10 CAPITOLO

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Lo guardammo dritto negli occhi, poi indietreggiammo.
"Cosa vuoi da noi?" Gli chiesi guardandolo.

"Siete nati dalla menzogna e quindi riceverete ciò che meritate!" Disse lui avvicinandosi sempre di più.

"Ma noi non centriamo nulla è sempre stata nostra madre ad averti mentito!" Gli dissi. Victor mi teneva sempre a qualche passo dietro di sé per far si che non mi accadesse nulla.

"Non meritate di esistere!" Disse lui mostrando le sue enormi zanne affilate.

"Papà ti prego, ragiona." Gli dissi ancora sperando che cambiasse idea. Era completamente impazzito, non sembrava lui, qualcosa nel suo sguardo era diverso e non intendevo il colore dei suoi occhi.

"Non credo che in questo momento sia in grado di farlo. Andiamo!" Disse Victor afferrandomi per un polso e portandomi con sé, in men che non si dica ci trovammo ai confini del grande bosco.

Lo guardai ansimando pesantemente. "Wow!" Esclamai.

"Ci vuole morti." Disse lui.

"Ma non capisco il motivo, il suo discorso non fa una piega." Dissi guardandolo, poi mi guardai intorno cercando con lo sguardo la presenza di nostro padre, ma per fortuna, per il momento eravamo riusciti a seminarlo.

"Non lo so, ma una cosa é certa... ci cercherà ovunque e non si darà pace finché non ci avrà fatti fuori." Disse lui.

"Sento che è vicino, dobbiamo allontanarci prima che ci trovi." Dissi guardandolo.

Victor mi prese in parola, mi afferrò nuovamente il polso e velocemente ci allontanammo dal bosco.
"É colpa del tuo sangue." Disse mentre continuavamo a camminare, io mi accigliai sentendo le sue parole, poi continuò: "Come ti ho detto si sente anche a grandi distanze." Sembrava quasi un rimprovero.

"Mi stai rimproverando per caso?!" Dissi fulminandolo con lo sguardo.

"Si, cioé no! Ma se ci pensi in fondo... é tutta colpa tua." Disse.

"Cosa?! Ma stai scherzando?!" Dissi infastidita dal suo stupido ed insensato discorso.

"Piccola cerca di non parlare troppo, questo non sembra il momento adatto per perdersi in chiacchiere inutili." Disse lui.

"E tu smettila di dire cazzate!" Dissi arrabbiata, scostai la sua mano dal mio braccio e camminai senza nemmeno sapere in che direzione mi stessi dirigendo.

"Hey! Dove vai!?" Mi chiese guardandomi andare via, non gli risposi così lui continuò: "Dobbiamo stare insieme ricordi?!" In effetti lui stava mantenendo in qualche modo la promessa che c'eravamo fatti, mentre io no. Intanto mentre noi continuavamo il nostro battibecco un rumore attirò la nostra attenzione, decidemmo così di fermarci e guardare attentamente ciò che ci circondava.

"É ancora nei paraggi." Dissi guardandolo. Lui seccato mi portò vicino un piccolo laghetto e con una leggera spinta mi ci fece cadere al suo interno facendomi bagnare dalla testa ai piedi. "Ma che cavolo fai?!" Quel gesto mi fece infuriare ancora di più.

"In acqua il nostro odore si disperde, così é meno probabile che ci trovi, idiota." Mi spiegò lui poi entrò in acqua ponendosi di fronte a me.

"Adesso sarei anche idiota?!" Continuavo a contraddire ogni sua cosa, prendendo con leggerezza ciò che in quel momento ci costava la vita. Dopo qualche minuto percepimmo la presenza di qualcuno, intuimmo che era nostro padre. Victor mi tirò sott'acqua e lo stesso fece lui.
Lo guardai poi alzai lo sguardo guardando nostro padre che si specchiava dal lago, i suoi occhi diventavano sempre più rossi ed inquietanti, restò fermo lì per qualche minuto, sentivo di non poter resistere a lungo, il respiro mi mancava, Victor mi fece segno di resistere ancora per un po', ma per me anche pochi secondi in più sarebbero sembrati ore intere. Dopo qualche altro minuto nostro padre decise di andar via così potemmo uscire allo scoperto ed io potei ritornare nuovamente a respirare.

"O-oddio! Non... non deve mai più... accadere una cosa... del... del genere!"
Dissi tossendo e ansimando e per giunta il mio cuore batteva a mille.
Victor chiuse gli occhi annusando nell'aria intorno a noi il dolce profumo del mio sangue che era ancora più forte rispetto a prima dato che i battiti cardiaci erano aumentati, in tal caso non era servito a molto bagnarmi.

"Oh mamma, mi sento in paradiso." Disse aprendo gli occhi e guardandomi.

"Smettila, non provarci!" Dissi allontanandomi da lui di qualche passo. Trascorremmo un intero pomeriggio scappando da nostro padre e facendo in modo che non ci trovasse, eravamo davvero ridotti male. Lungo il tragitto mi ricordai di avere con me il mio cellulare, lo tirai fuori dalla tasca e lo asciugai per bene. "Spero solo che funzioni ancora." Accesi lo schermo, per fortuna andava così controllai l'ora per rendermi conto da quante ore ormai stessimo vagabondando. Erano le diciassette in punto, in quel preciso istante mi ricordai dell'appuntamento con Andy. "Credo di essere ancora in tempo per presentarmi all'appuntamento con Andy."

Victor mi guardò e solo dopo qualche minuto mi chiese: "Chi è Andy?" Il suo tono nascondeva un non so ché di strano, sembrava quasi che il mio appuntamento con Andy lo avesse infastidito.

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