87 CAPITOLO

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Ucciderlo era una delle cose migliori da fare, prima che scoprissi il motivo per cui mio padre fosse così cambiato. Non volevo ricorrere alla magia, non avrei rispettato il volere di mio padre, ma solo essa poteva riportarlo in vita.

"Non può essere l'unica soluzione... non mi fido né della magia né delle streghe, buone o cattive che siano." Dissi fra me e me. Una voce però interruppe i miei pensieri.

"Dovreste smettila di pensarci." Io mi voltai e notai che David era rimasto lì, tutto il tempo ad ascoltarmi.

"Non sai nemmeno a cosa mi riferivo."
Gli risposi guardamdolo.

"Non sono un ibrido, non riesco a percepire al volo tutto cio che le succede come fa la sua guardia del corpo, ma non sono nemmeno stupido da non capire, so cosa è successo al re." Disse sedendosi sull'erba accanto a me. Io lo guardai, dopodiché abbassai il capo e non osai proferire parola, ma lui poggiò la sua mano sulla mia e riprese a parlare: "Le do del tu, in ogni caso principessa, ti stai lasciando sconfiggere dai sensi di colpa per aver ucciso il re, non riesci ad uscirne perché pensi che la causa della sua morte sia stata tu, e forse è anche vero, ma prova ad immaginare cosa sarebbe successo se tu non lo avresti fatto. So però come ti senti, non saresti mai voluta nascere, ma se tu sei nata è perché sei destinata a fare grandi cose, ognuno di noi è nato per compiere una missione. Credi che i licantropi e i vampiri fossero mai riusciti a comunicare? Adesso quasi si amano e questo è solo grazie a te. Tu Nancy, sei la salvezza dell'intero regno, sei citata nelle leggende, sei la principessa che non ha mai indossato una corona. Tu sei una guerriera e le guerriere non si arrendono mai al primo taglio di spada. Il popolo ha bisogno di te." Disse guardandomi dritto negli occhi. I suoi occhi erano rosso sangue e solo alla fine del suo discorso me ne resi conto.

"Sei un vampiro premonitore, vero?" Gli chiesi. I vampiri premonitori erano capaci di percepire lo stato d'animo delle persone semplicemente toccandole.

"Esatto, ognuno di noi ha un dono, il tuo adesso lo sai già." Disse alzandosi e rientrando nel palazzo. Lo guardai rientrare, poi guardai la mia mano, la mano che David aveva stretto per tutto il tempo, poi ripensai alle sue parole: “sei la salvezza dell'intero regno.”

"E se non dovessi farcela? Se dovessi fallire? Cosa penseranno di me?" Dissi fra me e me. Le probabilità di fallire erano altre e la mia paura che accadesse era proporzionale alle probabilità di fallimento. Alzai la testa guardando l'azzurro immenso del cielo e sospirai. Guardare il cielo e sentire il vento sul viso e fra i capelli era per me come una boccata d'aria pura che spazzava via dalla mia mente ogni pensiero negativo. "Va bene Nancy, sei una guerriera e le guerriere non si arrendono mai al primo taglio di spada, finalmente avrò la possibilità di vendicare mio padre e fare il culo a tutte quelle maledette streghe!" Credevo molto in ciò che stavo dicendo è proprio per questo motivo che non avevo nessuna intenzione di cedere. Mi sentivo decisamente meglio, le parole di David mi avevano fatta riflettere e incoraggiato, non volevo deludere nessuno, nemmeno lui. Rientrai nel palazzo quando ormai era ora di pranzo, ci accomodammo a tavola e della montagna di cibo che ci era stato servito rimasero solo le briciole. Dovevamo affrontare un lungo viaggio e per restare in forze la servitù ci aveva preparato tanto buon cibo sostanzioso. Peter e David notarono uno spirito diverso in me, notarono quanto fossi agguerrita e combattiva e ciò non poté fare a meno di farli sorridere, erano felici di vedere la loro principessa sicura di sé, senza farsi trasportare dalla negatività e dalle paranoie. Finito di pranzare ognuno riprese a compiere i propri doveri; io mi diressi in camera mia e preparai tutto ciò che mi sarebbe potuto essere utile per il giorno seguente. "Sarà un lungo viaggio, meglio essere ben armati." Preparai su un mobile una serie di pugnali magici, gli stessi che mi servii per uccidere la strega che “proteggeva” mio padre. Quel pomeriggio sembrò volare, il sole iniziò a nascondersi dietro i monti dando così spazio alla Luna e alle stelle. Tutti noi decidemmo di sederci fuori ad osservare il sole tramontare, quello probabilmente sarebbe potuto essere il nostro ultimo tramonto o l'inizio di altri più belli. La nostra era una battaglia rischiosa quindi decidemmo di goderci il più possibile quel momento. Quando il sole era ormai scomparso decidemmo di alzarci e di riunirci tutti a tavola, nessuno volle cenare, decidemmo di discutere per tutta la notte di ciò che ci avrebbe aspettato il giorno seguente.

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