Tutto ebbe inizio in una giornata d'inverno come tutte le altre, era un giorno freddo e cupo, il cielo era pieno di nuvoloni che minacciavano pioggia, quell'atmosfera mi trasmetteva malinconia e angoscia, così tanto da farmi persino passare la voglia di uscire con gli amici, quei pochi che mi erano rimasti. Seduta come al solito sulla vecchia poltrona di mio padre davanti al dolce calore del focolare, il mio passatempo in giorni come quelli era guardare dalla finestra i piccoli fiocchi di neve che cadevano delicati dal cielo come piume e si posavano sul manto bianco di neve già caduta in precedenza. Amavo l'inverno nonostante la tristezza che mi trasmetteva, ma forse non era la stagione stessa a rendermi triste, ma il come trascorrevo le mie giornate.
Il mio nome, Nancy War, età sedici anni, come tutti i ragazzi della mia età frequento ancora il liceo, mentre quando sono a casa invece mi tocca subire mio padre con i suoi folli “esperimenti”. Vivo da sola con lui da quando ero solo una neonata, non ho mai conosciuto mia madre e se l'ho conosciuta non ricordo nulla di lei, ero troppo piccola per ricordarmene.
Mio padre è ossessionato dall'esistenza di creature paranormali, fa ricerche ed esperimenti per creare campioni di sangue con geni fuori dai parametri naturali dell'essere umano, io lo ritengo una sorta di scienziato pazzo. In questi ultimi anni è un po' strano, sparisce per interi giorni, senza mai farmi sapere dove vada e spesso assume atteggiamenti aggressivi anche nei miei confronti quando si arrabbia. Per quanto riguarda la vita sociale, come dicevo, non ho molti amici, né sono la classica ragazza popolare della scuola, ho una un migliore amico che adoro e che non lo cambierei per nulla al mondo! Ci vediamo poco dopo la scuola a causa del “lavoro” di mio padre, a lui non piace avere persone fra i piedi, soprattutto se queste sono sconosciute.
Quel pomeriggio continuavo a fissare i fiocchi di neve cadere giù con eleganza e leggerezza, ormai il Natale era alle porte, gli ultimi giorni di scuola per me erano come una fitta al cuore perché la scuola era l'unico luogo che mi teneva lontana dalle follie di mio padre e lo studio era l'unica cosa che mi faceva distrarre."Nancy corri immediatamente!" Urlò mio padre dal suo laboratorio quasi con presunzione.
"Ecco lo sapevo, ci risiamo." Dissi fra me e me, poi gli risposi. "Certo papà, arrivo." Mi alzai seccata dalla comodissima poltrona e lo raggiunsi nel suo inquietante laboratorio. "Eccomi, sono qui."
"Bene, voglio mostrarti una cosa, avvicinati." Mi disse mentre era indaffarato a fare altre cose. Io mi avvicinai a lui leggermente incuriosita. Lui prese una provetta e si girò verso di me. "Vedi questa sostanza?" Mi chiese.
Io lo guardai, poi guardai la provetta leggermente delusa.
"É sangue." Gli risposi."Brava piccola mia, ma non è del tutto esatto. Questo è sangue ed è corretto, ma non un semplice sangue." Mi spiegò Io lo guardai, quella sua breve introduzione bastò per accendere la mia curiosità, così presi una sedia e mi sedetti accanto a lui, appoggiai i gomiti sul grosso bancone, facendo attenzione a non far cadere nulla e gli chiesi di dirmi di più.
"Dimmi papà, di che si tratta?"Lui mi guardò quasi sorpreso dal mio improvviso interesse per quell'esperimento, di solito annuivo e basta, senza prestare attenzione alle sue parole, ma quel campione di sangue mi aveva davvero incuriosita. Perché era diverso dagli altri? Dove l'aveva preso? E cosa voleva farne? Erano tante, forse troppe le domande che mi ponevo ogni giorno sul motivo per cui mio padre fosse tanto ossessionato dalle creature sovrannaturali, domande a cui non avevo mai ricevuto una risposta, ma quel giorno, dentro di me sentivo che avrei ricevuto le risposte a gran parte di tutte quelle domande.
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Change Of Life.
Werewolf"È sbagliato, tu, noi, non dovremmo essere qui, così vicini a scambiarci sguardi che parlano da soli senza nemmeno aprir bocca."