18 CAPITOLO

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"So cosa sei." Mi sussurrò all'orecchio il ragazzo. Quelle parole mi fecero rabbrividire.

"So anch'io cosa sei." Gli risposi. Victor ci guardò sott'occhio e ascoltò la nostra conversazione.

"Bene, allora dimmi cosa sono." Disse lui guardandomi, sembrava quasi volesse sfidarmi. Io mi girai verso di lui e lo guardai attentamente. La sua pelle non era molto scura, aveva i capelli mori ben pettinati, i suoi occhi erano castani e avevano una forma leggermente allungata, ma ciò non li rendeva piccoli, le sue labbra erano rosee e carnose e aveva un simpatico nasino con la punta all'insù. Lui si accorse di quanto fossi attenta nel fissarlo e sulle sue labbra spuntò un piccolo sorrisino, poi continuò: "Hanno ragione, hai degli occhi stupendi, ma sai, credo che dorati abbiano un altro tipo di fascino." Disse.

"Come fai a saperlo?!" Dissi scattando dalla sedia, tutti si girarono a guardarmi.

"Signorina War qualcosa non va?" Mi chiese il professore.

"Mi scusi, va tutto bene." Dissi tornando a sedere. Il professore annuì ed iniziò la lezione, io mi voltai nuovamente verso il nuovo arrivato e questa volta sotto voce gli dissi: "Allora, sai che sono un.." Lui mi interruppe e terminò la mia frase.

"Licantropo? Si, certo che lo so." Disse guardandomi.

"Lo sei anche tu a quanto pare." Dissi guardandolo in modo poco amichevole.

"Esatto, niente male per una “principiante”. " Disse facendo le virgolette con le dita alla parola principiante, poi continuò: "Ma scommetto che tu abbia ancora la mente aperta, qualsiasi licantropo o vampiro riuscirebbe a leggerti il pensiero." Disse il ragazzo.

"Ci sto lavorando, in ogni caso, tu non farlo." Gli risposi.

"É impossibile non farlo, chiunque vorrebbe sapere cosa pensa una ragazza così carina come te." Disse prima di mostrarmi ancora uno dei suoi sorrisini maliziosi. Victor non potè fare a meno di ascoltare e a quelle parole si accigliò e spezzò la matita che aveva fra le mani. Mi girai sentendo lo scricchiolio della sua matita e lo guardai, sembrava davvero infastidito.

"Che gelosone il tuo fratellino, vedo che non è un tipo che ama farsi i fatti suoi." Disse ancora il ragazzo.

"Basta, mi stai davvero irritando!" Gli dissi sotto voce.

"Credo che tu non sia l'unica, siete davvero molto simili tu e tuo fratello."
Disse girandosi verso mio fratello e guardandolo quasi come se farlo arrabbiare lo divertisse.

"Lascialo in pace." Gli dissi, poi continuai: "Non ti piacerà vederlo infuriato."

Il ragazzo si girò nuovamente verso di me. "È lui che spia la nostra conversazione." Disse lui.

"Ti ho detto di smetterla!" Questa volta non riuscii a regolare i toni, ero troppo nervosa per farlo, attirai nuovamente l'attenzione della classe e del professore.

"Signorina War! Cosa le prende?!" Mi chiese il professore, sembrava abbastanza irritato. Avrei tanto voluto dirgli che Stefan, il nuovo arrivato mi infastidiva, ma alla fine decisi di non dire nulla. "Vada immediatamente fuori!" Urlò. Io abbassai il capo e mi alzai dal mio posto, mi sentivo così imbarazzata, non mi era mai successa una cosa del genere prima, ma Stefan si alzò subito dopo di me.

"É stata colpa mia professore, l'ho infastidita, sta a me lasciare la classe." Disse. Io lo guardai poi guardai il professore.

"Bene, si sieda War e lei Tylor, esca dalla classe." Gli disse il professore, lui non se lo fece ripetere una seconda volta, si avvicinò alla porta, l'aprì ed uscì fuori. Io lo seguii con lo sguardo, poi mi risedetti al mio posto. Cercai di concentrarmi sulla lezione e di prendere appunti, ma le parole di Stefan non smettevano di tornarmi alla mente. Come faceva a sapere che i miei occhi diventavano dorati quando mi trasformavo? Chi era veramente Stefan Tylor e cosa voleva da noi? La comparsa di un lupo mannaro a scuola non era un evento che accadeva spesso, ciò mi faceva pensare che la sua presenza aveva uno scopo e di certo non sarebbe stato vedere dal vivo il colore dorato di cui si dipingevano i miei occhi. Dovevo scoprire le vere intenzioni di quel ragazzo e per farlo avevo bisogno di tutto l'appoggio e l'aiuto possibile da parte di mio fratello.

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