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Justin era giù in salotto con la gang mentre io ero a guardare il paesaggio fuori dalla porta finestra, il cielo era sul l'arancione, e piccole nuvole ricoprivano il colore, tutto era avvolto da un silenzio.

Il vento spostava i miei capelli, e alcuni uccellini volavano spensierati e....e liberi.

Lo so, lo so, so cosa state pensando ma no, non sto organizzando una via di fuga, non voglio andare via, ormai Justin e diventato una parte fondamentale della mia vita e non posso lasciarlo di nuovo, so il dolore che proverebbe e non vorrei vedere altre lacrime di delusione e tristezza rigare le sue guance.

Io voglio solo uscire per conto mio, fare una passeggiata e stare un po da sola..magari avvolta dalla musica e avvolta nei miei pensieri. Non credo dica nulla, lui si deve fidare di me, e si fida di me.

Rientrai, mi pettinai velocemente, presi il telefono carico al 100% e lo misi nella tasca dei miei pantaloncini, mi guardai allo specchio per vedere se avevo qualcosa che non andava, tutto era al suo posto, presi le cuffie e misi anche quelle nell'altra tasca. Poi uscì.

Scesi giù le scale, vidi i ragazzi sul divano a guardare la TV, quando mi videro rimasero a fissarmi per un po, andai verso la porta "cosa stai facendo" disse Justin alzandosi dal divano, "voglio uscire un po" dissi semplicemente, lui scosse la testa e rise "tu non esci vestita in quel modo e a questa ora, e anche se fossi vestita dalla testa hai piedi e con un orario diverso non ti farei uscire comunque" disse con fare duro, sbarrai gli occhi, "scusa e perché non dovrei uscire" incrociaia le braccia al petto.

James, Jacob, Kendall guardavano la scena con le bocche spalancate, forse non avevano mai visto me litigare con qualcuno.

"A te non devo spiegazione, perciò zitta e fai quello che ti dico" strinse i pugni, OK questo e troppo "tu non mi comandi!" urlai imitando la sua mossa, si avvicinò a me "io ti comando perché sei di mia proprietà e di mia possessione" lo guardai male, lo spinsi dal petto allontanandolo da me "io non sono proprietà di nessuno e tanto meno la tua" gli puntai un dito contro, sempre urlando.

"Non alzare la voce con me..hai capito" urlò pure lui, vidi Jacob alzarsi ma lo fulminai con lo sguardo e lui si mise seduto ancora, poi voltai lo sguardo verso Justin, era al dir poco arrabbiato ma lo ero anche io.

"Altrimenti cosa mi fai" dissi con aria di sfida, alzò una mano e la mia guancia iniziò a bruciare, un rumore secco si espanse nell'aria e nel silenzio, il mio viso era rivolto verso destra, le lacrime uscirono dai miei occhi come cascate. Quando mi resi conto dello schiaffo che mi aveva tirato.

My.

Oh, oh, Justin le mani tienile in tasca, scusate per l'attesa.

 You Are Mine ( In Revisione )Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora