69 CAPITOLO

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Il lo guardai in modo serio, ma anche preoccupato, dovevo sapere cosa stava succedendo.
"Victor rispondimi!" Dissi alterando leggermente i toni, odiavo quando mi teneva sulle spine.

"Si e ho un brutto presentimento." Mi rispose lui.

"Anche tu credi che possa succedere qualcosa?" Gli chiesi.

"Non credo, ne sono convinto, i nostri sogni non sono semplici sogni e già accaduto qualche mese fa e potrebbe continuare ad accadere finché nostro padre sarà ancora in vita." Mi rispose.

"Allora propongo di andare a controllare al villaggio dei licantropi." Dissi guardandolo. Improvvisamente sentimmo tanti lupi ululare uno dopo l'altro, ciò spinse me e Victor a vestirci il più in fretta possibile. "Hai sentito?" Gli chiesi.

"Non sono mica sordo." Mi rispose abbottonandosi i suoi jeans neri. Subito dopo anche Peter ci raggiunse in camera.

"Ragazzi é successo qualcosa, dobbiamo andare immediatamente a controllare!" Sembrava abbastanza allarmato e non aveva tutti i torti, eravamo tutti preoccupati ed io lo ero soprattutto per Stefan, perché era colui che era stato ucciso nel mio sogno. Tutti noi annuimmo e insieme nel cuore della notte ci dirigemmo nel bosco raggiungendo così il villaggio. Tutti erano fuori le loro abitazioni, sembravano impauriti. Nostro padre aveva attaccato ancora e questo significava che i licantropi erano destinati a diminuire sempre di più perché non erano abbastanza forti da affrontarlo.

"Nancy, Victor vi prego aiutateci!" Disse il piccolo Matthew correndoci in contro, era in lacrime e tremava come una foglia.

"Matthew!" Lo strinsi forte a me, poi gli asciugai le lacrime agli occhi con le dita. "Non piangere, cos'è successo?" Gli chiesi, ma il ragazzino non riuscì a rispondere perché qualcos'altro attirò l'attenzione di tutti. Dei passi provenivano dall'oscurità del bosco e quando finalmente questa persona venne alla luce riconoscemmo lo zio di Stefan che lo teneva fra le braccia privo di sensi e pieno di ferite, era disperato. Tutti lo guardarono scioccati, me compresa, spalancai gli occhi nel rivedere di nuovo quella scena. "Stefan!"
Urlai correndo da lui, suo zio era in lacrime e sembrava aver perso le speranze. "Stefan, ti prego, non puoi morire, non devi morire!" Dissi accarezzandogli il viso mentre le lacrime iniziarono a rigare le mie guance. Victor si limitò ad abbassare il capo, mentre Peter si passò le mani fea i capelli sconcertato da ciò che stava vedendo. Quella scena fece riaffiorare in lui dei ricordi molto dolorosi della sua vita, la morte sei genitori, dei suoi amici e di tutte le persone a lui care, e la causa di tanto dolore non era cambiata, il re della distruzione era sempre lui; mio padre. Avrei voluto confortarlo, ma in quel momento non potevo occuparmi di lui, dovevo pensare a cose più importanti come la vita di Stefan. "Portatelo in casa per favore e che nessuno osi entrare!" Ordinai loro quasi con presunzione, dentro di me c'erano un miscuglio di emozioni negative che in qualche modo avrei dovuto sfogare. Così fecero, lo portarono in casa e lo adagiarono sul letto con molta delicatezza, poi ci lasciarono da soli. Mi sedetti accanto a lui, poggiai una mano sul suo petto, il suo cuore batteva ancora, anche se i battiti diventavano sempre più deboli. "É ancora vivo!" Dissi fra me e me, dovevo fare qualcosa prima che fosse troppo tardi. Lo guardai accarezzandogli dolcemente i capelli, poi provai a parlargli. "Riesci a sentirmi vero?" Gli chiesi. Lui con molta fatica aprì leggermente gli occhi e mi guardò. "Sentirai un po' di dolore, solo un po' ok?" Dissi accarezzandogli i capelli, lui annuì appena così mi abbassai sul suo collo e con le mie lunghe e affilate zanne lo morsi. Era la prima volta per me bere sangue direttamente dal corpo di una persona, forse ero stata troppo brusca, perché le sue urla di dolore fecero spaventare l'intero branco. Victor capì immediatamente cosa stessi facendo così si precipitò immediatamente da me.

"No! Nancy!" Urlò Victor, ma non appena vide la scena rimase fermo alla porta della stanza. Non riuscivo più a staccarmi da Stefan o meglio, non volevo, sentivo la forza aumentare in me ad ogni goccia che ingerivo del suo sangue. "Nancy fermati! Lo ucciderai se continui!" Urlò ancora Victor questa volta deciso ad avvicinarsi. Peter lo raggiunse e si fermò a guardare la scena. "Peter! Ti prego fermala!" Lo implorò.

"Non é mai andata a caccia?" Gli chiese Peter, ma Victor gli rispose scuotendo la testa, poi aggiunse:

"No, mai ed é questo che mi preoccupa, devi fermarla!" Gli disse, ma Peter scosse la testa.

"No, deve controllarsi da sola, capirà quando allontanarsi; devi solo darle più fiducia." Disse guardandolo.

"Peter lei non ha controllo! Si staccherà quando non avrà più sangue da bere!" Gli disse Victor, ma nonostante ciò sembrava spaventato, temeva che io attaccassi anche lui, che non avessi controllo, per questo chiedeva l'intervento di Peter.

"Aspetta ancora un po'." Gli rispose Peter. Intanto io continuai a bere quel dolce sangue, più né bevevo e più sentivo il bisogno di averne dell'altro, mentre Stefan diventava sempre più debole, pallido e freddo.

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