39 CAPITOLO

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Dopo essere rimasta per qualche minuto a guardare il sole salire al cielo decisi di salire in camere per poi raggiungere il bagno per prepararmi, ma proprio quando stavo per entrare in bagno sentii la voce di Victor.

"Hey, buongiorno." Disse guardandomi.

"Buongiorno." Gli risposi sorridendogli, poi mi chiusi in bagno e dopo una bella doccia rilassante mi preparai il più in fretta possibile e raggiunsi il piano inferiore.

"Come mai così di fretta?" Mi chiese mentre preparava la colazione, era oncredibile quanto fosse veloce nel fare le cose.

"Devo uscire." Gli risposi guardandolo, poi mi diressi alla porta. "Conservami qualche pancake."

"Certo, sembra strano che tu esca struccata." Disse guardandomi.

"Non avevo voglia di truccarmi oggi." Gli risposi.

"Beh, lasciatelo dire, sei ancora più bella al naturale." Disse lui sorridendomi dolcemente. Io arrossii leggermente, ma cercai di non farglielo notare, poggiai la mano sulla maniglia della porta e l'aprii.

"Tornerò per l'ora di pranzo." Dissi prima di uscire e chiudere la porta alle mie spalle. Avevo deciso ci cambiare e la prima cosa che decisi di trasformare di me fu il look. Passeggiai per il paesino e mi fermai davanti un negozio di acconciature. "Quando una donna decide di cambiare sé stessa inizia dai capelli." Dissi prima di prendere un grosso respiro ed entrare. C'era un bel po' di gente così mi sedetti ad aspettare il mio turno. Notai una ragazza che aveva i capelli neri proprio come i miei, li stava schiarendo così decisi di fare lo stesso. Quando finalmente arrivò il mio turno mi rilassai e aspettai di vedere il risultato finale. "Spero che a Victor piacciano!" Dissi entusiasta. Solo dopo qualche minuto mi resi conto di aver pensato a Victor anziché Stefan. Passarono altri trenta minuti e finalmente avevo i capelli come avevo sempre desiderato, mi specchiai soddisfatta dal risultato, non sembravo più io. Dopo una lunga passeggiata ritornai a casa giusto per l'ora di pranzo, suonai al campanello e Victor subito venne ad aprirmi. "Ciao, scusa per il ritardo, ma c'era molta gente e..." Lui mi interruppe.

"Wow." Fu l'unica cosa che riuscì a dire.

"Ti piaccio così?" Gli chiesi leggermente imbarazzata.

"Mi mancheranno i tuoi capelli nero corvino, ma così sei altrettanto stupenda." Disse guardandomi come incantato.

"Grazie." Gli risposi sorridendogli timidamente, lui mi portò in cucina e mi mostrò il delizioso pranzetto che aveva preparato.

"Scommetto che sarai affamata." Mi disse sedendosi a tavola, io gli sorrisi e annuii.

"Si, sono davvero affamata." Dissi sedendomi al mio posto, insieme pranzammo, fu piacevole e tranquillo, chiacchierammo proprio come due buoni fratelli. Dopo aver finito di pranzare lo aiutai a sparecchiare e intanto che lui asciugava i piatti io decisi di andare in camera. "Vado a truccarmi." Gli dissi.

"Sei bellissima anche così." Mi disse lui, non capivo perché tanta dolcezza, di solito non lo faceva, ma dovevo ammettere che quel suo atteggiamento non mi dispiaceva affatto.

"Devo vedermi con Stefan, voglio essere perfetta." Gli risposi.

"Ah già Stefan, il tuo ragazzo." Disse poco entusiasta.

"Si, è il mio ragazzo." Dissi guardandolo.

"A me dici "ti amo" e lui é il tuo ragazzo." Disse con una certa ironia.

"Ti stai ridicolizzando smettila, sono solo tue fantasie!" Dissi accigliata.

"Non sono affatto mie fantasie! Le tue parole in quel momento ti hanno salvata e hanno salvato me da un eterna agonia. Parole tanto importanti io non le avrei mai dimenticate e sai perché? Perché il mio amore per te è reale, non è una fantasia." Disse guardandomi dritto negli occhi. Ancora una volta provai quel vuoto nello stomaco, ancora una volta sentii quella fitta al petto e per l'ennesima volta rabbrividii alle sue parole, ma non potevo tirarmi indietro, lui era mio fratello e doveva rimanere come tale.

"Mi dispiace Victor, ma il mio amore per te non va oltre l'amore di una sorella per un fratello." Gli risposi prima di darli le spalle e di salire al piano superiore. Il mio obiettivo era quello di cambiare me stessa non solo d'aspetto, ma soprattutto ciò che ero dentro; non volevo più essere insicura, non volevo più avere paura del giudizio altrui, la nuova me doveva essere determinata e sicura di sé. Non sapevo se in quella situazione stessi facendo la cosa giusta, ma non sapevo in che altro modo comportarmi. Mi preparai, mi truccai per bene e mi vestii più femminile del solito; indossai un vestitino corto, ma presto mi resi conto di quanto mi sentissi a disagio e questo mi spinse a cambiarmi e ad indossare i soluti jeans e i soliti caldi e comodi maglioncini. "Ora va molto meglio." Dissi scendendo al piano inferiore. "Victor io esco." Dissi avvicinandomi alla porta d'ingresso, ma non ebbi nessuna risposta. Lo cercai in cucina e in salotto, ma di lui nessuna traccia. "Odio quando esce senza avvisare!" Dissi accigliata, poi uscii e chiusi la porta alle mie spalle. Camminai verso il villaggio di Stefan e assolta dai pensieri non mi resi conto di quanto avessi già camminato, le parole di Victor non smettevano di ronzarmi per la testa e più ci pensavo, più sentivo un vuoto allo stomaco, ma tutto ebbe fine quando mi scontrai con qualcuno.

"Hey." Quella voce la conoscevo molto bene.

"Stefan, stavo giusto venendo da te." Dissi guardandolo, lui mi sorrise e mi abbracciò.

"Ed io stavo facendo la stessa cosa." Disse prima di stamparmi un dolce bacio sulla fronte, io gli sorrisi poi mi staccai dall'abbraccio. "Cos'hai fatto ai capelli? Sei stupenda."

"Grazie, sono felice che ti piacciano." Dissi guardandolo.

"Saresti sempre perfetta per me, con i capelli di qualsiasi colore, adesso andiamo?" Mi chiese prendendomi per mano, io annuii e insieme passeggiammo per il bosco.

"Senti allora noi... stiamo insieme?" Gli chiesi mentre continuavamo a passeggiare mano nella mano.

"A me piacerebbe molto, mi renderebbe davvero felice." Mi rispose lui sorridendo.

"Lo prendo per un sì." Dissi sorridendogli, lui ricambiò il sorriso e proseguimmo la nostra piacevole e tranquilla passeggiata. Eravamo quasi ai confini del bosco quando improvvisamente un particolare odore catturò la mia attenzione così mi fermai e mi guardai intorno.

"Nancy, qualcosa non va?" Mi chiese fermandosi dopo di me.

"Non lo senti?" Gli chiesi guardandolo.

"Sentire cosa?" Mi chiese guardandomi in modo strano.

"Questo odore." Dissi guardandolo.

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