70 CAPITOLO

2.7K 215 15
                                    

Sapevo che avrei dovuto staccarmi da lui prima che fosse troppo tardi, ma non riuscivo a non smettere di bere, era una sensazione quasi liberatoria, ma ben presto ripresi il controllo delle mie azioni e mi staccai dal suo collo. Il suo sangue era dolce, mi piaceva tanto e ne volevo ancora, ma non potevo, non potevo lasciar morire Stefan, per un mio capriccio, o meglio, per il mio egoismo.
Victor mi tirò immediatamente a sé e mi portò fuori, avevo le labbra sporche di sangue che pulii con il dorso della mano, sentii lo sguardo di tutti puntato addosso, così Victor mi fece allontanare dagli altri e ci isolammo per qualche minuto. Intanto Peter rimase in casa e fece ciò che avrei dovuto fare io, ovvero, far bere il suo sangue a Stefan per salvargli la vita.

"Tranquillo non diventerai un vampiro." Gli disse accennandogli un dolce sorriso. Stefan bevve senza esitare, non era ancora pronto a morire

"G-grazie." Gli rispose Stefan con un filo di voce prima di chiudere gli occhi. Peter lo guardò come se provasse compassione per lui, non capiva perché il male veniva fatto sempre a persone che non lo meritavano. Lo guardò ancora per qualche secondo dopodiché lasciò l'abitazione. Tutti gli chiesero come stesse Stefan e lui li tranquillizzò dicendo:

"Domani sarà come nuovo, ma ha bisogno di molto riposo." Disse prima di raggiungere Victor. "Hey." Gli disse.

"Abbiamo un grosso problema." Gli disse Victor.

"Sembra che tu adesso ti sia tranquillizzato, credo di sapere quale sia il problema." Disse Peter guardandolo.

"Nancy non sta bene, é assetata di sangue umano. Non avrebbe dovuto berne, adesso ne vorrà ancora." Gli rispose Victor che al contrario non sembrava affatto tranquillo. Peter mi guardò, ero seduta ai piedi di un grosso albero a testa bassa, tenevo gli occhi chiusi e facevo respiri profondi per controllare la mia sete di sangue. Era diventata una dipendenza e sapevo bene che ogni tipo di dipendenza era cattiva, non importava se il narcotico, l'alcool, la morfina o la droga, la mia era pur sempre una dipendenza e dovevo assolutamente fare in modo di superarla.

"Vado a parlarle." Gli disse Peter venendo verso di me, ma Victor lo fermò afferrandolo per un polso.

"Aspetta... se dovesse morderti, mica rischieresti di..." Peter lo interruppe e lo rassicurò.

"No tranquillo, non morirò, per uccidere un ibrido non bastano arnesi d'argento, un paletto nel cuore e né tantomeno il morso di un altro ibrido." Gli disse prima di raggiungermi. "Hey, posso sedermi accanto a te?" Mi chiese. Io annuii e lui si sedette di fronte a me e mi scostò i capelli dal viso. "Come stai?" Mi chiesi.

"Come vuoi che stia? Stavo per uccidere uno sei miei più cari amici e come se non bastasse, non riesco nemmeno a controllare la mia sete, il mio istinto non fa altro che spingermi ad uccidere e bere sangue. Sono diventata un mostro Peter, sono diventata come lui, hai sempre avuto ragione, sono come mio padre e come lui non merito di vivere. Non voglio vivere se per restare in vita avrò bisogno di uccidere altre persone." Dissi guardandolo con le lacrime agli occhi.

"Hey, guardami." Mi disse, ma io scossi la testa così lui mi afferrò il viso con entrambe le mani e fece in modo che io lo guardassi dritto negli occhi. I suoi occhi ibridi brillavano più del solito, l'arancio che li colorava era molto più acceso ed intenso; erano bellissimi. "Tu non sei come lui, ho imparato a conoscerti e adesso posso dire di conoscerti abbastanza bene da esserne certo. Anch'io ho avuto questo problema, ma l'ho superato e come me puoi superarlo anche tu. Devi essere forte Nancy, la forza di volontà è un muscolo da allenare. Se vuoi farlo, puoi farlo." Mi disse. Io pensai a fondo alle sue parole, lui aveva ragione, io volevo vivere e soprattutto lasciar vivere e per fare ciò mi sarebbe servito tutto l'aiuto possibile, ma soprattutto una gran dose di forza di volontà. Se volevo, potevo.

"Grazie, le tue parole mi fanno sentire un po' meglio." Dissi accennando un leggero sorriso.

"Sono il tuo migliore amico, è mio dovere guidarti sulla retta via ed aiutarti ad affrontare qualsiasi difficoltà." Mi rispose accarezzandomi dolcemente il viso.

"Stefan come sta? Ti prego, dimmi che starà bene." Dissi guardandolo.

"Stara bene tranquilla, per fortuna sei riuscita a fermarti in tempo, non lo hai ucciso." Mi rispose.

"Ma non l'ho nemmeno salvato, se non ci fossi stato tu a quest'ora lui sarebbe morto." Gli dissi abbassando nuovamente il capo.

"Adesso non pensarci, andiamo da Victor che ci sta aspettando." Mi disse. Si alzò poi mi diede una mano e mi tirò su e insieme raggiungemmo mio fratello.

"Hey, tutt'ok?" Ci chiese Victor. Il suo sguardo si posò prima su Peter, poi su di me.

"Si, per il momento." Gli risposi. Tutti o quasi tutti rientrarono nelle proprie abitazioni, mentre le prime luci dell'alba iniziarono ad illuminare l'intero villaggio, ma qualcosa di strano attirò la nostra attenzione. Dei nuvoloni neri ricoprirono il cielo oscurando nuovamente il bosco, era un fenomeno strano ed innaturale; lo sguardo di tutti si rivolse verso l'alto.

"C-cosa sta succedendo? Non è affatto un fenomeno naturale." Disse uno dei licantropi. Di certo io non ero colei che avrebbe saputo rispondere a quella domanda, ciò che stavo vedendo era nuovo anche per me e per tutti gli altri.

Change Of Life.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora