2.

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Era stata una giornata lunga e faticosa e non vedevo l'ora di buttarmi sul divano.

Le mie preghiere vennero ascoltate perché il suono della fine delle lezioni suonò, tutti i ragazzi uscirono dalla classe come dei rinoceronti, Bhe come biasimarli.

Presi i libri e uscì dalla classe con Lilly " cucciola io devo andare i miei genitori si incavolano se non mi vedono a casa " sbuffo Lilly, annuì e la salutai con un abbraccio e un bacio in guancia e lei ricambiò.

Quando fui fuori dai cancelli presi il mio telefono e misi la musica, il ritorno a casa fu come sempre il solito incubo, quella sensazione io la odio e come se ti senti in trappola e non puoi scappare e come essere in gabbia.

Dopo interminabili minuti mi trovai davanti all'enorme cancello di casa Blake, con le chiavi aprì il cancello e percorsi il piccolo vialetto che conduceva davanti a un enorme porta bianca, aprì anche questa ed entrai chiudendola alle mie spalle.

Tirai un sospiro di solievo, la casa non tralasciava rumore era deserta come sempre, buttai lo zaino in un punto non definito della stanza, poggiai la giacca e andai in cucina, sul tavolo c'era un bigliettino.

Cara ci dispiace davvero tanto non potertelo dire di persona, e ci scusiamo se non ti abbiamo salutato neanche. Io e tuo padre dobbiamo andare fuori città per un periodo molto lungo, praticamente un mese.

Sappiamo che di te ci si può fidare ti vogliamo bene.

Mamma e papà.

Il mio viso venne rigato da tantissime goccioline calde e salate che sapevano di odio e rabbia, UN MESE.

Corsi in camera e scoppiai in un pianto disperato, un mese un mese uno stupidissimo mese senza i miei genitori, anche se sono già abbastanza grande da poter star da sola per così tanto tempo da sola.

Sono sempre così, mi lasciano sempre da sola, sembra che lo faccino a posta, non sono mai riuscita a stare sola con loro mai, e le rarissime volte che succedeva mi piantavano li come un ebete. Non sono mai riuscita a fare shopping con mia mamma, e de la tipica cosa che alcune ragazza della mia età fanno.

Ma io non sono mai stata una ragazza normale, non ho mai avuto una vita normale i miei genitori non ci sono mai stati fisicamente. Vorrei sparire in questo momento vorrei non essere mai esistita.

Il mio pianto risuonava per tutta la casa, quando il mio telefono vibrò, non avevo proprio voglia di guardarlo, ma la curiosità era troppa.

Da sconosciuto: ti prego piccola non piangere fai stare male anche me, tutto tornerà come prima.

Lessi quel messaggio più volte, e non feci altro che aumentare le mie lacrime, ormai lo schermo era bagnato da tutte quelle goccioline salate che uscivano dai miei occhi, la paura, la rabbia presero il possesso del mio corpo.

Spensi il telefono e lo buttai il più lontano da me, anche se alla fine atterrò sul letto.

Sbattei la testa contro i cuscini soffici e la stanchezza prese la meglio su di me, i miei occhi non reagivano più volevano chiudersi e lasciarsi alle spalle tutto, ma io non potevo.

 You Are Mine ( In Revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora