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Jenny's pov.
"Non volevo che andasse così" sussurra con un filo di voce. Non so a cosa si riferisce, probabilmente alla caviglia.
"Non fa niente"
Si allontana e ritorna al suo posto.
"Hai avvisato i tuoi genitori?"
"Cazzo! I miei genitori, non sanno niente"
"Lo sai che lo avevo capito? Hai il telefono scarico non è vero? Ricordi il numero a memoria?"
"Sì, lo ricordo"
Mi porge delicatamente il suo cellulare e velocemente digito il numero di mio padre sulla tastiera. Squilla varie volte, poi entra la segreteria. Provo a chiamare mia madre anche se sono consapevole che in questo momento si trova in ospedale.
-Se ve lo state chiedendo sì, lavora in ospedale, ma purtroppo in un altro paese-.
Infatti, non risponde nemmeno lei.
"Non rispondono" dico.
"Chiameranno sicuramente indietro"
"Sì, lo penso anche io"
Per un attimo Giorgio mi fissa, lo vedo con la coda dell'occhio, poi sussurra il mio nome.
"Dimmi"
"Sei una delle cose più belle che mi siano capitate" sussurra.
Sento le guance andare a fuoco, sono poche le volte in cui arrossisco, ma quando succede significa che sono totalmente in imbarazzo.
"Mentirei se ti dicessi che sei un'amica qualunque"
"Le cose devono cambiare, io devo dimenticarti e tu non devi intrometterti nella mia storia con Valerio, in nessun modo"
"Lo so, cercherò di starti lontano"
Quella che deve cercare di starti lontana sono io.
Abbasso la testa, non nascondo che mi fa male tutta questa situazione ma non posso mica dirlo a lui.
Qualcuno tossisce per attirare la mia, o la nostra, attenzione.
Il dottore.
"Scusate il disturbo, signorina volevo informarla che tra due giorni può tornare a casa e mi raccomando stia attenta"
Con passo pesante il dottore esce dalla stanza senza nemmeno avermi dato il tempo di rispondere.
"Che simpatico!" esclama Giorgio facendo una smorfia.
Ignoro completamente Giorgio e mi soffermo a guardare la stanza, provando a notare anche i minimi dettagli.
Il solito giallo copre tutte quante le mura, ed è la cosa che più mi irrita.
Non mi piace il giallo.
Cerco di pensare a qualcosa per passare il tempo ma l'unica cosa che mi viene in mente è come sia possibile che una persona come Giorgio si sia creata uno spazio così importante nella mia vita. Me lo chiedo perché è così diverso da me. Non ho mai frequentato ragazzi, o ragazze, come lui. Giorgio ha qualcosa di diverso però, percepisco qualcosa di misterioso nel suo sguardo, i suoi modi di fare, anche se sono spesso inappropriati o troppo esagerati mi danno quella sensazione di libertà. Dice sempre quello che pensa non preoccupandosi del giudizio degli altri, fa quello che gli passa per la testa e si comanda da solo.
"Mi ascolti?" la voce del ragazzo a cui stavo pensando mi risveglia facendomi quasi spaventare.
"No, stavo pensando ad altro" gli spiego "Cosa stavi dicendo?"
"Lascia perdere" incrocia le braccia e comincia a fare avanti e indietro per la stanza, è già la seconda volta che lo fa oggi.
Nota, sicuramente, il mio sguardo fisso su di lui, perciò si ferma.
"Dov'è finito Valerio? Il dottore è già venuto a dirti quando ti dimettono, si può sapere dove si è cacciato?" domanda gesticolando.
In realtà me lo chiedo anche io ma non capisco perché questa reazione da parte sua. Come lui, incrocio anche io le braccia appena sotto il seno e lo fisso con aria interrogativa.
In questo momento si è affacciato alla finestra e sta guardando il panorama. Vederlo di profilo mi fa capire quanto davvero sia carino, e quella cresta da gallo incornicia il suo viso perfettamente. Probabilmente non sarò alla sua altezza. Gambe troppo magre, capelli poco curati, unghie rosicchiate.
Come fa Valerio a stare con una come me?
Due anni fa, all'età di sedici anni, entrai in depressione: mi vedevo brutta e non interessavo a nessun ragazzo. Se uscivo con le mie amiche i ragazzi fissavano solo loro, e questo mi aveva portato ad avere una scarsa autostima. In realtà non ero nemmeno carina, non era colpa loro. Tenevo sempre legati i capelli e non mi truccavo mai, nemmeno nelle occasioni più importanti.
Non che adesso io sia bella, ma sicuramente ho imparato a curarmi un po' di più.
La mia autostima resterà sempre bassa ma ho imparato ad apprezzarmi per quello che sono. Devo pur convivere con me stessa.

Sento la porta aprirsi e insieme a Giorgio, mi volto verso di essa.
"Valerio, finalmente! Ti stavamo aspettando, dove eri finito? Il dottore è venuto e ha detto a Jenny che può tornare a casa tra due giorni" dice Giorgio senza mai fermarsi
per prendere fiato.
"Ho preso qualcosa al bar, avevo fame"
"Va bene, penso di dover andare via. Vi lascio da soli" borbotta sempre il mio amico guardandomi negli occhi.
"Okay, ci vediamo. Grazie ancora per avermi aiutata, ah se chiamano
i miei raccontagli tutto per favore"
"Sarà fatto, e ti ripeto per la milionesima volta che lo avrebbe fatto chiunque, smettila di dirmi grazie"
"Okay"
"Okay beh, ora me ne vado, buonanotte ragazzi" dice avvicinandosi alla porta.
"Buonanotte" diciamo io e Vale
all'unisono.
Non appena Giorgio chiude la
porta alle sue spalle sbadiglio e mi stiracchio. Sono ormai le 11:30 e sono veramente stanca.
"Dormi, Jen" sussurra Valerio guardandomi e sorridendomi.
A volte penso davvero di non meritare uno come Valerio, è troppo per me.
"Va bene, ma ti siedi vicino a me?" dico battendo la mano sul materasso.
"Certo"
Comincia ad accarezzarmi i capelli ed io mi addormento velocemente abbandonando tutti i miei pensieri.

Vi ho fatto aspettare troppo per questo capitolo di merda, me ne rendo conto, e vi chiedo scusa. Prometto che il prossimo sarà più interessante.
Non mi piacciono i capitoli di passaggio ma purtroppo, ogni tanto, ci stanno. Fatemi sapere comunque cosa ne pensate, e che cosa succederà nel prossimo capitolo.
Ah, e che ne pensate di Valerio versione pirata?
Vi piacciono i suoi orecchini? Beh, se vi piacciono sappiate che nella mia storia non li avrà mai.
Passo e chiudo.
Baci.

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora