25 CAPITOLO

4.8K 308 7
                                    

Il suo sguardo sembrava perso nel vuoto, deglutì poi girò la testa dal lato opposto come per evitare di incrociare il mio sguardo, poi mi rispose dopo qualche secondo di esitazione. "Io... io non lo so."

"E la nostra promessa?" Gli dissi guardandolo negli occhi, ma lui continuava ad evitare il mio sguardo.

"Ricordo della promessa, ma non posso combattere contro la mia specie." Rispose lui.

"È un vampiro che infastidisce il branco di Stefan, non il contrario." Dissi accigliandomi.

"I vampiri non fanno nulla per caso."
Rispose accigliandosi a sua volta.

"I vampiri sono crudeli e tuo padre ne è la dimostrazione!" Dissi urlandogli contro.

"Lui è nostro padre!" Disse lui urlando a sua volta.

"Io non sono come voi!" Gli dissi.

"Hai ragione, i licantropi senza la luna piena non sono altro che semplici esseri umani." Disse lui.

"Sono fiera di non aver perso del tutto la mia umanità allora!" Gli diedi uno spintone e raggiunsi le scale che portavano al piano superiore.

"Cosa c'é?! La verità fa male!?" Mi chiese voltandosi verso di me, i suoi occhi erano rosso fuoco e mi fissavano con rabbia e con tristezza allo stesso tempo, due emozioni contrastanti.

"Sai, forse mi sbagliavo, non sei molto diverso da tuo padre." Dissi delusa, mi voltai e raggiunsi la camera da letto. A quelle parole i suoi occhi ritornarono del loro colore naturale e si limitò a rimanere lì senza fare nulla.

-

Chiusi la porta a chiave, non ero in vena di compagnia, ciò che volevo era solo tranquillità e silenzio. Appoggiai le spalle alla porta e chiusi gli occhi.
"Ti odio Victor, ti odio." Continuavo a ropetere. Passai qualche ora da sola in camera, quando sentii bussare alla porta.

"Nancy, so che puoi sentirmi, voglio che tu sappia che mi dispiace per ciò che ho detto. Sono un idiota e ho sbagliato, non so cosa mi sia preso." Disse dall'altro lato della porta.

"Vattene." Gli dissi decisa a fargli passare la notte sul divano.

"Nancy ti prego, ti chiedo scusa." Disse appoggiando una mano sulla maniglia della porta.

"È chiusa a chiave!" Dissi a tono alto. Lui tolse la mano dalla maniglia e andò via, sentivo i suoi passi farsi sempre più lontani. Ero troppo arrabbiata e delusa da lui, non mi andava affatto di vederlo né di ascoltarlo. Passai l'intera serata in camera, senza cenare o muovermi dal letto, volevo solo dormire e dimenticare tutto, ma non appena chiusi gli occhi sentii ancora una volta la voce di Victor al di là della porta.

"Nancy." Ma non gli risposi, ma lui forzò la serratura e riuscì ad entrare in camera, io ero girata dal lato opposto alla porta e tenni gli occhi chiusi facendogli credere che stessi dormendo. Lui mi si avvicinò e si sedette accanto a me. "So che adesso dormi e che probabilmente non vorresti che fossi qui, ma non riesco a vederti così e né a starti lontano, l'unica cosa che ti chiedo è il tuo perdono, nient'altro." Disse accarezzandomi dolcemente i capelli, la sua voce sembrava dolce e sincera, in fondo era pur sempre mio fratello nonostante ciò che eravamo; due specie in conflitto. Le sue parole mi rubarono un piccolo sorriso, ma lui non lo vide, l'avevo già perdonato. "Buonanotte piccola." Mi stampò un dolce bacio sulla fronte, si stese accanto a me e mi abbracciò da dietro. Il giorno seguente mi svegliai in ritardo, ma quando mi voltai Victor non c'era, mi alzai dal comodo e caldo letto e mi preparai per la scuola, scesa di sotto provai ancora a caricare Victor, ma di lui nessuna traccia così m'incamminai direttamente verso la scuola; arrivai giusto in tempo per la seconda ora, mi diressi direttamente in palestra, tutti erano già lì, impegnati ad organizzare la festa di fine anno e come tutti gli altri, c'era anche Victor, che non appena mi vide, lasciò tutto ciò che stava facendo e mi venne in contro.

"Nancy." Disse prima di abbracciarmi di fronte a tutti. Tutti ci guardarono e ciò mi mise leggermente in imbarazzo, ma ricambiai l'abbraccio stringendolo forte a me. "Mi dispiace per ciò che ho detto, perdonami." Disse.

"Sei perdonato." Dissi staccandomi dal suo abbraccio.

"Davvero?" Mi chiese.

"Davvero, perché non mi hai svegliata?" Gli chiesi.

"Non mi andava di svegliarti, eri così carina." Mi rispose, io arrossii alle sue parole, ma cercai immediatamente di parlare d'altro.

"V-vedo che ti stai dando da fare." Gli dissi.

"Si, il ballo è fra pochissimo, ci stiamo tutti impegnando per rendere questa festa indimenticabile." Rispose lui.

"Allora andiamo, ti aiuto." Gli dissi sorridendo, insieme ci avvicinammo ai tavoli e iniziammo a sistemarli. Calò il silenzio, nessuno dei due osava parlare, ma a Victor non piaceva quel silenzio, a lui non piaceva il silenzio in generale, infatti fu il primo a rompere il ghiaccio.

"Ho una cosa importante da dirti." Disse guardandomi.

Io lo guardai incuriosita poi gli feci cenno di parlare. "Dimmi." Gli dissi.

Change Of Life.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora