12.

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Era inutile dire che potevamo uscire da questo posto, ora eravamo in trappola da chi sa quale  maniaco.

Dovevamo stare vicine, poteva succedere di ogni e di più, potevano farci tutto quello che volavano noi non potevamo fare niente per impedirlo.

Stavo piangendo sulla spalla della mia migliore amica, non riuscivo a far uscire dalla testa i momenti belli che passavo quando ero libera, quando stavo quelle rarissime volte con i miei genitori, quando a scuola magari mi chiedevano di aiutarli con varie materie, quando io e la mia migliore amica eravamo a casa a fare pasticci.

Mi asciugai le lacrime e stessa cosa faceva anche lei, mi guardai  attorno e mi accorsi che eravamo in una stanza molto bella, eravamo su un letto enorme, mi guardai attorno e potei vedere un enorme armadio, un bagno personale e una scrivania e una porta finestra che dava al balcone.

Tutto questo era strano, ci guardammo " ma dove cavolo siamo" disse Lilly, mi alzai dal letto e cercai di aprire la porta finestra ma era chiusa.

Sentì la porta scattare, subito Lilly mi venne incontro e mi prese il braccio e la stessa cosa feci io, si presentò un ragazzo dai capelli lunghi e ricci e occhi verdi, Lilly si strinse di più al mio braccio.

" s- Sidny chi e delle due" disse con un po di timore, feci un passo avanti " sono io" dissi leggermente confusa, lui mi sorride debolmente.

" devo scortarla in un'altra camera ora che lei e sveglia" sentì la presa del mio braccio aumentare " no non lasciarmi per favore " sussurro Lilly nel mio orecchio con voce strozzata.

La guardai e con lo sguardo la rassicurai " non possiamo porre resistenza sarebbe solo peggio, facciamo come dicono e ci rivedremo " mi abbracciò e iniziò a piangete in silenzio sulla mia spalla, le diedi un bacio sulla guancia e mi staccai, mi voltai verso il ragazzo che teneva lo sguardo basso.

Lo rialzò e sorrise, ricambiai andai verso di lui e uscì dalla porta, sentì dei piccoli urli provenire dalla camera, i miei occhi si riempirono di lacrime, non volevo voltarmi perche se no sarei tornata indietro.

Solo ora mi accorsi che eravamo in un enorme villa, ma una di quelle molto ma molto grandi, ci fermammo davanti a una porta con scritto il nome ' Bieber' il cuore mi arrivò in gola, e feci un piccolo urlo, il ragazzo lo notò.

Mi aprì la porta e guardai dentro, non c'era nessuno tirai un sospiro di solievo, " ecco a lei signorina questa e la stanza del signor Bieber" disse, lo guardai e sembrava spaventato " hey guarda che non mordo" dissi avvicinandomi a lui, mi guardò e sorrise, io riccambiai.

" come ti chiami?" chiesi, lui mi porse la mano " mi chiamo Harry...Harry styles".

 You Are Mine ( In Revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora