14.

1.1K 91 7
                                    

Jenny's pov.
Per tutto il tragitto cammino con la testa bassa aspettando che arrivasse il peggio.

"Ho trovato tua figlia su un ragazzo" urla mio padre rivolgendosi a mia madre non appena apre la porta.
"Ma cosa dici?" chiede incredula lei.
"Diglielo tu" papà si rivolge a me puntandomi un dito contro.
"Io sono caduta e poi non..." cerco di spiegare.
"E poi niente, tu non esci di casa per due settimane se non per andare a scuola" biascica mio padre sedendosi a tavola.
"Stai esagerando! Ormai ho diciott'anni ho anche il diritto di trovare un ragazzo, non sono più una bambina"
"Un ragazzo! Sì! Ma non quel ragazzo"
"Che vuoi dire?"
"So che tipo è"
"Non capisco"
"Quanto sei ingenua Jenny, quel ragazzo ti vuole solo rovinare, vuole portarti nel suo mondo"
Magari mi portasse nel suo mondo.
"Papà ma lui non sarà mai il mio ragazzo"
"Basta finiamola qui, tu non esci per due settimane, punto"
Corro in camera buttandomi a peso morto sul letto, prendo il cellulare per avvisare Chiara della ingiusta punizione ma mi ha già mandato tremila messaggi e se non ho capito male sta sclerando nella mia chat perché Marco vuole passare una serata con lei.
Amica mia ma se vi state frequentando è normale.
Decido di lasciar perdere, finisco per addormentarmi.

Un rumore continuo non mi permette di dormire, apro gli occhi e mi affaccio alla finestra.
"Giorgio?"
"Sto lanciando sassolini da ore"
"Scusa, dormivo" rispondo grattandomi la testa.
"Volevo sapere come stavi"
"Bene, ma non posso uscire per due settimane"
"Ah vabbè non è un problema, scapperai"
"Non hai capito niente" rido.
"Dai ci vediamo domani a scuola, per l'ultima volta"
"Già vi ritirate?"
"Sì"
"Ah okay, allora a domani"
Gira le spalle e va via.

Eccomi in treno con Lean On nelle orecchie e con una tristezza dentro che mi annebbia la mente. Oggi Giorgio e Giulio si ritirano, io sono chiusa in casa e non potrei essere più depressa. Affrontare ore di scuola senza due malati mentali che animano le lezioni, non sarà più lo stesso.

"Jenny" Giorgio mi raggiunge e si appoggia sulla mia spalla.
Ha corso parecchio, ha un fiatone.
"Buongiorno" dico rivolgendogli un falso sorriso "E Giulio?" continuo.
"È già in classe" spiega.
"Ah okay"
"Cos'hai?"
"Nulla, sto ancora dormendo" mento.
"Non accetti il fatto che io e Giulio ci ritiriamo vero?"
"Ma cosa dici! È la vostra vita"
"Se ti dico che continueremo ad essere amici come lo siamo stati e lo siamo ora mi devi credere, capito?" mi dice prendendo le mie mani che sfregavo per il freddo. Rispondo con un cenno di testa poi guardo in basso.
"Non ce la farei senza di te" continua poi. I miei occhi diventano lucidi, le mie lacrime stanno lottando per uscire ma non voglio piangere, no. Non sarebbe né il momento né il luogo adatto per certe ridicole scenate.
"Vogliamo mettere tutto in questo disco, tutto di noi" Giorgio continua con il suo discorso "È l'unica cosa importante per noi, dobbiamo concentrarci solo su quello, non abbiamo tempo per pensare alla
scuola, poi dobbiamo anche badare ad una persona, quindi non ci possiamo permettere di venire a scuola" sorride.
"Dovete badare ad una persona?" chiedo confusa.
"Certo, dobbiamo dedicarti del tempo, non credi?"
"A me? Giorgio voi non dovete pensare a me, sono solo una bambina capricciosa"
"Forse, ma ci piaci così"
La campanella suona.
"Entriamo, Giulio ti sta aspettando" afferma.
Storia, Inglese, Filosofia e Matematica. Come aprire in bellezza la settimana.

"Mi raccomando Jenny oggi non ti addormentare, tieni acceso il cellulare" dice Giorgio salutandomi velocemente, infatti non riesco neanche a rispondere, che è già sparito.
"Ciao Jen, ci vediamo" mi saluta Giulio con un bacio.
"Va bene"
"Jenny! Jenny!" urla Giulia scendendo le scale di corsa.
"Cosa?"
"Giulio" dice col fiatone.
"Giulio cosa?"
"È simpatico"
"Lo so, e allora?"
"Niente, volevo dirti solo che l'ho rivalutato"
"Brava"
"Andiamo o perdiamo il treno"

"Ciao mamma" dico buttando lo zaino sul divano e sedendomi a tavola.
"Ciao, come è andata?"
Faccio spallucce. Sono ancora arrabbiata.
"Su mangia e poi vai su a studiare"
"Ai suoi ordini" rispondo seccata. Questa casa sta diventando un incubo. Mi trattano ancora come se avessi cinque anni.
Mangio velocemente e mi precipito in camera. Non mi devo addormentare. Squilla il cellulare.
"Giorgio ma cosa vuoi?"
"Madonna come siamo simpatiche"
"Per colpa tua non posso dormire, dimmi quello che mi devi dire e basta che ho sonno"
"Veramente non dovevo dirti nulla, volevo parlare con te, ma se vuoi dormire..."
"Dai scherzavo" rido.
"Non hai proprio intenzione di scappare eh?"
"Proprio no, troppi problemi"
"Mi costringi a venire"
"Non farlo, mio padre ti prenderebbe a bastonate"
"Mi sono già beccato un pugno da tuo padre"
"Scusa, non so cosa gli è preso, non ha mai picchiato nessuno in vita sua"
"Ma tranquilla, non mi importa del pugno, semplicemente non doveva toccarti"
Rimango in silenzio. Quando mi difende mi fa sentire più importante, come se ci tenesse davvero tanto a me.
"Ci sei ancora?" continua.
"Sì"
"E se domani salti la scuola e vieni a trovarci"
"Credo che tu ti sia già scordato come è andata a finire l'ultima volta" scherzo, lui ride. Altro colpo al cuore.

È passata un'ora e siamo ancora al cellulare a scherzare. Rimarrei al cellulare a parlare con lui per tutta la vita.
"Certo col sudore anche d'inverno, è una cosa assurda" dice ridendo Gio prendendo in giro la professoressa di storia.
"Ma sarà il fondotinta, troppo lucido"
"Vogliamo parlare del rossetto rosso fuoco che si mette sui denti e sul naso?"
"Basta, ormai è vecchia, compatiscila"
"Mi mancherà" confessa.
"A me mancherai tu" dico impulsivamente.
"Anche a me mancherai, ma tanto ci
vedremo sempre! Sei proprio testarda eh?"
"Giorgio tu ancora non mi conosci. Non sono solo testarda, col tempo scoprirai tutto"
"Non vedo l'ora"
"Jenny" mia madre è sulla porta e credo che abbia ascoltato buona parte della telefonata.
"Devo chiudere" dico a Giorgio.
"Perché?"
Attacco senza dargli una risposta.
"Tuo padre vi ammazzerà" afferma mia madre. 

Ecco il capitolo che vi avevo promesso, non è niente di che ma non ho tempo di scrivere comunque sia volevo portarvene un altro questa settimana. Ci sentiamo lunedì, a presto!

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora