Dopo essermi calmata presi un grosso respiro e mi avvicinai al laboratorio di mio padre, percepivo qualcosa di strano nell'aria, qualcosa che non era bello.
"Papà?" Dissi guardandomi intorno, ma il laboratorio era come vuoto. Continuai a passeggiare per la stanza, ma di lui nessuna traccia, eppure ero più che convinta che la sua voce provenisse da quella stanza. Improvvisamente una gran forza mi spinse contro una parete, caddi facendomi molto male, ero terribilmente spaventata e non sapevo cos'altro fare se non piangere.
Alzai lentamente la testa cercando di capire chi avesse osato fare un gesto così violento, non appena riconobbi quel volto spalancai gli occhi. "P-papà.." Dissi con un filo di voce. "C-cosa succede?! Perché mi fai questo!?" Lui mi guardò con i suoi grossi occhi azzurri che in quel preciso istante mi guardavano con tanto disprezzo, non osò aprir bocca, mi afferrò per i capelli e mi tirò su bloccandomi al muro."Sta ferma e vedrai che non sentirai nulla." Mi disse.
"Cosa vuoi farmi!? Lasciami! Papà ti prego!" Dissi continuando ad urlare.
"Sta ferma." Mi disse con calma, le mie urla non lo sfioravano minimamente. Con la mano libera prese una siringa, dentro c'era un campione di sangue, lo stesso che poche ore prima mi aveva mostrato, lo riconobbi immediatamente.
"No! No! Non voglio essere oggetto dei tuoi esperimenti! Lasciami!" Dissi continuando ad urlare e a dimenarmi, ma sembrava tutto inutile.
"Vedrai, ti piacerà." Mi disse, poi mi afferrò il viso e mi girò la testa da un lato, avvicinò la siringa mio al collo e lentamente vi iniettò quel sangue infetto nel mio corpo. Il dolore fu indescrivibile e le lacrime versate innumerevoli. Quando estrasse la puntura dal collo mi lasciò e mi si allontanò di qualche passo, io scivolai giù lungo la parete fino a toccare il gelido pavimento. Perdevo sangue, non riuscivo a fare altro che piangere, non avevo forze sufficienti per fare altro; appoggiai una mano sul punto in cui sanguinavo e alzai il capo, ma ormai lui era già sparito.
"Perché? Io... non capisco." Dissi fra me e me, cosa avevo fatto per meritarmi una cosa del genere? Intanto le ore scorrevano, decisi di restare per un po' lì seduta per riprendere un minimo di forza, solo dopo qualche ora decisi di agire e fare qualcosa. "Restare qui a piagnucolare non mi sarà d'aiuto, devo darmi una mossa." Lentamente mi alzai e appoggiandomi al bancone riuscii a tenermi in piedi, a piccoli passi riuscii a raggiungere il bagno dove riuscii a specchiarmi e a guardare attraverso lo specchio il mio terribile aspetto. Mi ripulii il collo sporco di sangue, poi lentamente raggiunsi la mia camera e mi cambiai. La puzza di quel sangue sconosciuto sui miei vestiti mi infastidiva. Mi avvicinai alla finestra poggiando le mani sul davanzale, era buio pesto, si era fatto davvero tardi. Esausta mi avvicinai al letto e mi sedetti su di esso, senza nemmeno cenare decisi di fare una bella dormita e sperare che ciò che era accaduto fosse solo un terribile incubo.
Il giorno dopo, il Sole era alto in cielo, anche se qualche nuvola lo nascondeva i suoi raggi penetrava della finestra illuminando l'intera camera. Mi svegliai, la prima cosa che feci fu prendere il mio cellulare per vedere che ora fosse, erano ormai le dodici, troppo tardi per la scuola, così decisi di restare lì, a fissare il soffitto bianco e a pensare. Cercai di mettere insieme varie teorie che come un puzzle, pezzo per pezzo davano vita a qualcosa di molto più chiaro.
"Quella sagoma... Quell'essere oscuro che mi osservava, era lui." Dissi pensando ad alta voce. "Le scarpe! Si! Le scarpe di quella sagoma erano le stesse di quelle che portava mio padre ieri sera! Questa è la conferma schiacciante!" Ebbi qualche minuto di riflessione, poi appoggiai ancora una volta la mano sul lato del collo su cui mi aveva punto. "Come al soluto adesso è sparito, ma questa volta non la passerà liscia, lo cercherò e me la pagherà per ciò che mi ha fatto!" Dissi sicura di me. Mi alzai lentamente dal letto e andai a farmi una doccia veloce, mi vestii con gli stessi vestiti della sera precedente e uscii. Non sapevo dove si trovasse, ma sapevo che prima o poi l'avrei trovato, ero ostinata e decisa ad affrontarlo, sentivo che quella sarebbe stata la mia occasione per dimostrargli quanto valessi.
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Change Of Life.
Werewolf"È sbagliato, tu, noi, non dovremmo essere qui, così vicini a scambiarci sguardi che parlano da soli senza nemmeno aprir bocca."