91 CAPITOLO

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"A cosa stai aspettando?! Fai esplodere quel fottuto cuore!" Urlò Stefan contro Peter. Più scorreva il tempo e più la vita mi scorreva davanti, ero giunta al limite delle forze, ma proprio quando credevo che fosse ormai troppo tardi Peter con uno scatto felino infilzò il cuore della strega che esplose letteralmente, mettendo così fine alla mia agonia. Presi un grosso respiro, finalmente riuscivo a sentire l'aria nei polmoni.

"Oddio! Finalmente! Credevo di essere spacciata." Dissi alzandomi da terra con l'aiuto di Stefan e mi appoggiai con le spalle ad un albero lì vicino.

"Come stai?" Mi chiese Stefan, sembrava seriamente preoccupato, ma ora che tutto era finito sembrava essersi tranquillizzato.

"Adesso molto meglio." Gli risposi tranquizzandomi. Improvvisamente vidi Peter avvicinarsi. Io lo guardai senza capire cosa volesse fare, ma solo quando mi ritrovai fra le sue forti braccia mi resi conto di ritrovarmi nel bel mezzo di un suo affettuoso e raro abbraccio.

"Per fortuna stai bene, ho avuto tanta paura di perderti." Disse lui stringendomi forte a sé. Esitai per qualche secondo, poi ricambiai lentamente l'abbraccio stringendolo forte a me.

"Tu mi hai salvato la vita, grazie." Dissi staccandomi dall'abbraccio, lui fece lo stesso e per qualche secondo i nostri sguardi si incrociarono.

"Ragazzi, che ne dite di proseguire? So che probabilmente non abbiamo riposato granché ma, non mi piace questo posto. Magari uno di voi tre potrebbe guidarci nel buio." Propose David.

"Certo, anche a me questo posto non piace, soprattutto dopo quello che stava per accadere a Nancy, poi magari viaggiando questa notte potremmo anticipere un po' il nostro arrivo a Whinterold. Vado avanti io." Disse Stefan.

"Bene, allora andiamo." Dissi guardandoli. Guidati da Stefan, ci incamminammo verso il regno di Riften anche nel cuore della notte, con la speranza di arrivare a destinazione prima del previsto. Lungo il tragitto Peter mi affiancò e lentamente mi prese la mano iniziando a stringerla con molta timidezza, io guardai le nostre mani poi guardai lui.

"Cosa stai facendo? Perché mi tieni per mano?" Gli chiesi sotto voce.

"Beh, siamo migliori amici, una presa per mano non é mica la fine del mondo. Voglio che tu stia al sicuro, soprattutto dopo ciò che ti è appena accaduto." Mi rispose. Dopo ore e ore di viaggio, finalmente il sole iniziò ad innalzarsi e ad illuminare e a penetrare fra i rami degli alberi di quel fitto e infinito bosco.

"Hey guardate, in fondo c'é una luce, magari siamo alla fine di questo regno." Disse Stefan, tutti noi sorridemmo sollevati, un'altra tappa era andata.

"Probabile, proseguiamo, così lo scopriremo." Disse David. Velocemente corremmo verso la luce e proprio come immaginavamo finalmente eravamo giunti alla dine di quel maledetto bosco.

"Finalmente riesco a vedere luce del sole, che bella sensazione!" Dissi sorridendo.

"Si, ma la nostra missione non é ancora finita." Disse David guardandoci.

"Quanto manca ancora per arrivare a Whinterold?" Gli chiese Peter. David tirò fuori dalla tasca una specie di "bussola" che mostrava la direzione da prendere e anche la distanza dal luogo in cui ci trovavamo fino al luogo in cui dovevamo arrivare.

"Diciamo che per essere arrivati fin qui in un giorno siamo a buon punto, ma manca ancora un bel po', dobbiamo ancora attraversare il regno Solitude e il regno di Morthal." Gli rispose David.

"Dai nomi suppongo che siano abitati da fate ed unicorni." Dissi ironica.

"Beh, guarda il lato positivo, mancano solo due regni e non sono nemmeno enormi come questo che abbiamo appena attraversato." Disse David divertito dalle mie parole.

"Non so voi, ma a me sta venendo fame."
Disse Stefan guardandoci.

"Non sei l'unico, qui tutti abbiamo fame, ma dobbiamo mantenere la calma e il controllo di noi stessi se non vogliamo azzannarci a vicenda, dato che abbiamo portato tutto con noi tranne qualcosa da mettere sotto i denti." Disse Peter.

"La mia fame per il momento é sopportabile e spero che riesca a resistere e mantenere il controllo fino a quando saremo giunti a destinazione." Dissi loro.

"Avresti dovuto pensare tu al cibo, sei l'unica ragazza." Mi disse Peter.

"È quindi? Avrei dovuto pensare io allo stomaco di tutti voi?!" Gli risposi accigliata, quella fu la mia occasione per lasciargli la mano. David e Stefan ci guardarono, poi sospirarono.

"Dai, smettetela di litigare e proseguiamo." Disse David. Io e Peter ci scambiammo delle occhiataccie, ma ciò non fermò il nostro lungo viaggio. Pochi passi più avanti entrammo finalmente nel regno di Soletude.

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