21 CAPITOLO

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"Perché non lo cerchi su internet?" Mi disse lui.

"Perché cercarlo su internet se mio fratello è un vampiro? E poi su internet si leggono una marea di fake news, tu potresti spiegarmi molto più di ciò che possa trovare su Wikipedia." Gli risposi. Lui sospirò rumorosamente poi accettò di spiegarmi.

"Ok, ma ti annoierai, te lo assicuro." Mi disse.

"Io non credo proprio." Gli risposi sorridendo.

"Tutto ebbe inizio nel lontano millequattrocentosessantadue, con la leggenda del Conte Dracula. Tutti lo conoscono, é uno dei personaggi più conosciuti e studiati, ancora oggi. Esistono varie interpretazioni della sua storia, ma nessuna di queste è totalmente corretta." Mi raccontò. La sua voce era così calma è profonda, mi rilassava sentirlo parlare, sarei rimasta per ore ad ascoltarlo.

"Cosa c'è di sbagliato nelle interpretazioni della sua storia?" Gli chiesi.

"La cosa principale da sapere e che pochi sanno è che Dracula non era un vampiro, ma lo è diventato." Mi disse.

"Cosa? Dici sul serio? Allora come ha fatto a diventarlo? Se lui era il primo vampiro della storia, non può essere stato morso da qualche altro vampiro. Com'è possibile?" Gli chiesi.

"Il tuo ragionamento non è sbagliato, ti spiego meglio. Vlad III era il suo vero nome, era il re di un vasto impero, aveva una bellissima sposa e un bambino, il suo impero fu attaccato più e più volte, nonostante lui e il suo esercito fossero molto forti, erano pur sempre umani, gli uomini morivano e il popolo diminuiva; così in una caverna in cima ad un monte dimorava un demone, insieme ad alcuni uomini si diresse lì, nessuno di quelli superarono la notte, tranne Vlad, che incontrò il demone e decise di condannare la propria anima alla schiavitù di quel demone, in cambio lui gli donò: l'immortalità, la forza di mille uomini e la velocità di un ghepardo quadruplicata." Mi disse.

"Perché Vlad fu soprannominato Dracula?" Gli chiesi.

"Il termine “Dracul” significa drago e fu già assegnato ai precedenti imperatori prima che Vlad III prendesse il comando. Venivano chiamati così perché appartenevano all'ordine del Drago. In seguito Vlad III fu definitivamente soprannominato Dracula che significa “Figlio del Drago”."

"È così affascinante questa storia, resterei ad ascoltarti tutta la notte." Gli dissi. Lui mi sorrise.

"Domani c'é scuola ricordi?" Mi disse lui.

"Lo so, ma cosa vuoi che m'importi, sto conoscendo la vera storia del Conte Dracula! Che è molto più interessante della Prima Guerra mondiale, continua per favore." Lo implorai.

"E va bene, ma guai a te se domani cerci di convincermi a non andare a scuola." Mi disse.

"Promesso." Gli dissi, lui mi sorrise poi continuò.

"Nel 300 l'età antica si sviluppò la peste, causa di milioni di morti e ciò portò alla diminuzione della popolazione. Solo all'inizio del Medioevo cioè nel 476 la popolazione ebbe una grande crescita. Nello stesso periodo nacque la stregoneria ed è grazie ad essa se esistiamo noi. La peste uccideva e la magia nera riportava in vita dando vita così ai vampiri, per questo il basso Medioevo era soprannominato “periodo buio”." Mi spiegò.

"Giuro che la storia non é mai stata così interessante come in questo momento." Gli dissi sorridendo, poi continuai: "Ricordo infatti che donne e bambini spesso venivano messi al rogo per essere stati accusati di stregoneria, spesso venivano bruciate anche persone innocenti."

"Le streghe esistono ancora oggi, sono poche, ben nascoste, non si lasciano trovare facilmente." Disse lui.

"Perché le streghe sono diminuite mentre voi vampiri continuate ad aumentare di numero?" Gli chiesi.

"Semplice, le streghe non hanno l'immortalità." Rispose, poi continuò: "Nel dizionario la parola “vampiro” viene identificata come: “no morto, spietato, essere veloce e forte che si aggira di notte per nutrirsi del sangue dei viventi”, ed é tutto corretto, questo è essere un vampiro." Mi rispose.

"Io so che tu non sei così, sei diverso." Gli dissi guardandolo dritto negli occhi.

"Invece lo sono, é la mia natura. Sono un essere spietato e assetato di sangue. Fuori controllo sarei capace di uccidere mezza popolazione in una sola notte, a sangue freddo e forse... non me né pentirei nemmeno." Disse nascondendosi il viso dalle coperte.

"Non riuscirai a farmi cambiare idea." Abbassai le coperte dal suo viso e lo guardai, poi continuai: "Io sono sicura, anzi, ne sono certa, tu non sei come gli altri, altrimenti mi avresti già fatta fuori."

Lui mi guardò, eravamo vicinissimi.
"Lotto tutti i giorni contro l'odore sublime del tuo sangue, non sai quanto sia difficile per me averti accanto, non sai quanto mi attiri il tuo sangue, quanta voglia ho in questo momento di assaggiarlo." Mi disse lui.

Io lo abbracciai, la sua pelle gelida mi fece venire i brividi, ma non m'importava, volevo fargli capire che nonostante tutto, lui fosse diverso dagli altri. "Vedi? Ci stai riuscendo, stiamo così vicini e tu non hai perso il controllo." Gli dissi.

Lui mi strinse a sé e appoggiò la punta del naso sul mio collo annusando il dolce profumo del mio sangue.
"Nancy ti prego." Disse quasi come se stesse cadendo in tentazione.

"C'è la puoi fare Victor, io credo in te." Sentivo il mio cuore battete a mille, stavo rischiando grosso, ma dovevo, anzi, volevo dimostrare a mio fratello che si sbagliava. Lui mi strinse di più e sentii la mia maglietta stringere fra le sue sue mani, mi implorava di allontanarmi, ma io non ne avevo nessuna intenzione. Lui avvicinò le sue rosee e carnose labbra sul mio collo, rabbrividii sentendo il suo respiro sulla mia pelle, ansimava, sentivo la sua forza di volontà combattere contro il desiderio del sangue, ma qualcosa mi diceva che non avrebbe resistito a lungo. Sentii la sua lingua accarezzare dolcemente la mia pelle, non potei fare a meno di mordermi il labbro inferiore per resistere a quella piacevole sensazione, dopo pochi istanti sentii la punta dei suoi canini sfiorare la mia pelle, ormai non potevo tirarmi indietro; chiusi gli occhi e l'unica cosa che avrei potuto fare era sperare che non mi mordesse o quella sarebbe stata la mia ultima notte. Dopo qualche minuto sentii un leggero venticello addosso, riaprii gli occhi e lui non c'era più, si era allontanato da solo e non mi aveva azzannato, sorrisi al solo pensiero, poi mi alzai e lo cercai. Lo trovai in bagno, appoggiato al muro di fronte al lavandino e allo specchio, ansimava pesantemente, come se avesse corso per ore.

"Hey, ci sei riuscito." Dissi appoggiandomi sul lato della porta. Lui mi guardò con i suoi occhi rosso fuoco e annuì continuando ad ansimare, poi accennò un piccolo sorriso lasciando intravedere un canino ben affilato. Era stupendo anche sotto forma di vampiro.

"Adesso calmati ok? Datti una rinfrescata." Gli dissi. Lui così fece, aprì l'acqua dal lavandino e si bagnò più volte il viso finché i suoi occhi e i suoi canini non ritornarono alla normalità. "Come ti senti ora?" Gli chiesi.

"Meglio, tu va a letto, io prendo una boccata d'aria e ti raggiungo." Mi disse. Io annuii e andai a letto, cercai di restare sveglia fino al suo rientro ma non ci riuscii, mi addormentai quasi subito.

Il mattino seguente, il sole era già alto e rifletteva sulla neve candida e bianca che era caduta durante la notte. Aprii lentamente gli occhi e mi girai alla mia sinistra, Victor dormiva beatamente, sembrava tranquillo e rilassato, sorrisi accarezzandogli delicatamente i capelli poi mi alzai e andai a prepararmi per la scuola. Era ancora presto, così decisi di lasciarlo riposare ancora un po'. Finalmente pronta scesi al piano inferiore, feci una piccola colazione e dopodiché decisi di passare un po' di tempo a guardare la tv.
"Vediamo un po' cosa c'é di buono in tv." Dissi cambiando continuamente canale, come al solito non c'era nulla d'interessante, ma improvvisamente una notizia al tg attirò la mia attenzione.

Due giovani sposi sono stati aggrediti durante la notte da uno strano animale! Entrambi non hanno avuto la possibilità di difendersi. I giovani sono stati sgozzati dalla feroce bestia. Svolgeranno altre indagini per saperne di più e scoprire se questo è un caso di omicidio o un aggressione. Avremmo ulteriori notizie dopo la pubblicità!

Una boccata d'aria aveva detto, erano queste le sue boccate d'aria? Uccidere persone innocenti? Non potevo crederci, Victor aveva ucciso due persone innocenti e ciò che più mi tormentava era il fatto che in parte fosse stata colpa mia, io l'avevo provocato, se non l'avessi fatto quelle due persone probabilmente sarebbero state ancora in vita, avevo ucciso io quelle due persone, non Victor.

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