37.

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L'istinto mi porta a correre fino a casa sua, busso varie volte ma
non apre, busso ancora più forte e quando finalmente la porta si apre trovo Valerio steso per terra con mille bottiglie sparse per tutto l'appartamento e mozziconi di sigarette ovunque.
"Valerio cos'è successo?" grido.
"Sto male, mi manca"
"Hai bevuto un sacco Vale"
"Ho anche fumato un po' di erba ma non è servito a niente"
"Dai siediti, ti porto un bicchiere d'acqua"
Lo aiuto a sollevarsi e a sedersi, poi vado in cucina e gli verso un bicchiere d'acqua.

"Come ha potuto" dice quando si sente meglio.
"Valerio, mi dispiace"
"Grazie di essere qui"
"Te l'ho detto, chiamami quando hai bisogno"
Ci abbracciamo forte.
"Non gli importa nulla di me, capisci?"
"Non è vero, vedrai che ritornerà"
"No, e poi io non voglio più vederla"
Sciolgo l'abbraccio e sorrido.
"Pulisco un po' questo bordello" dico prima di cominciare a pulire. Valerio mi fissa in continuazione.
"Finito" dico portando il braccio sulla fronte.
"Grazie di tutto, davvero"
"Smettila" porto lo sguardo sull'orologio "Cazzo è tardissimo, torno a casa"
"Sì, scusami ancora"
"Stai tranquillo" lo abbraccio velocemente.
"Jen" sussurra.
"Dimmi"
"Puoi rimanere qui?"
"Eh?"
"Ti prego, non voglio stare da solo. Dormirai sul mio letto, io mi preparo il divano" mi implora.
"Okay ma non ti preoccupare, ci dormo io sul divano"
"No, io..."
"Ehi, ho deciso così e così sarà. Altrimenti me ne vado"
"Okay" si arrende.
Sono distrutta e per fortuna domani non c'è scuola. Valerio è andato a dormire e spero davvero che dimentichi Rebecca prima o poi, non mi piace vederlo così. Ricordo che, appena uscivamo da scuola mi invitava a prendere un caffè al bar ma gli dicevo sempre di no perché avrei perso il treno. Quando ha conosciuto Rebecca non mi ha più rivolto la parola, era così preso da lei che aveva dimenticato tutto e tutti.

Vengo svegliata di soprassalto dalla suoneria irritante del mio cellulare, guardo il display, poi l'orologio: sono già le dieci del mattino.
"Giorgio, dimmi" rispondo ancora assonnata.
"Dove sei?"
"Sono da Valerio, perché?"
"Volevo portarti a fare colazione"
"Ah, va bene, dammi cinque minuti. Torno a casa, mi cambio e arrivo"
"Ti cambi?"
"Sì, ho dormito da Valerio" dico senza preoccuparmene "Gio? Ci sei? Mi senti?" ha attaccato. Vabbè.
Non vorrei svegliare Valerio ma devo proprio andare. Entro in camera sua e per fortuna è sveglio e sta osservando una foto: lui e Rebecca.
"Buongiorno" dico per attirare la sua attenzione.
"Si spera" appoggia la schiena sulla testata del letto e mette via la foto.
"Non fare così Vale, non se lo merita"
"Hai ragione, devo riprendermi" mi sorride e contemporaneamente il campanello suona.
"Vado io" dico precipitandomi alla porta.
Apro e mi ritrovo davanti Giorgio. Pugni chiusi, nocche bianche, mascella serrata, occhi di fuoco. Si fa spazio ed entra in casa.
"Chi era?" Valerio compare all'improvviso e Giorgio si scaraventa su di lui.
"Gio che cazzo fai? Lascialo andare!" grido spaventata.
"Bastardo!" urla Giorgio lasciandogli un livido in pieno viso.
"Tu sei pazzo!" grida anche Valerio.
"Basta Giorgio, ti prego smettila!" grido ancora più forte sperando che mi ascolti.
"Tu stai zitta, puttana"
"Come ti permetti!" strillo per poi allontanarlo da Valerio.
"Come mi permetto? Come mi permetto?" urla afferrandomi il polso "Sei andata a letto con lui!" continua stringendo ancora più forte.
"Giorgio ma che cazzo dici! Non sono andata a letto con lui!"
"Ah no? Lui è mezzo nudo e guarda questo fottuto divano"
"Non sono andato a letto con lei, ti vuoi calmare?" interviene Valerio.
"Puttanate!"
"Basta, lasciami in pace, mi stai facendo male" dico sull'orlo di una crisi di pianto.
"Non mi importa!"
"Giorgio lasciala!" Valerio si avvicina e gli sferra un pugno, riesco a liberarmi dalla sua presa e mi nascondo dietro Valerio.
'Sto ragazzo quando si incazza fa davvero paura.
"Mi fate schifo" dice "Non finisce così coglione! Te la farò pagare" continua uscendo di casa e sbattendo la porta.

"È pazzo" dico sedendomi sul divano e massaggiandomi il polso.
"Vuoi un po' di ghiaccio?" mi chiede Valerio.
"No, non è niente"
"Scusami, è colpa mia"
"Ma che cosa dici?"
"Mi dispiace di aver creato tutto 'sto casino"
"Ma cosa? Non aveva diritto di prenderti a pugni, anche perché noi non siamo niente"
"Oh però gli piaci"
"Nah, non dire cazzate, è solo fuori di testa"
"Ma dai Jen, si capisce"
"Valerio, fidati, non si capisce da solo quel ragazzo"
"Come vuoi"
"Senti, ora vado. Chiama se hai bisogno, e basta pensare a Rebecca"
"Va bene, tu stai attenta, chiama se Gio ti importuna"
"Sì"

In realtà non sono andata a casa, sono da Giorgio.
"Che cazzo vuoi?"
"Volevo parlare"
"Non c'è niente da dire"
"Mi fai entrare?"
Si sposta per farmi passare.
"Non sono andata a letto con Valerio, mi ha chiamata e mi ha detto che stava male, allora sono andata da lui, ho messo un po' in ordine e poi mi ha pregata di rimanere con lui a dormire" dico tutto d'un fiato.
"E poi avete scopato"
"No! Giorgio devi credermi"
"Non ti credo!"
"Ma perché? E poi che ti importa? Perché reagisci così?"
"Non sopporto il fatto che qualcuno ti tocchi, non posso vederti con qualcun altro, nessuno si deve avvicinare a te" grida.

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora