La prima panchina che vedemmo fu occupata da noi.
"Cavolo! È freddissima." Dissi tremando dal freddo.
Lui sorrise e mi poggiò un braccio sulle spalle per poi stringermi a sé.
"Spero che così vada meglio." Disse."Molto meglio, grazie." Gli risposi sorridendo.
"Comunque, mi chiedevo se ti avrebbe fatto piacere studiare insieme in questi ultimi giorni di scuola, prima che arrivino le vacanze natalizie."
Mi chiese. Era la prima volta che mi chiedeva di studiare con lui e questa proposta mi faceva destare dei sospetti."Ci conosciamo da così tanto tempo e me lo chiedi solo adesso?" Dissi guardandolo.
"Vorrei passare più tempo con la mia migliore amica. Ti dispiace?" Mi chiese, poi continuò: "Ho sempre voluto passare più tempo con te dopo scuola, ma a causa di tuo padre non sapevo se fosse la cosa giusta da fare, di solito non ti lascia uscire." Mi disse.
"Beh, in effetti hai ragione, in ogni caso, mi piacerebbe molto vederci più spesso, però avresti potuto dirmelo prima, avrei trovato un acordo con mio padre." Gli chiesi.
"Sai, i miei stanno divorziando e a casa mia regna il caos più totale, non avrei voluto metterti a disagio assistendo ai loro litigi." Disse.
"Mh, capisco, mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo." Cercai di essergli di conforto, ma non ero affatto brava in queste cose.
"Tranquilla, ormai ho imparato a conviverci." Rispose lui. "Non vedevo l'ora di vederti sai?" Mi disse cambiando completamente argomento.
"Ma quanta dolcezza oggi." Dissi sorridendogli.
"Voglio approfittarne, non credo che durante le vacanze natalizie tuo padre ti lasci uscire spesso." Disse.
"Si, lo penso anch'io." Dissi abbassando lo sguardo. La nostra chiacchierata prendeva continuamente pieghe diverse, parlammo di diversi argomenti, del più e del meno. Mi parlò dei suoi genitori e del divorzio che stavano affrontando, mentre io gli parlavo di quanto fosse pressante vivere sotto lo stesso tetto con un folle come mio padre. Fu una lunga e piacevole conversazione, ma questa fu interrotta da me quando Andy si accorse che ero distratta da qualcosa e che non gli stavo più dando ascolto.
"Nancy, hey, va tutto bene?" Mi chiese, ma io non gli risposi. Quella sagoma era di nuovo lì ad osservarmi in lontananza, non riuscivo a scollargli gli occhi di dosso e solo dopo aver ricevuto un leggero scossone da Andy ritornai ad essere presente nel mondo reale. "Nancy, sembra che tu abbia visto un fantasma, cosa c'è?" Mi chiese.
Io lo guardai, poi ripresi a guardare il punto in cui avevo visto quella sagoma, ma ormai non c'era più, sparita nel nulla. Non mi spiegavo il fatto che fosse così veloce, era umanamente impossibile sparire in un batter d'occhio.
"Ehm... Io... credevo di aver visto qualcuno." Gli risposi."Chi vuoi che esca in un giorno così freddo? Solo due folli come noi." Mi disse sorridendo. Io ricambiai il sorriso.
"Adesso devo proprio andare o mio padre mi punirà severamente." Gli dissi alzandomi dalla panchina.
Lui si alzò dopo di me e mi sorrise.
"Hai ragione, ti ho trattenuta più a lungo del solito, non voglio che tuo padre ti punisca a causa mia." Mi disse."Allora ci vediamo domani a casa tua?" Gli chiesi sorridendo.
"Certo!" Mi rispose con entusiasmo, poi continuò: "Alle sedici e trenta va bene?"
"Direi che è perfetto!" Gli risposi con un grosso sorriso sulle labbra.
"Ti accompagno a casa, abiti in un luogo isolato, le strade sono buie e deserte, non voglio lasciarti andare da sola." Mi disse.
"Ma no tranquillo, non ce n'è bisogno." Gli dissi.
"Insisto, non voglio che ti accada nulla." Disse.
"Cosa potrebbe mai accadermi? Sta tranquillo." Gli risposi ancora. Ovviamente non credevo sul serio a quello che gli stavo dicendo, soprattutto dopo aver visto quella sagoma oscura che mi osservava, ma dovevo restare da sola per capire cosa fosse quella cosa. Lui sospirò e annuì.
"Va bene, ma sta attenta e per qualsiasi cosa, chiamami immediatamente." Mi raccomandò.
"Lo farò." Ci salutammo con un affettuoso abbraccio e usciti dal parco ci dividemmo ognuno per la propria strada. Ero finalmente sola, di nuovo, e questo mi diede la possibilità di camminare più lentamente e di osservare meglio ciò che avevo intorno. "Su fatti vedere! Cosa sei?!" Dissi fra me e me. A metà strada mi accorsi di avere un laccio della scarpa sciolto, così mi fermai e mi abbassai per riallacciarlo, ma improvvisamente due piedi mi si fermarono proprio davanti, spalancai gli occhi, mi venne la pelle d'oca al solo pensiero che quell'ombra fosse a pochi centimetri da me, ma mi bastò alzare il viso per vederla scappare con una velocità assurda. Rimasi scioccata da ciò che avevo visto, forse mio padre non era così folle come credevo o forse stavo impazzendo anch'io. Corsi immediatamente a casa col cuore che batteva fuori dalla norma, arrivata presi le mie chiavi dalla giacca e la infilai nella serratura dopo vari tentativi a causa delle mie mani tremanti, aprii la porta ed entrai velocemente chiudendola nello stesso modo. "Papà!" Urlai nonostante avessi il fiatone.
Solo dopo circa dieci minuti sentii la sua voce che mi confermò che era ancora in casa.
"Finalmente sei tornata!" Mi disse con un tono strano, difficile da descrivere, ma di certo era un tono con cui non si era mai rivolto a me.

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Change Of Life.
Werewolf"È sbagliato, tu, noi, non dovremmo essere qui, così vicini a scambiarci sguardi che parlano da soli senza nemmeno aprir bocca."