Intanto che io continuavo a maledire me stessa per ciò che era accaduto, Victor si svegliò e mi raggiunse. Lo sentii arrivare così mi voltai verso di lui e lo guardai dalla testa ai piedi. Era pulito, la sua pelle luccicava alla luce del sole, nessuna traccia di sangue e soprattutto sembrava sereno e tranquillo come se davvero lui non centrasse nulla.
"Buongiorno." Disse sedendosi accanto a me, poi continuò: "Tutt'ok? Sembra che tu abbia visto un fantasma."
Riusciva davvero a fare finta di nulla? O forse era davvero innocente? Questo dubbio mi torturava ogni istante.
"Dove sei stato questa notte quando sei uscito?" Gli chiesi."Sono stato seduto per un po' fuori, dovevo ancora riprendermi per bene, ma dopo non più di dieci minuti sono rientrato e tu stavi già dormendo, perché me lo chiedi?" Mi rispose.
"Guarda qui." La notizia venne trasmessa su diversi canali, così ebbi la possibilità di mostrargli ciò che mi aveva lasciata senza parole. Lui ascoltò la notizia in silenzio fino alla fine, poi si alzò di scatto.
"Può essere stata solo una persona a fare una cosa del genere." Disse accigliato.
Io lo guardai confusa dalle sue parole.
"Cosa? Quindi non sei stato tu?" Gli chiesi."Certo che no! Non bevo sangue dal collo di una persona da quando ero solo un bambino." Mi rispose lui, poi continuò: "Credevi davvero che fossi stato io?" Sembrava quasi offeso dalla mia accusa.
"Bhe... e-ehm... io..." Non sapevo come giustificarmi, mi limitai ad abbassare il capo mortificata, poi continuai: "Scusami, davvero."
"Io non bevo sangue dal collo delle persone a meno che queste non si donino a me." Era deluso da me e di ciò che avevo pensato sul suo conto, ero delusa anch'io di me stessa, accusare il proprio fratello di un omicidio non rientrava nel manuale dell'essere una buona sorella.
"Mi dispiace." Gli dissi ancora.
"Ok." Mi rispose, la sua freddezza mi fece venite i brividi, dopodiché si girò a andò a prepararsi per la scuola. Almeno sapevo di essere al sicuro con Victor, come pensavo, non avrebbe mai fatto del male a due innocenti, adesso ero davvero certa che di lui mi sarei potuta fidare ciecamente; ma se non era stato lui, chi sarebbe potuto mai essere?
Assolta dai miei pensieri non sentii Victor arrivare, la sua voce attirò la mia attenzione.
"Vuoi davvero sapere chi é stato?" Mi chiese prendendo lo zaino e mettendolo in spalla. Io lo guardai in silenzio, poi annuii, volevo saperlo, così lui soddisfò la mia curiosità. "È stato nostro padre." Rispose."Perché avrebbe dovuto farlo?" Gli chiesi, la sua risposta mi lasciò a bocca aperta.
"Ma come fai a non capire... era un avvertimento. Quello che ha fatto a quei due lo farà a noi non appena ci troverà." Mi disse lui tranquillo, come se la cosa non lo spaventasse affatto.
"Come fai ad essere cosi calmo?!" Dissi alzandomi di scatto dal divano e spegnendo la tv.
"Sono come lui, non ho paura di uno della mia stessa specie, ciò che può fare lui posso fare io." Disse avvicinandosi alla porta principale ed aprendola, poi si girò verso di me. "Allora? Vogliamo fare tardi a scuola?" Mi chiese. Lo guardai ancora per qualche istante, poi lo raggiunsi, uscimmo e ci dirigemmo a scuola che raggiungemmo in poco tempo. Al suono della campanella entrammo tutti nell'istituto e raggiungemmo le nostre classi. Al posto accanto al mio c'era già Stefan, non lo degnai nemmeno di uno sguardo e mi sedetti.
"Sai, ti stavo aspettando." Mi disse guardandomi.
"Quale onore." Dissi in modo sarcastico, poi continuai: "Cosa vuoi?"
"Volevo invitarti al ballo, tutto qui."
Disse guardando davanti a sé.Lo guardai per un po' poi abbassai il capo leggermente infastidita.
"È uno scherzo vero?! Sappi che ho cose molto più importanti a cui pensare." Gli risposi."Hey tesoro, calmati, non sto scherzando, vorrei davvero portarti al ballo con me." Disse guardandomi, sembrava abbastanza serio.
Lo guardai leggermente imbarazzata per aver fatto quell'insignificante scenata, poi gli risposi: "Devo pensarci su."
"Perfetto, il ballo è fra tre giorni, fa con comodo." Mi disse. Io ovviamente non gli risposi. Intanto il professore aveva creato i gruppi di persone che dovevano collaborare nell'organizzazione del ballo scolastico di fine anno. A me, Stefan e altri due compagni fu assegnato il compito di addobbare la grande palestra in cui si sarebbe svolta la festa.
"Ottimo, dobbiamo anche collaborare adesso." Sbuffai e mi alzai dal mio posto.
"Eh già, ci sarà da divertirsi." Disse lui alzandosi dopo di me.
"Dividiamoci in coppie, ogni coppia decorerà un lato della palestra." Propose Stefan.
"Io vado con Miranda." Dissi avvicinandomi alla mia amica, ma Stefan mi afferrò per un polso e mi tirò a sé.
"No tu vieni con me." Disse. Lo guardai male e anche mio fratello si infastidì nel vedere quella scena, ma fu costretto a far finta di nulla. La mia amica approvò la scelta di Stefan ed io fui obbligata a sopportarlo per tutto il tempo. Annoiata uscii dalla classe e con l'aiuto di Stefan prendemmo vari scatoloni che contenevano tutti gli addobbi necessari per allestire la palestra.
"Vuoi tenermi il muso per tutto il tempo?" Mi chiese lui.
"Smettila di parlarmi." Gli dissi camminando verso la palestra. Lui sospirò rumorosamente e mi seguì in palestra. Arrivati, posammo gli scatoloni sul pavimento e ci mettemmo a lavoro. La tensione fra me e lui iniziò a diventare palpabile, così decise lui di rompere il ghiaccio.
"Tu non sei un sangue di lupo originale vero?" Mi chiese.
Lo guardai per qualche secondo poi ripresi a fare ciò che stavo facendo.
"No, non lo sono." Gli risposi."Allora come sei diventata un licantropo." Mi chiese.
"È una storia lunga e complicata da spiegare e da comprendere." Gli risposi.
"Abbiamo tutto il tempo." Mi disse.
"Mio padre, mi ha resa così, grazie ad un iniezione." Gli dissi.
"Un iniezione? È la prima volta che ne sento parlare. Di che iniezione si tratta?" Mi chiese, sembrava molto interessato al mio racconto.
"Sangue di lupo mannaro Alpha." Gli dissi.
"Lupo Alpha hai detto?" Mi chiese accigliandosi leggermente.
"Si, mi è stata iniettata contro la mia volontà, io ero felice di essere quello che ero e adesso..." Lui mi interruppe e mi fece ancora una delle sue domande.
"Non ti piace essere più forte, più veloce, avere sensi più acuti, essere superiore a qualsiasi essere umano?" Chiese guardandomi.
Mi fermai per un attimo e lo guardai.
"In realtà, non lo so, non so se sia una cosa negativa o positiva, non so se sia giusto o sbagliato. Ho ancora molto da imparare sul mio nuovo essere." Gli risposi."Ti piacerebbe conoscere il mio branco? Lì potranno insegnarti tutto ciò che c'è da sapere sul mondo dei lupi, conoscerai i tuoi simili e potranno aiutarti in caso tu ne avessi bisogno." Mi disse. Lo guardai con meraviglia, non mi sarei mai aspettata una proposta del genere da lui, soprattutto perché nei suoi confronti non ero affatto simpatica, eppure, nonostante ciò lui non aveva altro che l'intenzione di aiutarmi.
"I-io... non lo so, mi hai colta alla sprovvista." Gli risposi.
"Sai, dove vivo io, non fanno altro che parlare del lupo dagli occhi dorati, sei diventata una leggenda per loro." Disse sorridendomi.
Lo guardai poi accennai un piccolo sorriso. "Una leggenda? Che assurdità. Sono solo un esperimento ben riuscito." Gli dissi.
"Un bellissimo esperimento." Disse prendendo altre decorazioni dagli scatoloni, poi continuò: "Allora? Ci penserai su?" Mi chiese.
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Change Of Life.
Werewolf"È sbagliato, tu, noi, non dovremmo essere qui, così vicini a scambiarci sguardi che parlano da soli senza nemmeno aprir bocca."