14 CAPITOLO

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Il sole era già alto ed illuminava l'intera camera, mi svegliai aprendo lentamente gli occhi, mi girai dando le spalle alla finestra, il sole mi infastidiva agli occhi.
"Cavolo, come passano in fretta le ore." Dissi stordita dal sonno, solo dopo mi accorsi che nel mio letto c'era la presenza di qualcun altro, mi alzai lentamente e controllai. Era Victor che dormiva beatamente, ma io non ricordavo di avergli chiesto di restare.

"Che ci fa lui qui!?" Dissi leggermente accigliata. Ero infastidita dalla sua presenza, ma nonostante ciò non riuscivo a staccargli gli occhi di dosso. Era così bello, sembrava un angelo, almeno quando dormiva. Ero imbarazzata al pensiero che un ragazzo occupasse il mio stesso letto, ma mi resi conto che in fondo non avrei dovuto vergognarmi, era mio fratello. Lui si girò verso di me continuando a dormire e prima che io riuscissi a spostarmi appoggiò il suo braccio sul mio bacino, rimasi senza parole a quel gesto, di certo non avevo nulla di cui lamentarmi, anzi, pensavo che in fondo Victor nascondesse un cuore dolce e nobile. Rimasi ferma per non svegliarlo, ma voltai la testa verso la finestra, pensavo a tutto ciò che era successo in questi ultimi giorni e di quanto fosse cambiata la mia vita, ed ero solo all'inizio. Sommersa dai pensieri non mi accorsi del suo risveglio.

"A cosa pensi?" Mi chiese lui mezzo assonnato, la sua voce era leggermente roca, ciò la rendeva particolarmente affascinante.

"Ti sei svegliato." Gli dissi senza nemmeno voltarmi a guardarlo.

"Certo baby." Tolse la mano dal mio bacino e si alzò sedendosi. Odiavo essere chiamata in quel modo.

"Chi ti ha chiesto di infilarti nel mio letto?" Gli chiesi.

"Non facevi altro che lamentarti mentre dormivi, così ho pensato che un po' di compagnia ti avrebbe fatto bene." Disse lui alzandosi dal letto. Io lo guardai dalla testa ai piedi, perché era vestito solo da un paio di pantaloni. "Ti piace ciò che vedi?" Disse accorgendosi del mio sguardo fisso su di lui, poi si girò a guardarmi e mi sorrise passandosi una mano fra i capelli. Io ovviamente non gli risposi, mi limitai a linciarlo con lo sguardo, poi decisi di alzarmi e di prepararmi per la scuola, ero ancora in tempo per la seconda lezione. Mi diedi una sistemata, poi uscii lasciando mio fratello in casa, tutto ciò che mi serviva riguardo la scuola si trovava nella mia piccola casetta ai confini del bosco, così la raggiunsi, stando attenta a causa di mio padre, che dalla sera precedente non si era più fatto vedere. Recuperai il mio zaino e tutto ciò di cui avevo bisogno e mi diressi a scuola. Lungo il tragitto non riuscivo a smettere di pensare alla notte precedente, non potevo ancora credere che mi fossi trasformata in un lupo anche se il dolore che avevo provato nel farlo non lo avrei mai augurato a nessuno. Dopo qualche minuto sentii qualcuno corrermi dietro e abbracciarmi forte.

"Hey!" Era Andy, sembrava di buon umore.

"Andy!" Mi lasciai abbracciare e solo dopo che lui si staccò dall'abbraccio mi voltai verso di lui e lo guardai sorridendogli, mi ricordai per qualche istante di lui la sera prima nel bosco, cambiai immediatamente espressione e il mio sorriso scomparve non appena mi ricordai che lui fosse il cacciatore di cui mi aveva parlato Victor. "Sembri di buon umore oggi." Gli dissi riprendendo a camminare verso scuola. Era in ritardo proprio come me, non era da lui, ciò significava che in effetti, a malincuore, Victor aveva ragione, anche se non lo accettavo, Andy sarebbe potuto essere una minaccia per me. Lui mi seguì.

"Si, hai ragione, ed ho intenzione di parlartene. Ieri mi è successa una cosa davvero straordinaria!" Disse lui entusiasta.

Immaginavo cosa avesse voluto dirmi, ma continuai a fingere di essere curiosa.
"Dev'essere davvero qualcosa di straordinario." Gli dissi.

"Non immagini, non vedo l'ora di parlartene!" Disse lui.

"Credo che la curiosità mi ucciderà." Dissi con un leggero sarcasmo, lui lo colse immediatamente e si girò verso di me guardandomi. Intanto Victor era non molto lontano dietro di noi ed aveva ascoltato tutta la nostra conversazione. Era evidente che non nutriva molta simpatia nei confronti del mio migliore amico, ma la scoperta che lui fosse un bracconiere non aveva migliorato le cose, non si fidava affatto di lui.

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