52.

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Giorgio's pov.
"Stava veramente male stamattina. È riuscita a dirti che gli piaci e mentre mi raccontava tutto, piangeva" spiega Chiara.
"Tu perché sei qua?"
Lei accenna un sorriso.
"Non mentire a te stesso Giorgio. Il rapporto tuo e di Jen, non è mai stato di semplice amicizia. C'è qualcosa di più. C'è attrazione e forse, anche di più. Lo sai meglio di me"
Mentre parla accenno alcuni sorrisi ricordando tutti i bei momenti trascorsi con Jen.
"Ho capito cosa intendi" sospiro profondamente "Io sto bene con Jen, mi piace passare del tempo con lei, ma non potrà mai essere più di un'amica. Non starò qui a raccontarti la mia storia, ma è proprio la storia della mia vita che non mi permette di essere il suo ragazzo"
Chiara sembra non aver capito il mio discorso, come immaginavo. Si sistema sulla sedia e incrocia le braccia.
"C'è qualcosa di intricato nella tua storia. Qualcosa che non accetti, qualcosa che ti è sfuggito di mano. Tu non stai con Jen perché non vuoi che venga a sapere la storia della tua vita, non vuoi farla soffrire con te"
E menomale che non aveva capito.
Cazzo se è intelligente 'sta ragazza.
"Proprio così" borbotto.
"Posso darti un consiglio?"
"No, so cosa devo fare"
Chiara sorride. "Ti piace tanto, lo so. Tu dovresti raccontargli tutta la tua storia, poi dovresti chiederle se è pronta a soffrire con te. Se risponde di sì, allora non ci sarà alcun problema, non credi?"
"Lei non soffrirà mai con me, non lo permetterei mai. Merita uno che la faccia felice non uno che la faccia soffrire. Uno come Valerio. Non posso essere egoista adesso"
"Tu devi sapere che Jenny sta soffrendo comunque. A lei non piace per niente Valerio, se lo sta facendo andare bene, semplicemente. Lei vuole te"
"Non posso, Chiara. Cerca di capirmi"
"Bene, non posso decidere io per te. Penso che tu abbia bisogno di stare un po' da solo. Ritorno in ospedale da Jen e non le dirò che sono stata qui. Comunque le farebbe piacere una tua visita"
"Passerò più tardi"
Chiara mi sorride e porta la sua mano sulla mia spalla. "Vai tranquillo" dice prima di andar via.
Ritorno a sedermi con in mano un bicchiere di fresca e sana birra. Non pensavo che Chiara sarebbe riuscita a leggermi nel pensiero.
Porto lo sguardo sul cellulare che ha cominciato a squillare ma non riconosco il numero.
"Si?" faccio appena apro la chiamata.
"Sì pronto, con chi parlo?"
Riconosco la voce del padre di Jenny.
"Sono Giorgio, l'amico di sua figlia" spiego.
"Ah, ciao Giorgio, cos'è successo? Mia figlia non è in casa e credo non sia nemmeno tornata a dormire stanotte"
"Sì ecco, ieri sera si è rotta la caviglia e adesso è in ospedale, la dimetteranno domani. Aveva il cellulare scarico allora abbiamo provato a chiamarvi con il mio ieri sera"
"Ti ringrazio caro, andiamo subito a trovarla"
"Si figuri"
Chiudo la chiamata e finisco la mia birra. Mi fumo qualche sigaretta e faccio passare il tempo.
Mi innervosisco se penso che non ho nemmeno voglia di scrivere e se capita che nella mente mi passi qualche rima sono tutte fottutissime rime d'amore.
Io non scrivo queste robe, questo non sono io. La situazione mi sta sfuggendo di mano.
Come ho fatto a perdere la testa per una ragazza?
Ne ho avute tante ma sono rimasto me stesso, sono sempre stato Ill Mostro.
E adesso? Adesso sto diventando un cazzo di agnellino, cristo.
Lo sai che non è vero, nascondi ancora tanta merda, anche alla ragazza che ti ha fatto perdere la testa.
Lo so.

Il tempo passa velocemente. Io e Tommi abbiamo pranzato insieme, cosa che accade rarissime volte. Mi ha raccontato le sue uscite con Chiara, mi ha chiesto qualche consiglio e sono contento di fare da fratello maggiore, anche se in queste cose non sono esperto, anzi il contrario. Inoltre dopo la discussione che ho avuto oggi con Chiara, ammetto che mio fratello non avrebbe potuto scegliere una ragazza migliore di lei. Chiara è molto diversa da Jenny se guardiamo l'aspetto fisico.
Bionda -non tinta-, alta e slanciata, occhi verdi e labbra sottili, e inoltre ha un carattere che farebbe invidia a tutti: sempre positiva e gentile, un po' timida forse, divertente.
Poi c'è Jen: capelli castani, bassina, occhi neri come la pece, labbra carnose e carattere insopportabile.
Ma è lei quella che voglio. Così com'è.

Adesso, sto andando in ospedale a trovarla.
Non saremo soli, sicuramente.
Chiara, Giulio, Giulia, i suoi genitori, Valerio. Ci saranno tutti.

E invece mi sbagliavo. Chiara è passata a trovarla stamattina, Giulio e Giulia sono appena andati via, lo stesso i suoi genitori dato che avevano delle cose da sbrigare e...
"E Valerio invece?" le chiedo.
"È andato via anche lui, voleva stare da solo"
Voleva stare da solo?
"Come ti senti?" le chiedo.
Lei alza la testa per guardarmi negli occhi.
"Male" dopodiché allarga la bocca e fa comparire un sorriso.
"Ti fa male la caviglia?" dico sedendomi vicino a lei e portando la mano sulla sua coscia.
"Ehm" mugola, poi arrossisce "No, la caviglia non mi fa male"
"E allora cos'hai?" le chiedo accarezzandole i capelli.
È inevitabile, è come se una calamita mi tenesse attaccato a lei.
"Niente, lascia stare"
Si inumidisce le labbra con la lingua e la mia erezione chiede pietà. Ogni volta che sono con lei il mio amico si agita ed è un problema.
Nonostante la finestra sia aperta ed entri un bel vento fresco Jen è in pantaloncini e io potrei non reggere.
"Devo allontanarmi" penso ad alta voce, poi lascio un bacio sul suo collo.
"No per favore, non te ne andare" dice, poi si sistema meglio sul letto e non perdo tempo per portare lo sguardo sul suo prosperoso seno che si intravede dalla scollatura della maglietta.
Non posso rimanere qui un minuto di più.
"Passo da casa quando ti dimettono" dico alzandomi.
Jenny abbassa la testa.
"Va bene, se preferisci"
Mi sento come un ragazzino quindicenne innamorato di una ragazza e senza le palle di affrontarla.
Un sorriso mi compare in volto.
"Posso chiamarti dopo"
Ha la testa abbassata ma ho comunque notato un piccolo sorriso. Le piace ricevere mie attenzioni come a me piace quando riesco a farla sorridere.
"Come preferisci" ripete le parole pronunciate poco prima.
"Scusate l'interruzione, dobbiamo portarti a fare un controllo signorina, dalle analisi abbiamo notato che hai carenza di ferro" il dottore si rivolge a Jen come se stesse parlando con sua figlia.
"Che tipo di controlli?" chiede preoccupata.
"Dobbiamo prelevarti ancora il sangue, inoltre i tuoi genitori mi hanno fatto presente del tuo problema"
Quale problema?
Jenny impallidisce di colpo e fissa il dottore come se fosse paralizzata.
Comincio a preoccuparmi.
"Hai sicuramente una carenza nutrizionale. Se continui ad indebolirti apri la strada a delle malattie o infezioni, dobbiamo intervenire ora che non è nulla di grave"
Ricollego tutto.
Lo sguardo sempre pallido, il tremolio e l'indebolimento improvviso.
Jen non mangia e io non ci avevo mai fatto caso.
Le guardo il corpo ma non noto tanta differenza rispetto a com'era il suo fisico qualche mese fa.
"Dottore mi lascia da solo con lei, per favore?"
"Certo, ma solo per un minuto"
Il dottore se ne va e io ritorno a sedermi accanto a Jen che mi guarda con occhi velati di lacrime.

Eccomi tornata per voi con un capitolo fresco fresco!
Fatemi sapere cosa ne pensate, come sempre. Attendete ancora un altro po', tra poco esploderà la bomba.
A buoni intenditori poche parole.
Comunque raga, cambiando discorso. Quant'è bella "Fuoco Amico"?
Giorgio da il meglio di sé sempre e in ogni caso. Non trovo mai una sua strofa che non mi piaccia, mi lasciano tutte qualcosa.
Vabbè dopo aver espresso il mio parere su questa canzone voglio conoscere il vostro, e con questo vi lascio.
Bacioni.

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora