59 CAPITOLO

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Le nostre labbra non smettevano di coccolarsi, continuammo a baciarci, ma la magia svanì quando fummo interrotti da un rumore. Entrambi ci staccammo dal bacio e ci ricomponemmo velocemente. "Hai sentito?" Gli chiesi.

"Si, ma non capisco da che direzione provenga" Mi rispose lui.

"Io credo di sapere da dove provenga." Veloce come una saetta mi diressi nel punto in cui avevamo sentito quello strano rumore, ma alle spalle, durante la corsa qualcosa mi colpì provocandomi un forte dolore alla schiena. "Ah! Cavolo!" Dissi dolorante, passai una mano sulla schiena ma non sentivo nulla.

"Nancy!" Victor mi raggiunse dopo un paio di minuti e vide la mia espressione alquanto strana. "Hey, cosa è successo?"
Chiese guardandomi.

"Io... Non lo so. Stavo correndo e qualcosa mi ha colpito alle spalle." Dissi guardandolo.

"Ti sei ferita? Fa vedere." Sembrava al quanto preoccupato, ma riuscii a tranquillizzarlo dicendogli che stavo bene e che non mi era successo nulla, ma lui testardo come un mulo insistette nel controllare. Mi alzò delicatamente la maglietta dietro la schiena e verificò se ci fosse effettivamente qualcosa. "In effetti non hai nulla per fortuna, beh direi che l'allenamento per oggi sia finito, riprenderemo domani." Disse lui.

"Va bene, allora preferisci tornare a casa o fare un giro in paese?" Gli chiesi.

"Non mi dispiacerebbe esplorare il piccolo paesino in cui viviamo ormai da mesi." Mi rispose lui. Gli sorrisi dolcemente e gli presi la mano, incrociai le mie dita con le sue e lo guardai.

"Allora a cosa stiamo aspettando? Andiamo." Dissi sorridendogli come una bambina felice.

Lui mi strinse la mano e mi sorrise.
"Ma certo, con te verrei fino in capo al mondo." Mi disse stampandomi un dolce bacio sul dorso della mano; adoravo i suoi inaspettati momenti di galanteria e romanticismo. Insieme uscimmo dal bosco e mano nella mano, come una felice coppia di innamorati passeggiammo per le stradine del paese.

"Sono stata brava durante l'allenamento?" Gli chiesi curiosa di sapere il suo parere.

"Molto brava oserei dire, ma non mi aspettavo che tu riuscissi a farmi del male, con nostro padre ci riusciresti altrettanto." Disse lui guardandomi.

"Non volevo farti del male, forse ho un po' perso la testa, ma con ciò ti ho anche dimostrato che posso combattere contro di lui senza problemi." Dissi guardandolo.

"Questo è vero, sei molto forte, ma devi imparare seriamente a dosare la tua forza; ho sentito davvero tanto dolore, quasi mi spezzavi le braccia." Mi disse guardandomi.

"Anch'io ho provato molto dolore nel momento in cui mi hai morsa." Dissi guardandolo.

"Mi dispiace, non avrei voluto farlo, ma dovevo metterti alla prova, qualsiasi vampiro l'avrebbe fatto, soprattutto nostro padre." Disse lui.

"Pensi davvero che sarebbe in grado di farlo?" Chi chiesi. Lui mi guardò con il suo solito sguardo serio.

"Nancy ha cercato varie volte di ucciderci e vuole ancora farlo, ricordi?" Mi rispose lui.

"Si, hai ragione e solo che... Non capisco perché tutto questo odio verso di noi, forse non voleva che scoprissimo la verità su nostra madre? O forse davvero pensa che io sia una minaccia per lui?" Gli chiesi.

"Io non riesco proprio trovare una risposta a queste domande, mi dispiace." Rispose lui. Decidemmo di goderci la passeggiata senza pensare troppo ai drammi quotidiani della nostra vita e girammo per i diversi negozietti che si trovavano tutti uno dopo l'altro.

"Oh Vic... guarda quel negozietto!" Dissi tirandolo per il braccio verso di esso.

"Vuoi entrarci?" Mi chiese, io lo guardai alzando un sopracciglio.

"É lo chiedi?" Gli risposi. Lui sospirò, avvolse un braccio intorno al mio collo ed insieme entrammo nel piccolo negozietto che vendeva oggetti artigianali come collanine, bracciali, anelli e tanti altri accessori. "Victor, ti piacerebbe se entrambi avessimo una collana con i nostri nomi incisi sui ciondoli?" Gli chiesi.

"Beh, sarebbe una cosa carina non trovi?" Mi chiese ed io annuii alla sua domanda. Gli sorrisi poi presi due collanine che portavano dei ciondoli a forma di mezzo cuore che se si univano formavano un unico cuore. Le mostrai a Victor poi mi avvicinai al ragazzo che era fermo al bancone.

"Mi scusi, é lei che incide i nomi sulle collane?" Gli chiesi con molta gentilezza.

"Si." Rispose il ragazzo, poi continuò: "Cosa volete che scriva?" Mi chiese.

"Nancy e Victor." Gli risposi ponendogli le due collanine.

"Ok, ci metterò pochi minuti." Rispose il ragazzo prima di prendere con sé le collane e raggiungere un'altra piccola stanza sul retro del negozio. Finalmente soli, mi voltai verso Victor e sotto voce lo informai di qualcosa che lo lasciò a bocca aperta.

"Quel ragazzo é un ibrido e ha capito che anche io lo sono e soprattutto sa che tu sei un vampiro." Dissi guardandolo.

"Cosa? Perché io non ho percepito nulla?" Mi chiese lui incredulo.

"Sembra molto bravo a nasconderlo, anche quando ci ha visti non ha avuto nessuna reazione. In ogni caso potrebbe aiutarci contro nostro padre." Dissi appoggiandomi con il fondoschiena al bancone.

"Ma sei sicura che sia un..." Lo interruppi quasi subito.

"Si, ne sono più che sicura, non sono estinti, sono solo pochi." Dissi guardandolo.

"Spero tu abbia ragione, non vorrei che foste gli unici rimasti in vita." Rispose Victor. Dopo qualche minuto il ragazzo arrivò con le nostre collane fra le mani e le pose ad entrambi.

"Ecco le vostre collane, spero di non avervi fatto aspettare troppo." Ci disse il giovane. Mi girai guardandolo poi guardai le collane e sorrisi prendendole dalla sua mano.

"Ma no, si figuri, sono davvero bellissime, grazie." Dissi al ragazzo, poi mi voltai verso Victor e gli mostrai le collane. "Quale vuoi?" Gli chiesi. Lui scelse di indossare la collana che portava il mio nome, così io indossai quella che portava il suo di nome. Indossate le nostre collane mi voltai nuovamente verso il ragazzo. "Quanto le debbo?" Gli chiesi.

"Niente, offre la casa." Mi rispose il ragazzo.

"Cosa? No, non esiste, io devo pagarla per il lavoro che ha svolto." Gli dissi.

"Davvero non dovete, andate." Insistette il ragazzo.

"Ne è davvero sicuro?" Gli chiese anche Victor, ma il ragazzo insistette nel farci andare via senza pagare.

"Beh, allora grazie mille." Dissi sorridendogli, anche Victor lo ringraziò, lui ci rispose con un sorriso gentile e ci salutò con la mano, dopodiché uscimmo dal negozietto e proseguimmo la nostra passeggiata. Passeggiando giocherellai con il ciondolo della mia nuova collanina, poi mi voltai verso Victor. "Secondo te per quale motivo non ha voluto che lo pagassimo?" Gli chiesi.

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