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Senza pensarci due volte mi bacia e si allontana solo quando ha bisogno di prendere fiato.
"Sei la mia ragazza" dice, poi alza gli occhi al cielo e sorride.
"Proprio così" lo afferro per la maglietta e lo avvicino a me, lui poggia la fronte contro la mia.
"Davvero lo vuoi?" chiede.
"Sì"
"Non lo dici solo perché ti faccio pena, vero?"
"No! E poi non mi fai pena!" lo rassicuro e mi avvicino sempre di più alle sue labbra. 
"Okay, allora..." non lo lascio finire, lo bacio. Deve smetterla con tutte queste paranoie o me le fa salire di nuovo a me -non sarebbe una buona cosa-.
Quando ci stacchiamo da quel bacio, o dalla pomiciata -direi di sì, molto meglio- Valerio si alza dal letto tirandomi per la maglietta ma continuando a darmi piccoli baci sul naso.
"È ora che vada" dice.
"Okay" chiudo gli occhi non appena porta, per la milionesima volta in pochi minuti, la sua bocca sul mio naso. Lui sospira e successivamente mi abbraccia.
"Ti accompagno alla porta" dico quando ci separiamo.
"Okay"
Quando entriamo in cucina notiamo mia madre intenta a lavare i piatti e mio padre sul divano a guardare la TV.
"Ciao papà" dico con tranquillità. Dopo tutto quello che è successo sono sicura che si comporterà bene e non gli farà il terzo grado, anche se per ora non gli dirò che stiamo insieme.
Vado verso di lui e lo abbraccio. Sono molto legata a lui, e il fatto che sia sempre a lavoro non fa che migliorare il nostro rapporto. Sono pochi i momenti in cui non lo sopporto, d'altra parte è sempre stato molto comprensivo.
Quando mi allontano da lui, ritorno da Valerio "Vale, ti presento mio padre"
Noto che il ragazzo è un po' agitato.
Ci credo, stiamo insieme da nemmeno un' ora e già conosce tutta la mia famiglia.
Si sistema i capelli e poi con fatica pronuncia un "Felice di conoscerla"
"Ehm, ora Valerio deve proprio andare" dico prendendolo per mano e accompagnandolo alla porta.
"Mi hai salvato la vita, non ero pronto"
"Lo so, ci vediamo domani?"
"Senza ombra di dubbio!"

"No, aspetta, ricomincia"
Sono a scuola e sto raccontando a Chiara tutto quello che è successo. È sconvolta.
"Ma non ti piaceva Giorgio?"
"Sì, ma sei stata tu a dirmi di lasciar perdere!"
"Ma non pensavo che lo avresti fatto davvero. Sei convinta della tua scelta? Al cento per cento?"
"Sì" mento.
"Che situazione di merda amica mia!" dice prima di dare un morso al suo panino.
"Lo so" sbuffo. Chiara non parla più.
"A che pensi?" le chiedo.
"A niente" dice, ma lo so che sta mentendo.
"Dai dimmelo"
"Ho detto che non penso a niente!" alza la voce.
"Non è vero"
"Sì è vero"
"Okay, se non me ne vuoi parlare fa niente" 
Si alza per andare alla macchinetta e prendere una bottiglietta d'acqua. Lo so perché lo fa sempre.   
"Non è niente di importante" dice quando torna, sorridendomi.
"Okay" ricambio il sorriso. "E Giulia?" chiedo guardandomi intorno.
"Oggi non è venuta, non te n'eri accorta?" dice con aria divertita.
Mi sento così confusa che non mi accorgo nemmeno che una delle mie due migliori amiche è assente. Sono partita.
"Sei sicura di star bene?" mi chiede Chiara porgendomi l'acqua.
"Tutto okay" borbotto guardando la porta, cerco di evitare il suo sguardo perché mi conosce troppo bene e capirebbe subito che non sto affatto bene.

Usciamo da scuola a mezzogiorno, oggi il caldo è opprimente e fino a ieri diluviava. Percorro la strada per arrivare in stazione e ripenso, ancora una volta, se la decisione che ho preso è quella giusta. Dimenticarmi di Giorgio. Non so se ce la farò.
Più o meno a metà strada una voce familiare proveniente da lontano, interrompe i miei pensieri.
"Jenny!"
Mi volto. È Valerio.
"Vale"
"Sei sorda?" ride.
"Mh, ero sovrappensiero" dico scocciata mentre lui continua a ridere, poi mi prende la mano provocandomi un brivido lungo la schiena.
"E a cosa pensavi?"
Purtroppo non posso dirtelo, ti dirò una bugia.
Ancora prima che potessi emettere un suono, Valerio mi avvolge nelle sue muscolose braccia.
"Pensavo che sto per perdere il treno" sussurro nel suo orecchio.
"Sono qui per salvarti, principessa. Ho la macchina" sussurra anche lui.
Non posso non sorridere a quel nomignolo che non mi era mai piaciuto fino ad ora.
"Davvero?"
Vale scioglie l'abbraccio e sorride, anche io sorrido. Sto bene con lui.
"Ma certo, venga, le faccio strada" scherza.
"Bene, la ringrazio" faccio restando al gioco.

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora