68 CAPITOLO

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"Tutt'ok?" Mi chiese Peter.

"Certo, perché dovrebbe andare male?" Dissi in modo sarcastico.

"Anche tuo fratello sta male dopo il brutto litigio che avete avuto." Disse guardandomi.

"Non mi interessa, ha sbagliato lui."
Dissi riprendendo il cellulare e rispondendo ai messaggi di Stefan.

"Prima non mi hai più detto con chi stavi messaggiando." Disse avvicinandosi.

"Con Stefan, un mio carissimo amico, un licantropo." Gli risposi.

"Un altro alleato?" Mi chiese.

"Si, un alleato da sempre e con lui c'è anche tutto il suo branco." Gli risposi.

"Wow, quindi ne saremo in molti." Disse guardandomi.

"Esatto." Gli risposi spegnendo il cellulare e accucciandomi sul letto, dopodiché mi girai dal lato opposto al suo. "Buonanotte." Gli dissi.

"Hai già sonno?" Mi chiese stendendosi accanto a me e girandosi dal mio lato.

"Si, sono un po' stanca e credo sia meglio che dorma anche tu, domani dobbiamo di nuovo allenarci." Dissi senza voltarmi a guardarlo.

"Devo darti una cosa da parte di Victor." Disse ancora lui.

"Appoggiala sul comodino alla tua sinistra" Gli risposi.

"Non posso, devi girarti." Insistette, io sospirai e mi voltai verso di lui.

"Cosa devi darmi di tanto importante?" Gli chiesi, ma solo quando aprii gli occhi notai quanto i nostri visi fossero vicini. Lui azzerò le distanze e appoggiò le sue labbra sulle mie lasciandovi un dolce bacio a stampo. Mi allontanai immediatamente e lo guardai sconcertata e arrossita. "Ma che cavolo combini?!" Gli chiesi a tono alto.

"Era da parte di Victor, non farti strane idee, non sei il mio tipo." Disse lui facendosi sfuggire una leggera risatina. Lo guardai leggermente nervosa, mi dava su i nervi quel suo atteggiamento beffardo, così mi voltai velocemente dal lato opposto e guardai fuori dalla finestra dopodiché chiusi gli occhi e dopo un bel po' finalmente mi addormentai. Dopo qualche ora mi risvegliai ancora una volta in una parte del bosco molto familiare, ovvero, poco lontana dal villaggio dei licantropi. "Cosa ci faccio ancora qui?" Dissi guardandomi intorno, ma improvvisamente vidi Stefan in sembianze da lupo correre verso una direzione ignota, mi passò davanti, ma lui non mi vide. "Stefan! Dove stai andando!?" Dissi urlandogli contro. "Cazzo, dimentico di essere in un sogno, nessuno può sentirmi." Ma non mi arresi, mi trasformai in un lupo e lo seguii, più mi avvicinavo a lui e più sentivo dei gemiti di dolore che poco dopo si trasformarono in urla terrificanti. Ripresi immediatamente la mia forma umana e corsi da lui. "Stefan!" Cercai di aiutarlo, ma ormai era troppo tardi; quando alzai il capo trovai mio padre che mi sorrideva con il suo solito sorriso malvagio, poi scomparve nel nulla lasciando una scia di fumo nero attorno a sé. Intanto Stefan delirava e soffriva tantissimo, le sue condizioni non erano affatto buone. "Stefan ti prego, ti prego resisti! Non puoi morire, anzi, non devi!" Dissi trattenendo le lacrime e sentendo un groppo in gola.

"L-lui... d-domani..." Furono le uniche parole che riuscì a dire prima di chiudere i suoi accesi occhi dorati.

"Cosa? Cosa domani?! Stefan! Ti prego apri gli occhi! Stefan!" Dissi in lacrime, ma proprio in quel preciso istante mi svegliai di scatto con il fiatone.

"Nancy." Disse mio fratello vedendomi terrorizzata, io mi voltai a guardarlo senza smettere di ansimare.

"Cosa ci fai qui? Non c'era Peter con me?" Gli chiesi e lui non esitò nel rispondermi.

"Beh si, ma non riesco a starti lontano, solo io posso e devo condividere il mio letto con te." Mi rispose lui. Lo guardai, poi lo abbracciai stringendolo forte a me. "Con questo abbraccio suppongo che tu mi abbia perdonato." Disse stringendomi forte a sé.

"Sono ancora arrabbiata con te, ma ti amo lo stesso." Dissi stringendolo ancora di più.

"Anch'io ti amo."Mi disse accarezzandomi dolcemente i capelli.

"Ho fatto un altro incubo o una previsione, in realtà non so bene cosa sia, ma è stato spaventoso." Dissi staccandomi dall'abbraccio e guardandolo dritto negli occhi.

"Cosa hai visto?" Mi chiese continuando ad accarezzarmi delicatamente i capelli.

"Ho visto nostro padre in persona uccidere Stefan e lui prima di morire mi ha detto queste parole “lui domani”, non è riuscito a dirmi altro." Gli raccontai. Lui mi guardò perplesso, come se avesse capito qualcosa, poi schiuse la bocca per parlare.

"Credo che domani non ci sarà alcun allenamento." Disse guardandomi.

"Quindi... Tu pensi che questo sogno sia una previsione?" Gli chiesi, stavo iniziando a preoccuparmi, ma lui non mi diede alcuna risposta.

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