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Jenny's pov.
Chiudo gli occhi e mi preparo ad un potenziale schiaffo. Schiaffo che però non arriva. Li riapro lentamente mentre lui esce di casa sbattendo la porta. Non l'ho mai visto tanto arrabbiato. Soprattutto non mi ha mai urlato così forte addosso.
Mi siedo sul letto incrociando le gambe e piango. Piango perché mi sento di averlo tradito, piango perché gli ho fatto male, piango perché mi ha fatto male.
Non sopporto il fatto che mi abbia trattata così perché non è così l'uomo che voglio al mio fianco.
Lo aspetto per più di mezz'ora qui, su questo letto dove lui dovrebbe essere in questo momento, insieme a me. Vorrei tanto parlargli, dirgli che amo solo lui, che quello che ho fatto con Valerio non ha significato assolutamente niente per me. Non so se lo perdonerò per come ha reagito, non so se adesso mi ha lasciata o se io ho lasciato lui ma devo dirgli la verità. Non tanto per giustificarmi ma perché deve saperlo, e basta. Mi gira la testa, davvero non mi aspettavo una reazione del genere e quel pugno che ha dato contro il muro mi ha spaventata parecchio. Non potevo sapere che lui provava qualcosa per me mentre ero la ragazza di Valerio.
Mi alzo, le gambe ancora tremano e da un cassetto prendo un foglio bianco e una penna.

Ti ho aspetto per più di mezz'ora. Sapevo che non saresti tornato presto ma speravo che volessi risolvere. Evidentemente non è così. Se ti va di parlarne sai dove trovarmi.
Jenny.

Poso delicatamente il foglio sul letto e me ne vado.
Cammino velocemente verso casa mia e mentre penso a dove potrebbe essere Giorgio mi assale la paura. Sarà sicuramente andato da Valerio e in questo momento lo starà menando di brutto. Povero Valerio cazzo, dopo tutto il bene che ha fatto. Domani mattina lo chiamerò per assicurarmi che stia bene. Ho paura di camminare per le strade di Roma da sola a quest'ora, ma ho le stampelle. Potrei utilizzarle come arma di difesa.

Arrivata a casa tolgo lo stivale e salgo le scale lentamente per non far rumore e non svegliare nessuno.
Sto ancora tremando, cavolo.
Mi chiudo in camera e piango fino ad addormentarmi.

Quando mi sveglio, la mattina dopo, sono ancora nello stesso stato: distrutta.
Sento delle voci provenire dalla cucina. È papà che sta urlando.
Chiudo gli occhi e sospiro. Probabilmente starà gridando contro mio fratello perché ha di nuovo provato una sigaretta o è tornato tardi ieri sera. Lucas è nel pieno periodo adolescenziale ed è normale che sia così ribelle.
Qualcuno intanto bussa alla mia porta.
"Sì?" dico strofinando gli occhi e giro la testa verso sinistra per vedere i numeri sulla sveglia. 8:10
Cazzo, ho perso il treno.
La porta si apre con un cigolio, mia madre entra in camera e si siede sul letto.
"Jenny, scusami, ti ho svegliata?"
Guardo confusa mia madre e le domando: "Mamma, ho perso il treno e mi chiedi se mi hai svegliata?"
Mi guarda e mi sorride mentre mi accarezza i capelli.
"Mi accompagni tu a scuola?"
La sua espressione cambia improvvisamente. Incrocia le braccia e aggrotta le sopracciglia.
"Cos'è successo ieri?"
"Niente"
Come cazzo fa a sapere sempre tutto?
"Quindi stanotte piangevi per niente? Sei sicura che va tutto bene con Giorgio?"
Inizio a sentite i brividi in tutto il corpo e mi viene di nuovo da piangere. Non so se raccontarle tutto o starmene zitta.
"Volevo farti riposare, per quello non ti ho svegliata. Ti sei addormentata tardi ieri e ti vedo ancora turbata. Ma vuoi dirmi cosa succede?"
"Va tutto bene" la guardo negli occhi provando a sorridere.
"Sicura?"
"Sicurissima"
"Io comunque sto andando a lavorare, se hai bisogno chiamami"
"Io vado a scuola. Non vedo perché dovrei restare a casa"
"Va bene, allora preparati che ti accompagno"

Questa mattina credo di aver battuto il mio record di velocità nel preparami.
Sto finendo di preparare lo zaino ma mia madre suona il clacson insistentemente. Saremo in due a fare tardi stamattina.
"Sto arrivando" grido caricando lo zaino sulle spalle e scendendo le scale il più velocemente possibile senza rompermi l'altra caviglia.

Arrivo a scuola con un'ora e mezza di ritardo. Sbadiglio in faccia alla mia professoressa e mi dirigo verso il mio banco. Chiara mi fissa preoccupata e toglie lo zaino che aveva messo sulla mia sedia. Non so se raccontarle quello che è successo, è la mia migliore amica e non abbiamo segreti ma potrebbe penderla male. Così male che potrebbe andare da Giorgio e cantargliene quattro. Non vorrei che quell'individuo trattasse anche lei nel modo barbaro in cui ha trattato me.
A ricreazione però, non riesco a non sfogarmi con lei. Le racconto tutto nei minimi dettagli e mentre parlo mi sento svenire. Non riesco ancora a crederci, le sue urla mi risuonano in testa.
"Chiudi Jenny" dice Chiara sbattendo i pugni sul banco "È stato bello finché è durato, devi dimenticarlo adesso"
"Fosse facile" penso a voce alta.
"Andiamo al bowling questo pomeriggio, che ne dici?" propone Chiara sapendo che è il mio passatempo preferito "Per domani non abbiamo tanto da studiare!"
Fisso Chiara sperando che riesca a percepire la risposta dai miei occhi rossi, iniettati di sangue. Non mi sono mai rifiutata di andare al bowling ma c'è sempre una prima volta.
Mi sento proprio come una di quelle palle mentre si schianta contro i birilli, facendo "fortunatamente" strike. Tra brutte parole e senso di colpa ogni pezzo di me è andato distrutto. Dento, ma non fuori.
Chiara annuisce e non insiste. La ringrazio col pensiero, mi sento davvero fortunata ad avere un'amica tanto comprensiva.

All'uscita da scuola, vado in stazione e mi siedo su una panchina per aspettare il treno. Osservo la gente impegnata a parlare con qualcuno o a controllare i biglietti, quando vedo Giorgio da lontano. Proprio lui. Il mio incubo ormai. Sembra che stia cercando qualcuno, si fa spazio tra la folla e non appena mi nota cammina velocemente verso di me, mi fa cenno con la mano di aspettare, successivamente le unisce quasi come per pregarmi di non fuggire.

Ciao!!
Okay, lo so che vi ho fatto aspettare tanto ma è stato veramente difficile scrivere questo capitolo. Non volevo presentarvi subito il loro incontro perché voglio mettervi ansia. Sono cattiva, lo so.
Comunque sì, ho passato una settimana intera a scrivere e a cancellare perché non ero soddisfatta di quello che avevo scritto e in realtà non lo so nemmeno adesso, pazienza. I pensieri di Jenny poi non ho voluto portarli alle lunghe perché potevano risultare noiosi. Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto e che cosa succederà nel prossimo secondo voi.
Ci sentiamo!

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora