41 CAPITOLO

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Mi girai di scatto pronta a tirare un pugno a chiunque mi stesse toccando, ma quella stessa persona bloccò il mio attacco.

"Hey calma." Sentire quella voce mi tranquillizzò.

"Victor, mi hai spaventata!" Dissi guardandolo.

"Papà ti ha trovata vero?" Mi chiese ed io annuii, lui continuò: "Ti ha anche ferita." Disse guardando la mia spalla.

"È solo qualche graffio, ma come fai a saperlo?" Gli chiesi.

"Perché Andy é venuto a cercare me." Mi rispose.

"Hanno preferito attaccarci mentre eravamo separati, in ogni caso so come ucciderlo, serve un Alpha e quell'Alpha sono io. Stavo per ucciderlo e proprio sul più bello é scomparso ed io non sono riuscita a fare nulla per fermarlo." Gli raccontai.

"La stessa identica cosa che é successa a me, ci sono rimasto così male!" Mi rispose lui.

"Non dirlo a me, me lo sono lasciata sfuggire come un idiota." Dissi ancora nervosa al solo pensiero.

"Andiamo a casa adesso, si sta facendo tardi." Disse guardandomi. Io annuii e insieme ci dirigemmo verso casa. In un primo momento ci fu un silenzio assordante, poi lui decise di rompere il ghiaccio e chiedermi dell'appuntamento con Stefan.

"Com'è andata con Stefan?" Mi chiese tenendo il capo basso.

"Bene, prima che arrivasse mio padre a rovinare tutto, quasi uccideva Stefan, tu dove sei stato invece?" Gli chiesi.

"Sono uscito con una ragazza." Mi rispose. A quelle parole mi voltai di scatto a guardarlo e le mie mani iniziarono a tremare dal nervoso.

"Con una... r-ragazza?!" Gli chiesi cercando di trattenere il mio lato da psicopatica.

"Si, una di quelle che ha cercato di invitarmi al ballo." Rispose guardandomi.

"Oh, capisco... come la trovi?" Gli chiesi cercando di restare calma.

"È carina, molto dolce e molto simpatica, mi sono sentito molto a mio agio con lei." Mi rispose senza nemmeno guardarmi e faceva bene, perché più mi parlava di lei e più mi urtava al sistema nervoso.

"B-beh, ciò che importa è che tu stia bene con lei e che non ti deluda." Dissi abbassando lo sguardo.

"Come hai fatto tu?" Disse guardandomi. La sua frecciatina mi colpì subito al petto ferendomi profondamente.

"L'ho fatto per il bene di entrambi, non era mia intenzione deluderti." Gli risposi con tono al quanto freddo.

"Tu non capisci, forse non capirai mai come ci si sente." Disse continuando a guardare dritto davanti a sé. Quello fu troppo, ero stanca di sentirgli fare la vittima, ero stanca di sentirmi in colpa per aver fatto la scelta giusta.

"Basta Victor! Se il tuo intento é quello di farmi sentire in colpa sappi che non ci stai riuscendo! Io sono stata più che giusta, perché tu sei mio fratello!" Dissi guardandolo ed urlandogli contro. Lui mi guardò spiazzato e non osò pronunciare parola; proseguimmo il cammino in silenzio fino ad arrivare a casa. La serata sembrava non finire mai, io e Victor a stento ci guardavano, così dopo cena decisi di rifugiarmi in camera mia e a pensare a tutta quella situazione. Ero gelosa e questo era palese, mi irritava che Victor potesse uscire con qualcun'altra, ma di certo non avrei potuto dirglielo, dovevo accettare la cosa come lui aveva accettato la relazione fra me e Stefan. "Odio terribilmente questa situazione." Dissi fra me e me, feci in profondo respiro poi decisi di cambiarmi e indossare il pigiama. Intanto fuori l'inverno si faceva ancora sentire, i fiocchi di neve cadevano dal cielo lenti e si posavano sul manto bianco di neve caduta in precedenza, era uno spettacolo meraviglioso ogni volta, così mi avvicinai alla finestra e mi sedetti sul davanzale. "Era da un po' che non nevicava." Dissi ancora parlando fra me e me. Restai lì tutta la sera, mi faceva bene restare sola, mi aiutava a riflettere su me stessa e su tutto ciò che succedeva intorno a me. Fattosi ormai tardi decisi di andare a letto e riposare, scesi dal davanzale della finestra e alzato il capo ritrovai Victor proprio di fronte a me.

"Mi hai lasciato solo." Mi disse.

"Perché restare? Ormai parliamo solo per litigare." Gli risposi.

"Questo non cambia il fatto che tu mi abbia lasciato solo, bisogna affrontare le cose, non scappare da esse." Disse lui.

"Lo so e mi dispiace, ma sai... restare sola mi aiuta a pensare." Gli risposi.

"A cosa pensi?" Mi chiese.

"Ricordi il primo giorno che ci siamo conosciuti? Quando non sapevamo ancora di essere fratelli?" Gli chiesi.

"Lo ricordo perfettamente, come potrei dimenticarmene." Disse accennando un piccolo sorriso.

"Non facevamo altro che litigare, proprio come sta succedendo in questo periodo." Dissi guardandolo.

"Poi una certa ragazza ha costretto il sottoscritto a fare una promessa, ovvero quella di restare sempre insieme, qualsiasi cosa fosse accaduta." Disse avvicinandosi a me e accarezzandomi i capelli.

"Sono ancora decisa a mantenere questa promessa, nulla mi farà cambiare idea." Dissi guardandolo dritto negli occhi.

"Anch'io non cambierò mai idea, ma adesso si è fatto tardi, andiamo a letto." Disse allontanandosi da me e andando a letto. Io restai a guardarlo per qualche minuto poi annuii e lo raggiunsi, entrambi ci coprimmo con le morbide e calde coperte di pile. Mi sentivo davvero stanca, approfittai che Victor stesse girato di spalle e controllai la spalla che mio padre mi aveva ferita, per fortuna i segni erano quasi del tutto spariti. Mi girai da un lato e chiusi gli occhi cadendo in pochi minuti in un sonno profondo.

Mi risvegliai nuovamente in quella stanza buia dove vidi mio padre uccidere mia madre qualche giorno prima, mi guardai intorno, ma non c'era nessuno, sentivo solo una voce che rimbombare in quell'enorme spazio nero e quella voce era di mio padre.

Change Of Life.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora