71.

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Giorgio's pov.
"Ti amo" sussurra all'improvviso.
Mi gira la testa, la stanza sembra che giri insieme a me ed il mio cuore spento, si accende e comincia a battere forte. La voce tremante, quasi come se avesse paura di dirmelo, ha reso e rende tutto più vero. Ed io mi sento bene, mai stato meglio.
Ma tu la ami?
Sorrido, anche se non credo che mi stia guardando, allora alzo la testa e le lascio un bacio sulle labbra. Non sono porto a dirle che la amo, perché non lo so. Sto benissimo con lei, mi piace un sacco, mi tremano le gambe quando mi sfiora le labbra e mi si scombussola lo stomaco quando mi bacia. Ma forse non è amore. O forse sì. Potrei dirle che la amo per farla contenta ma voglio essere vero e sincero con lei, almeno per quanto mi è possibile.
Non so bene cosa sia l'amore ma il sentimento che provo per lei è davvero forte che forse potrebbe essere più che amore. Non credo esista una parola più forte, più significativa, più grande, della parola amore, ma potrei inventarla io e dedicarla solo a lei.
Faglielo sapere allora.
No, non adesso.
"Posso dirti una cosa?" chiede mordendosi il labbro.
Rimango a fissarla mentre mi lecco le labbra.
"Dimmi" dico in un tono sinceramente preoccupato.
"Ho paura di tutto questo. Ti ho promesso che avrei sofferto per te, insieme a te, ma non so se ce la posso fare. Ti prego soltanto di non farmi troppo male perché ho già una tua spina nella mia mano"
Mi metto seduto sul letto, con gambe incrociate di fronte al suo viso.
"Lo sai che se mi tieni la mano inevitabilmente le mie spine pungeranno la tua"
"Lo so, ma io voglio tenertela quella mano"
"E tu devi farlo, perché se non me la tieni mi distruggo" dico con voce rotta. Ed è vero. Se lei non c'è io sono perso. E cazzo, lei e il rap sono l'unica cosa che ho.
"Non permetterò che tu lo faccia" dice prendendomi una mano e baciandola. È così bella.
"Ci tengo tanto a te, Jen"
Sento di averle detto Ti amo adesso, anche se non l'ho fatto.
"Anche io" dice mentre mi lascia la mano e si sistema nel letto. La fisso attentamente concentrandomi sul suo viso stanco ma allo stesso tempo vivo.
"Che ne dici se ci mettiamo a dormire?" domanda sorridendomi "Domani mattina mi accompagni in ospedale? Tolgo il gesso" continua.
"Certo che ti accompagno"
Mi stendo accanto a lei e allungo il braccio per avvicinarla a me.
Mi addormento così, con lei al mio fianco e la felicità in corpo.

Attraverso le tende grigie appese alla finestra della camera, filtra la luce del sole che irrita le mie palpebre ancora chiuse. Apro gli occhi lentamente e mi accorgo che Jen non è più a fianco a me. Mi metto seduto poggiandomi sullo schienale del letto e nello stesso momento Jenny compare di fronte a me.
"Buongiorno" dice avvicinandosi e lasciandomi un bacio sulle labbra.
"Buongiorno a te. Che ore sono?"
"Le dieci"
"Cazzo, è tardi. A che ora dovevi essere in ospedale?"
"Alle undici per tua fortuna"
"Ma si può sapere perché di domenica?"
Ride e si siede sul bordo del letto, guardandomi.
"Chiedilo a loro, non a me"
La sua risata mi fa star bene.
"Appena ci andiamo lo farò"
Mi alzo dal letto e comincio a vestirmi. Mentre mi infilo i boxer mi ritorna in mente la notte passata con lei e sorrido da solo, come un deficiente.
"Sono contenta di togliere il gesso, mi pesa"
"E basta tacchi" dico infilandomi la maglietta.
Mi volto per guardarla e le rivolgo un sorriso.
"Sei bellissima" penso ad alta voce.
"Sono uscita a comprare la colazione prima. Vuoi mangiare?"
"Sì"
Ci dirigiamo entrambi in cucina, Jen mi porge una brioche alla crema e una tazza di caffè.
"Potrei abituarmici ad averti ogni giorno in casa e ad essere così viziato" le dico mentre sorseggio il caffè.
"Non ci sperare, ognuno a casa propria"
"Dirò a Tommi di trovarsi un altro appartamento"
Mi guarda con aria confusa. "Ma stai dicendo sul serio?"
"Ti sembra che stia scherzando?"
Mi alzo per poggiare la tazzina nel lavandino e mi avvicino a lei, prendendola per i fianchi.
"Non ti piacerebbe vivere con me?" le chiedo senza pensare, poi mi ricordo dei casini in cui mi trovo e mi allontano subito da lei, voltandomi di spalle.
"Scusa, sto correndo troppo" dico, anche se non è quello che penso.
"No, affatto. Mi piacerebbe, ma..."
"No Jen, è troppo presto. Lascia perdere" sospiro e chiudo gli occhi "Stavo scherzando" continuo.
"Okay" sussurra la ragazza "Vogliamo andare? Facciamo tardi altrimenti"
"Sì, andiamo"

Arrivati in ospedale, ci fanno entrare immediatamente in una stanza e ci fanno aspettare il medico.
"Ma come me lo toglie il gesso?" mi chiede Jen.
"Dovrebbe tagliarlo con qualche cosa" dico.
Deglutisce e si strofina le mani. Sorrido e mi giro di scatto verso la porta quando si apre e compare il dottore.
Il medico entra nella stanza strisciando i piedi e sorridendoci.
"Ah bene, è arrivato il momento di togliere il gesso vedo"
"Sì, finalmente" Jenny sorride al dottore e allunga la gamba.
"No, stenditi sul lettino" le suggerisce.
Per un attimo ho immaginato una scena orrenda che non voglio descrivere, poi mi sono auto-imposto di non pensare più stronzate del genere. Ho un cervello malato.
Il medico prende in mano una strana sega e la poggia sul gesso. Il rumore è quasi assordante ma sembra che non faccia alcun male. Jen guarda attentamente quell'aggeggio un po' spaventata ma non sembra che provi dolore.
Quando il dottore rimuove completamente il gesso, a Jen compare un sorriso e non posso far altro che essere felice per lei.
"Prova a muovere la caviglia e dimmi se ti fa male" le ordina il medico.
Jen fa quello che gli dice e scuote la testa tutta contenta.
"Perfetto, potete andare ma cerca di non sforzarla molto"
Usciamo dall'ospedale mano nella mano e montiamo in macchina.
"Finalmente, sono troppo contenta!"
"Anche io lo sono per te"
"Dovremmo festeggiare" dice.
"E come?"
"Andiamo a cena, stasera"
"Ma andiamo a ballare, quale cena"
"Okay andiamo a ballare!"
"Facciamo che ti riporto a casa, ti prepari, e poi vengo a prenderti stasera" le sorrido.
Ho delle cose da fare questo pomeriggio quindi meglio se la riporto a casa.
"Va bene" dice lasciandomi un bacio sulla guancia.
Questa ragazza mi manda il cervello a puttane anche solo con un bacio. Dev'essere amore.

Hello!!
Scusate per gli aggiornamenti un po' a minchia ma sapete già che la scuola non mi lascia respirare. Volevo farvi sapere che è tipo passato un anno da quando ho cominciato a scrivere questa storia. Sono contenta di come stia proseguendo e soprattutto che vi stia piacendo. Mi fa sempre piacere leggere i vostri commenti e i vostri messaggi. Ho cominciato a scrivere questa storia perché amo scrivere e amo la musica, il rap principalmente. Giorgio è stata la persona che mi ha dato il coraggio di farlo e ho voluto ringraziarlo scrivendo su di lui. Ricordo benissimo come mi tremavano le mani quel giorno, ero emozionata e mi vergognavo. Ma comunque, i primi capitoli, rileggendoli mi fanno veramente cagare quindi appena finirò la storia, andrò a riguardarli.
Per ora non posso far altro che ringraziarvi per tutto.
Passando alla storia: Fatemi sapere se il capitolo vi è piaciuto, il prossimo vi prometto che sarà più interessante!
Spero di riuscire ad aggiornare presto.
Bacioni.

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora