37 CAPITOLO

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Sapevo perfettamente che le mie scuse non avrebbero riportato il signor Tylor in vita, ma non avrei potuto fare altro.

"Non puoi arrabbiarti così per una cosa che non abbiamo fatto, anche noi siamo vittime di nostro padre." Dissi guardandolo.

"Stefan, Nancy ha ragione, non puoi incolparli per una cosa che ha fatto loro padre." Disse la donna, ma Stefan era troppo arrabbiato per darle ascolto, così decise di lasciare il salotto e andare via per sbollire la rabbia e realizzare il tutto.

"Stefan ti prego." Dissi seguendolo. Lui raggiunse la sua camera e proprio mentre stava per chiudere la porta io la bloccai col piede ed entrai. "Non puoi  odiarmi per una cosa che non ho fatto. Sai bene anche tu che non avrei mai voluto essere tutto questo, perché mai avrei voluto la morte di tuo padre? Non sarei mai capace di fare una cosa simile." Dissi guardandolo, lui sospirò e mi guardò in silenzio, senza dire una parola. "Stefan non voglio perdere il mio migliore amico ancora una volta." Dissi avvicinandomi a lui.

"Migliore amico?" Mi chiese avvicinandosi di qualche passo, con una mano mi afferrò il viso e mi guardò fissa negli occhi. "Guardami negli occhi." Mi disse ed io gli ubbidii. Non appena i nostri sguardi si incrociarono i suoi si colorarono di giallo, mentre i miei lentamente brillarono di un leggero colore dorato. "Mi piaci da morire Nancy War, sin dal primo giorno in cui ti ho vista." Disse abbassando lo sguardo sulle mie labbra.

"Io credevo che..." Non ebbi il tempo per terminare la frase che lui posò le sue labbra sulle mie e mi strinse forte a sé. Appoggiai le mani sul suo petto cercando di allontanarlo, ma mi teneva ben stretta a sé, non che mi dispiacesse, a me piaceva, ma sapevo che qualcosa fra noi non avrebbe funzionato, così non appena ne ebbi la possibilità lo allontanai da me e abbassai il capo.

"Ti prego, non allontanarti." Mi disse.

"Stefan io... non voglio perderti, ma..." Ancora una volta mi interruppe, mi si avvicinò e mi poggiò entrambe le mani sulle spalle.

"Lo so che ti piaccio, lo sento, perché lo neghi?" Mi chiese.

"Non lo nego affatto, tu mi piaci ma... c'è qualcosa che mi blocca, non so cosa sia ma c'è." Dissi guardandolo, poi continuai: "A me basta sapere che non mi odierai."

"Anche se avessi voluto non ci sarei riuscito, sei davvero speciale per me e  vorrei provarci seriamente con te." Disse guardandomi. Le sue parole mi fecero sorridere.

"Quante ragazze hai fatto soffrire?" Gli chiesi incuriosita.

"Che domanda impertinente." Mi rispose sorridendo.

"Maschilista." Dissi incrociando le braccia al petto e con un sorrisino beffardo sul volto.

"Per te sarei disposto a cambiare." Disse appoggiandosi con la schiena alla porta della sua camera e incrociando anch'egli le braccia al petto. Io lo guardai senza dargli una risposta, forse mi sbagliavo, forse Stefan sarebbe stato davvero il ragazzo giusto per me, ma ancora una volta sentivo qualcosa in me contraddire i miei pensieri. "Hey, tutt'ok?" Mi chiese guardandomi. Lo guardai ancora assolta dai miei pensieri, decisi di seguire l'istinto, così mi avvicinai a lui e senza fargli capire le mie intenzioni gli afferrai la maglietta e lo baciai dolcemente sulle labbra, lui non esitò nel ricambiare il mio bacio e dopo poco ci allontanammo. "Cosa significa questo?" Mi chiese accarezzandomi dolcemente il viso e tenendo ancora lo sguardo puntato sulle mie labbra rossastre.

"Significa che voglio provarci, proviamo a stare insieme e vediamo se funzionerà." Gli dissi.

"É se andrà male?" Mi chiese.

"Se andrà male resteremo amici e poi ci saranno tante altre ragazze a fare la fila per averti." Gli dissi guardandolo.

"Lo stesso varrebbe per te anche se preferirei che tutto andasse per il meglio." Disse lui. Io gli sorrisi senza dire nulla, ma un rumore attirò la nostra attenzione, qualcuno bussava alla porta così mi avvicinai ad essa e l'aprii.

"Ne avete per molto voi due?" Ci disse Victor col suo solito tono freddo e il suo sguardo agghiacciante, poi continuò: "Nancy, dobbiamo andare." Disse puntando il suo sguardo gelido su di me.

"Lei può anche restare, non è un problema, tu invece lo sei." Gli rispose Stefan con tono al quanto arrogante, ma io mi accigliai e gli tirai una gomitata sul fianco.

"Smettila." Gli dissi con sguardo serio e autoritario, poi guardai mio fratello e gli dissi che lo avrei raggiunto subito. Lui annuì e mi disse che mi avrebbe aspettata fuori prima di lasciare dalla stanza e una volta rimasti soli mi rivolsi nuovamente a Stefan. "Se vuoi che la nostra relazione non finisca prima di quanto tu non possa immaginare devi rispettare mio fratello, tutto chiaro?" Dissi guardandolo ancora in modo severo.

"Sarà difficile, ma per te farò qualunque cosa." Disse prendendomi una mano e baciandola dolcemente sul dorso.

"Bene." Dissi guardandolo, poi mi tirai la mano e mi avviai alla porta della camera per raggiungere mio fratello.

"Hey, aspetta!" Disse afferrandomi un polso.

"Cosa c'è?" Dissi voltandomi verso di lui.

"Non mi saluti?" Mi chiese, ma io mi tirai il braccio ancora una volta e mi voltai verso la porta.

"No, oggi non ti sei meritato il mio saluto, a presto." Dissi uscendo dalla sua camera e raggiunsi mio fratello. "Eccomi." Insieme salutammo i Tylor e andammo via dal villaggio. La nostra passeggiata fu accompagnata da un silenzio tombale fin quando Victor decise di rivolgermi la parola.

"Devo porti una domanda." Mi disse continuando a tenere puntato lo sguardo dritto davanti a sé.

"Dimmi pure." Gli risposi guardando nella sua stessa direzione.

"A te piace Stefan?" Mi chiese. Io lo guardai poi abbassai il capo.

"Perché questa domanda?" Gli chiesi continuando a camminare a testa bassa.

"Così non penserò più a te, me ne farò una ragione e andrò avanti con la mia vita." Mi rispose. Io lo guardai senza dire una sola parola, non volevo ferirlo o forse non volevo accettare ciò che provavo, ma ormai ciò che era fatto, era stato fatto. "Allora?" Mi chiese ancora guardandomi.

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