11.

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Sentivo delle fitte alla testa, il mio respiro era tornato visto che mi ricordo di stare per soffocare da una mano.

I miei occhi erano pesanti e facevo fatica ad aprirli, la giornata di ieri mi passò cosi veloce in testa.

~~~
Stavamo camminando verso il cancelletto che ci avrebbe portato al giardino delle rose.

" Lilly aspetta" le dissi prendendola per il polso " cosa c'è Sidny" chiese, " ho un brutto presentimento e lo sai che quando succede non e niente di bello" dissi cercando di mantenere la calma.

" i ragazzi più fighi del galà ci hanno invitato a ballare dedicato una canzone e dato un bacio in guancia cosa vuoi mai che succeda" disse, forse mi stavo solo sbagliando, si di sicuro e così.

" si forse sono io che sono strana" dissi ridendo, ma non so perché la mia coscienza diceva di no, le presi la mano e andammo davanti al cancello che ci separava dal giardino delle rose bianche, senza esitare Lilly lo aprì e ci portammo dentro.

Era vuoto i ragazzi non c'erano c'era solo un silenzio inquietante, tutto questo e strano, all'improvviso senti una mano sulla mia bocca e sul naso, cercai di dimenarmi ma lui era più forte di me, riuscì solo a vedere che stava succedendo la stessa cosa anche a Lilly.

Le mie palpebre si facevano sempre più pesanti, l'ossigeno stava finendo, chiusi gli occhi e non riusci più ad aprirli.
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Spalancai gli occhi, cavolo Lilly ora dové, cercai di muovermi ma un dolore alla testa mi fece mettere la testa su qualcosa di caldo, tastai con i polpastrelli la parte morbida, sentì che era un corpo esile, era Lilly.

Sentì anche lei muoversi, mi alzai di botto, " Lilly" sussurai con gioia sperando che nessuno ci avrebbe sentito, lei aprì gli occhi e mi guardò, i suoi occhi si riempirono di lacrime e si butto nelle mie braccia " avevi ragione non dovevamo andare" si incolpò.

Si e vero io avevo insistito di non andarci, ora la strozzo.

" SSH ora dobbiamo solo andarcene da qui" dissi accarezzandogli i capelli, lei scosse la testa " non possiamo " disse piangendo.

Rimasi un attimo scioccata "cosa stai dicendo, si che possiamo" dissi cercando di capire " no Sidny non possiamo prima che io potessi svenire ho sentito la voce di due ragazzi che dicevano che andavamo a Miami, e quando siamo state portate in macchina ho visto il cartello" disse urlando e piangendo.

Miami era lontanissimo da dove abitavano noi, sarebbe stato impossibile scappare, i miei occhi si riempirono di lacrime e alcune caddero, non avrei più rivisto nessuno i miei genitori ne sarebbero morti.

Sentì il mio corpo indebolirsi sotto il suo, tutto quello che credevo possibile si stava sgretolando sotto i miei occhi.

" non possiamo più scappare " aggiunse con filo di malinconia.

Ora eravamo solo io e lei.

 You Are Mine ( In Revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora