2.

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Jenny's pov.
Arrivata a casa mi butto a peso morto sul letto, e con ancora le cuffie nelle orecchie, mi addormento.

Mi sveglio di soprassalto ricordando la festa in maschera di stasera. Ho due ore per preparami, ce la posso fare. Non ho veramente idea di come vestirmi quindi farò come ho detto a scuola.
Indosso la maschera che ho utilizzato ad una sfilata, nera con delle piume bianche, metto un rossetto nero, liscio i capelli e infilo gli stivaletti neri. Sono pronta con 30 minuti di anticipo.
Il cellulare squilla. È Chiara.
"Pronto"
"Jenny sei pronta?"
"Sì"
"Ci troviamo al supermercato tra 20 minuti"
"Ok ma.."
Mi chiude in faccia.
Comincio a camminare, da lontano noto una ragazza che fa avanti e indietro nel parco accanto al supermercato. Sicuramente è la mia amica. Mi avvicino e rimango a bocca aperta: indossa jeans strappati e dei tacchi vertiginosi, ha lisciato i capelli e portato in avanti il suo ciuffo biondo, per non parlare del trucco così intenso che la rende davvero un'altra persona.
"Sei irriconoscibile" le dico meravigliata.
"Tu no" dice facendo una smorfia.
"Okay senti, non avevo idee"
"Andiamo che siamo in ritardo"
"Ma se siamo in anticipo di 10 minuti"
"Cammina"

Siamo qui da ormai venti minuti e sono rimasta per tutto il tempo seduta sui divanetti. Ho perso Chiara, sicuramente è andata a ballare, io ne approfitto per prendere qualcosa da bere.
"Una birra per favore"
Non sono un tipo di alcolici, sbronze e fumo, ma quando mi sento a disagio o sono annoiata mi lascio andare con le bevande.
"Subito" risponde il barman.
Mentre aspetto la mia birra un tipo strano mi si avvicina e mi fissa attentamente il lato b.
"Che bel culetto" dice, poi mi da una pacca sul sedere, al che mi giro di scatto e grido:
"Metti in tasca quelle mani, coglione"
"Piccola, non ti scaldare" dice con un sorrisetto stampato in faccia.
"Ma chi cazzo sei?" mi innervosisco.
"Andiamo a ballare?"
"Ma manco morta"
Gli giro le spalle ma afferra il mio polso e mi volta verso di lui.
"Non farmi incazzare, piccola"
"Altrimenti che mi fai?"
Alza la mano per tirarmi uno schiaffo ma da dietro qualcuno lo blocca.
"Lasciala in pace, che cazzo fai?"
Questa voce la conosco.
"Che cazzo vuoi amico, non vorrai fare una brutta fine anche tu insieme a lei?"
"Non mi fai paura, impara a trattarle come si deve le donne"
Mentre loro litigano io fisso il vuoto trovandomi in una situazione completamente fuori controllo e non sapendo cosa fare.
Alla fine dopo aver cominciato e finito la rissa, il tipo che è venuto in mio soccorso si avvicina.
"Stai bene?" mi domanda.
Si è Giorgio.
"S-si grazie" balbetto.
Il fatto che sia Giorgio mi fa balbettare, non so per quale motivo. Oltre ad essere imbarazzata mi sento anche tanto stupida per non aver affrontato io quel tipo. Ho un carattere abbastanza forte soprattutto quando si tratta di difendermi dai ragazzi.
"Mi raccomando stai attenta la prossima volta"
Non mi ha riconosciuta.
"Giorgio"
"Come sai il mio nome?"
Non mi ha davvero riconosciuta.
"Sei famoso a scuola" non voglio assolutamente dirgli che sono io, meglio così.
"Ah beh, se lo dici tu"
Mi rivolge un sorriso, e lo stesso faccio io.
"Allora Jenny buttiamoci in pista" urla Chiara interrompendo il momento e rovinando tutto. Dio quanto la odio in questi casi, vorrei sotterrarmi, lo giuro.
"Jenny?" Giorgio mi fissa con aria interrogativa.
"Ti presento il mio nuovo amico, si chiama Marco" mi strattona Chiara, cercando di attirare la mia attenzione.
"Scusa... io non ti avevo riconosciuta" dice Giorgio, quasi un po' imbarazzato.
"Tranquillo"
"Ora devo andare"
La sua sagoma scompare nella grande sala.
"Allora Jen se non ti va di ballare aspettami lí" mi indica un divanetto all'angolo della sala "Io vado con Marco" continua Chiara.
Faccio cenno di sí con la testa.

Sono le 02:30 di notte e non reggo più.
Festa del cazzo.
"Jenny allora andiamo?"
"Sarebbe ora"
"Ti sei divertita?"
Mi prende in giro? Questa ragazza è stupida.
"Proprio per niente, mi hai lasciata da sola per andare a ballare con il tuo nuovo amichetto. Ho passato la serata a bere birra e a cazzeggiare con il cellulare" le rispondo infastidita dal suo entusiasmo.
"Davvero? Non volevo, scusa" mi abbraccia. In fondo le voglio bene, lei cerca sempre di farmi divertire, sono io quella che non ha mai voglia.
"Non fa niente, torniamo a casa dai, poi ti racconto di Marco, è fantastico!"

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora