco pure la posizione" dissi io mandando giù il pancake.

"Ella, evita di ricordarmi di voi due, grazie" disse mia madre e annuii, ma non doveva preoccuparsi, io e Justin eravamo sempre stati solo amici.

"Ce la posso fare" disse Clay prendendo i pancake di Justin.

"Qui c'è il nostro nuovo Clay, quindi..." se ne andò e scoppiai a ridere.

"C'è qualcuno geloso perché non é più il figlio preferito di mamma" dissi io osservando mia madre.

"Non ho nessun figlio preferito" disse lei.

"Si, certo" risposi io facendole l'occhiolino, non mi offendevo, ma lo sapevo che preferissero Clay.

Andai a scuola con Zach, quasi tutti avevano sentito di noi due, ma non mi interessava. Avevamo quasi chiarito, lui, inoltre, era sempre premuroso verso di me e si sentiva ancora un sacco in colpa.

"Non devi prendermi per forza la colazione ogni mattina" gli dissi e lui alzò le spalle.

"No, devo farmi perdonare. Sta sera abbiamo il compleanno di Alex, lo striscione lo dobbiamo appendere" mi disse Zach.

"Dopo che io ho passato due settimane a farlo" dissi e lui sorrise, mi strinse verso di sé sorridendo e baciandomi sulla testa.

"Si, merito tuo".

"Che uomo succube, guarda come ti controllo" dissi osservandolo appendere il cartellone per Alex nel corridoio della scuola e scrissi a Jessica di portarlo da noi.

"Direi che devo farmi perdonare" mi disse baciandomi velocemente e sorrisi, l'avevo già perdonato, ma conoscevo Zach.

"Perché voi due sorridete come due deficienti?" ci chiese Alex vedendoci fermi ad aspettarlo e sorridendo come due idioti, non si aspettava la sorpresa.

"Un uccellino ci ha detto che è un giorno importante" dissi io.

"Scusa, per caso è il tuo compleanno?" chiese Zach e Alex rimase a bocca aperta, non se lo aspettava.

LA LUCE NEL BUIO; Zach Dempsey Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora