92 CAPITOLO

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Soletude era un piccolo regno abitato da vampiri cacciatori, proprio come David, ma questi erano molto più spietati, mettevano ansia al primo sguardo. Era un regno molto illuminato di giorno, il sole con i suoi raggi colorava il cielo di un rosa antico, era davvero uno spettacolo meraviglioso, ma di sera, tutta la bellezza diurna si trasformava in un paesaggio dell'orrore. Le strada diventavano completamente deserte e silenziose e nell'aria si calava una fitta nebbia che rendeva l'atmosfera ancora più sinistra.

"Sono solo le otto e trenta di sera è sembra ci sia il coprifuoco." Disse Peter.

"Chiunque si chiuderebbe in casa con un atmosfera così terrificante." Gli risposi.

"Guardala sotto un altro punto di vista, sono le otto e trenta di sera e non ho ancora messo niente sotto i denti, sto morendo di fame!" Disse Stefan.

"Hai ragione, non mettiamo qualcosa nello stomaco da quasi due giorni." Disse David.

"Se non mangio qualcosa giuro che finirò per sbranare qualcuno!" Disse Stefan quasi ringhiando, sembrava proprio che stesse per perdere il controllo e in effetti non aveva tutti i torti, tutti eravamo affamati tanto quanto lui.

"Dobbiamo resistere ancora un po', ce la possiamo fare." Disse Peter.

"Manca ancora un intero regno." Gli disse David.

"Non ricordarmelo o finirò per impazzire!" Disse Stefan, sembrava abbastanza nervoso.

"Smettetela, litigare non vi riempirà lo stomaco." Disse Peter cercando di riportare la calma fra i due.

"Non stiamo litigando è Stefan che deve smetterla di urlarmi contro." Gli rispose David accigliato. Peter scosse la testa e sospirò, dopodiché si accorse della mia "assenza" e mi si avvicinò.

"Hey, come mai così silenziosa?" Mi chiese.

"Ammira la bellezza di questo cielo notturno. Non ho mai visto un cielo così limpido e stellato." Dissi guardandolo. Lui alzò lo sguardo al cielo guardando quello spettacolo di stelle, poi sorrise.

"Già, é davvero stupendo." Disse tenendo lo sguardo rivolto verso l'alto. "Basta vedere tutto da una prospettiva diversa per rendersi conto che c'è qualcosa di bello anche lì dove credi che non ci sia." Continuò. Io lo guardai e gli sorrisi annuendo alle sue parole. Intanto Stefan e David continuavano a discutere del cibo e di quanto fossero affamati.

"Quei due sono peggio dei bambini." Gli dissi.

"Si, la fame sta facendo uscire Stefan fuori di testa." Mi rispose Peter.

"Come dargli torto, anch'io ho molta fame e non credo che riuscirò a resistere ancora a lungo." Gli risposi. Improvvisamente il cielo si coprì di fitte nubi grigie, la splendida vista si trasformò in qualcosa di spaventoso. Uno spaventoso fulmine colpì qualcosa poco distante da noi e ciò ci spaventò a morte. "Ma cosa sta succedendo!?" Dissi guardando il cielo.

"Sembra che il cielo minacci pioggia." Disse Peter, a quelle parole un forte acquazzone si abbatté su di noi.

"Stupendo! Ci mancava la pioggia!" Disse Stefan infuriato.

"Così dopo puzzerai anche di cane bagnato!" Gli rispose David, Stefan lo guardò e gli ringhiò contro.

"Adesso smettetela sono stufa di sentirvi discutere per cose stupide!" Urlai contro di loro mentre i miei occhi si dipinsero di arancio. Allungai le braccia verso di loro e con i miei poteri li sollevai dal terreno tenendoli a mezz'aria, i due finalmente decisero di darsi una tregua almeno fino a quando non fossimo giunti nel regno di Riften, ma proprio quando decisi di metterli giù i miei poteri sparirono improvvisamente lasciando così che Stefan e David cadessero.

"Ahi! Cazzo, un po' di delicatezza!" Disse Stefan alzandosi dolorante.

"Che male." Disse David massaggiandosi la schiena. Io guardai le mie mani, poi guardai i ragazzi.

"Ma cosa succede?! I miei poteri, sono come svaniti!" Dissi entrando nel panico, intanto i miei occhi ritornarono del loro colore naturale. David mi guardò e mi spiegò per quale motivo i miei poteri si fossero improvvisamente spenti.

"In alcune zone, dove il campo elettro-magnetico é più alto del solito i nostri poteri e le nostre abilità non funzionano." Mi spiegò David.

"Ma qui non ci sono centrali elettriche, né cavi elettrici! Siamo nel bel mezzo del nulla!" Gli risposi a tono alto, ero nel bel mezzo di una crisi isterica. Lui indicò i fulmini che intanto intanto illuminavano il cielo. Restai perplessa a guardarlo per qualche secondo, poi alzai lo sguardo al cielo e capii. "Cazzo! Come farò a proseguire senza i miei poteri!?" Gli chiesi.

"Fino ad ora non li hai usati nemmeno una volta, non credo ti serviranno in seguito." Mi rispose David. Non aveva tutti i torti, potevo cavarmela benissimo anche senza, ma sapere che li avessi con me mi facevano sentire più al sicuro. Feci un grosso sospiro per calmarmi e annuii.

"Tranquilla, ci sarò io a difenderti in caso di attacco e poi manca poco per il prossimo regno." Disse Peter. Io lo guardai e annuii, proseguimmo il cammino e proprio quando giungemmo ai confini del regno dei tizzi comparvero alle nostre spalle e senza darci il tempo di difenderci ci spezzarono il collo facendoci così perdere i sensi.

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