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Decido di andare da loro prima che arrivassero alle mani, guardo Giulia fingendomi sicura di quello che sto per fare anche se in realtà non so dove sbattere la testa.
"Ragazzi smettetela"
Entrambi si girano a guardarmi e rimangono in silenzio per un po'.
"Se ne deve andare da qui" afferma Giorgio
"Vieni con me" gli dico afferrandogli il braccio e lasciando Giulio da solo.

"Non è un problema se rimane qui con noi" gli spiego
"Invece sì"
"A me non da fastidio, anzi mi fa piacere" mento
"A me non fa piacere"
"Ma perché?"
Rimane in silenzio, sembra che non voglia parlare, allora continuo come se non gli avessi mai rivolto la domanda.
"Tanto non rimarrò qui ancora per molto"
A questo punto Giorgio sbarra gli occhi "Cosa? Perché?"
"I miei genitori, se non torno a casa chiameranno la polizia, ne sono sicura"
"Ritorniamo da loro, cercherò di farmeli andare bene" accenna un sorriso palesemente falso.

"Giulio, gli ho parlato ed è tutto risolto, potete rimanere" dico entusiasta
"Penso tu abbia capito perché sono qui" afferma posato
"Per dar fastidio a Giorgio?"
"Perché non sopporto che tu stia sempre con lui"
"Giulio io non voglio farti soffrire e lo sai, ma io non sono innamorata di te, sei un amico, niente di più, lo avrò ripetuto cento volte"
"Sei innamorata di Giorgio"

Vorrei tanto dire di no schiettamente, nascondere i miei sentimenti, ma purtroppo non so mentire, ho il cuore in gola, non riesco a pronunciare nemmeno una sillaba.
Giulio lascia perdere e torna da Giulia.

Sono due giorni che siamo qui, i miei genitori non si sono fatti sentire e questa cosa mi preoccupa.
"Giulia dici che sia meglio ritornare a casa?" le chiedo approfittando del fatto che i ragazzi siano andati a registrare
"Non lo so, credo di sí"
Sospiro. Immagino la reazione dei miei genitori, non sarebbe affatto positiva.
"Me ne andrò" le dico
"Quando?"
"Ora"
"Avvisa Giorgio" mi consiglia
"No, diglielo tu appena torna"
"Va bene, fammi sapere"
"Okay"

Sono di fronte alla porta di casa, le mani tremano solo al pensiero di dover rivedere i miei genitori. Mi faccio coraggio e suono il campanello, faccio un passo indietro e aspetto che mamma venga ad aprire.
"Jenny sei tornata!" esclama con le lacrime agli occhi.
Mi lascio abbracciare rimanendo basita alla sua reazione
"Credevo non tornassi più" continua sciogliendo l'abbraccio
"Ma cosa dici mamma?"
"Io e tuo padre abbiamo discusso e ci sembrava la cosa migliore non chiamarti ma farti pensare da sola"
"Si ma non è questo il punto"
"Lo so, lo so" sospira "Potrai vedere i tuoi amici, sei grande e sai badare a te stessa"
Le sorrido ed entro in casa, correndo subito in camera mia. Ah se mi è mancata.
Il cellulare lampeggia.
Giulia: Jen, sono tornati i ragazzi
Jenny: Diglielo
Giulia: Già fatto
Jenny: E loro?
Giulia: Giorgio era incazzato, Giulio dispiaciuto.
Ci mancava che Giorgio non si arrabbiasse.
Jenny: Cerca di calmarlo
Giulia: È andato via
Jenny: Okay
Rimango a fissare il soffitto, mi dispiace di essermene andata senza dire niente ma sapevo che Giorgio non mi avrebbe mai fatta ritornare a casa, ci tengo tanto a quel posto e anche a lui, non pensavo però che avrebbe reagito cosí male. Mi ripeteva continuamente di non tornare a casa, che loro avrebbero dovuto capire, e lo hanno fatto, potrei giustificarmi così. A volte penso davvero che Giorgio ci tenga a me, altre volte mi convinco del contrario. Non riesco mai a capire i suoi comportamenti.
Sorrido ripensando al nostro "bacio", è stata forse la cosa più bella che mi sia capitata.
Che smielata del cazzo.
Sono stata sempre una ragazza pessimista ma se mi illudo, mi illudo e non si può far niente.
L'unica con cui mi confido è Chiara ma non può capirmi.
Smetto di pensare e comincio a riordinare la stanza che sembra un porcile.

Il campanello suona, sicuramente sarà mio padre, ora lei dirà che sono tornata, lui salirà in camera, mi farà la predica e non mi farà uscire.
"Jenny scendi è per te"
Come previsto.
Scendo le scale lentamente, come potrei reagire alla sua ira? Urlandogli contro o fingendomi dispiaciuta? Direi seconda opzione, potrei peggiorare le cose.
Faccio l'ultimo gradino a testa bassa e mi avvicino alla porta.
Noto solo quando alzo la testa che la persona che ho di fronte non è mio padre, ma Giorgio. Alzo gli occhi al cielo, poi sospiro. Non parlo, mi concentro sulle sue scarpe e aspetto che pronunci anche solo una sillaba. Sinceramente, sono contenta che sia qui.
Madonna che scassa cazzi Jenny. Dico tutto da sola, fantastico.
Mi sta fissando, lo so.
E mia madre cosa gli avrà detto? E lui cosa vuole dirmi? E se mio padre arriva proprio adesso?
I miei pensieri e le mie preoccupazioni prendono il sopravvento, dentro di me mi ripeto di stare calma, ma è impossibile. Perché non parla? Mi sta facendo innervosire.

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora