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Rileggo il messaggio più e più volte cercando di trovare un senso logico, che però non trovo. Voglio auto-convincermi che oltre ad essere ubriaco fradicio sia anche fatto, ma proprio non ci riesco. Questo è proprio pazzo.
Ignoro il messaggio e mi metto a dormire.

Stanotte non ho chiuso occhio. La scena di Rebecca e Giorgio che si baciavano mi tormenta. Una cosa positiva di questa mattina: non ho dato alla sveglia la soddisfazione di svegliarmi.
Mi preparo velocemente per andare a scuola, non sono in ritardo, ma è l'abitudine.

La giornata è cominciata bene. A scuola ho preso un due in Matematica e un cinque all'interrogazione di Scienze. Chiara mi parla ma non l'ascolto. Stiamo per prendere il treno ma qualcuno mi sta chiamando da lontano.
"Jenny ma cos'hai oggi? Ti stanno chiamando!" dice Chiara, strattonandomi.
"Sì, vado vado"
Cammino il più lentamente possibile perché non ho proprio voglia di vedere nessuno quindi spero che chiunque sia se ne vada.
"Finalmente!" Valerio mi rivolge un sorriso.
"Valerio, che ci fai qui?" chiedo stupita.
"Sono venuto a prenderti"
Cosa?
"Cosa?"
"Sono venuto a prenderti" ripete.
"Perché?"
"Ti devo dire delle cose, dai sali"

"Sono andato da Rebecca e le ho dato la possibilità di spiegarmi il perché ha baciato Gio" sospira "E non ha aperto bocca"
Rimango basita.
"Ma come? Non ha nemmeno cercato di scusarsi?" strillo.
"No" sorride, ma lo so che sta male.
"Non ha capito proprio niente allora!"
"Esattamente. Poi ho chiamato Giorgio, gli ho chiesto se potevamo vederci per discuterne"
"E lui?"
"Questo" dice mostrandomi le sue nocche ferite.
"Lo hai picchiato!"
"Già, stranamente non ha reagito ma ha detto che gli dispiace, quindi è tutto risolto con lui"
"Avete anche parlato spero, perché se risolvete queste cose prendendovi a pugni, non va affatto bene"
"Sì abbiamo parlato, era ubriaco, non sapeva quello che stava facendo e dice che è lei che si è buttata addosso"
Sospiro e rimango in silenzio. 
"Grazie per avermi ascoltato ma non sapevo con chi parlarne" dice quando ormai siamo arrivati a casa mia.
"Mi ha fatto piacere, se hai bisogno di sfogarti chiamami pure"
"Lo farò, grazie"
Scendo dalla macchina, ma Valerio abbassa il finestrino. 
"Ah, per tua informazione, Giorgio ha intenzione di venire da te" dice, poi sfreccia via.
Rientro finalmente a casa e mi preparo una camomilla. Non ho fame e ho bisogno di rilassarmi. Non so che cosa vuole Giorgio ma lo affronterò e dovrà spiegarmi che cazzo gli passa per la testa.
Mi faccio un bel bagno e passo il tempo ascoltando la musica. Voglio rimanere calma, voglio togliermi dalla mente il bacio di Giorgio e Rebecca.

Giorgio's pov.
Ha ignorato il mio messaggio e non la biasimo. Mi maledico per quello che le ho detto. Per non pensarci ho bevuto così tanto che quando Rebecca mi ha baciato non c'ho capito più un cazzo e ho ricambiato. Ecco perché voglio starle lontano: le faccio solo del male, anche se è l'ultima cosa che vorrei farle. Con Valerio fortunatamente ho chiarito, anche se mi sono beccato due pugni in faccia. Niente in confronto al dolore che ha provato lui, ne sono sicuro. Quando è andato via ho chiamato Giulio e gli ho raccontato quello che è successo. Continuava a dirmi che sono innamorato di Jenny, di non nasconderlo, di ammetterlo e di rassegnarmi a questa cosa. Non ha ancora capito che io non so che significa amare una persona. Mi ripeteva che lui lo sospettava già da tempo il fatto che mi fossi innamorato di lei.
Io non voglio farla soffrire, ma allo stesso tempo non voglio e non riesco a starle lontano. Se le sto vicino mi sento in colpa oppure sbaglio qualcosa, ma se non sono insieme a lei mi sento vuoto. Mi sento come mi sono sempre sentito.
È riuscita a colmare il mio vuoto? Una ragazza è riuscita a colmare il mio vuoto?
Sei innamorato.
Non sono innamorato, cazzo.
Ora mi trovo nella vasca con mille pensieri che mi tormentano la testa e tra poco andrò da Jen.
Voglio andare a chiederle scusa per come l'ho trattata ieri sera anche se immagino già la sua reazione.
E se mi chiederà perché mi sono comportato così non saprò cosa dirle, perché non lo so nemmeno io. L'unica cosa che so è che quello che le ho scritto per messaggio lo penso davvero.

Jenny's pov.
Sono comodamente seduta sul divano ad ascoltare la musica, quando in campanello suona. Respira.
Vado ad aprire e Giorgio, con aria molto strafottente, entra in casa e si accomoda sul divano.
"Come va?" mi chiede.
Questo è proprio deficiente.
Stai calma, non ti scaldare.
"Bene, a te?" domando sedendomi sulla poltrona che si trova di fronte al divano.
"Una merda"
"Valerio mi ha detto che ti ha preso a pugni"
"Mi ha tirato solo due colpi"
Lo osservo bene e noto un bel livido all'angolo delle labbra.
"Ma non è per quello che sto una merda" continua "È per quello che ti ho detto ieri sera"
Okay, adesso non gli urliamo contro ma cerchiamo di dialogare civilmente.
"Lascia perdere, una cazzata"
"Una cazzata quello che ti ho detto"
"Non proprio" dico a bassa voce.
Serra la mascella.
Dannata mascella che mi fa impazzire ogni volta. Osservandolo meglio noto la sua maglietta nera così aderente che risalta il suo bel fisico e il cappellino che gli schiaccia la cresta che adoro spettinare.
"Invece sì" risponde.
Lo fisso negli occhi, sorridendogli. Lo so che è un idiota ma lo amo.
"Sei bellissima" dice con un filo di voce.
Non voglio che ora ritiri quello che mi ha detto, tantomeno che se ne vada, quindi la cosa migliore che mi viene in mente di fare è quella cambiare argomento.
"Ho fame e non ho pranzato" dico.
"Hai qualcosa in frigo?" chiede.
"No"
"Ordino la pizza"
Si allontana per chiamare e io ne approfitto per sorridere come un'imbecille al muro ripensando a quello che mi ha detto.
"Arrivano tra poco, ti va se dopo usciamo a prendere un gelato?"
"Volentieri"
"Jen, ce l'hai ancora con me? Ti giuro non era mia intenzione offenderti, nemmeno pensavo quello che ti ho detto" abbassa lo sguardo e si fissa le scarpe.
"Non fa niente, anche se lo pensavi non avevo il diritto di arrabbiarmi così, pensandoci ero davvero noiosa" rido, lui si limita a sorride. Sta cercando di controllarsi.
"Hai da bere almeno?"
"Solo acqua"
"Va bene lo stesso"
Si reca in cucina per bere e torna con due bicchieri di vetro e la bottiglia d'acqua.
"Brindiamo a noi?"
A noi.
"Cin cin" dico per poi bere quella semplice acqua che in quel momento mi parve la cosa più buona del mondo.
La pizza arriva e noi mangiamo tranquillamente, ridendo e scherzando. Sono questi i momenti che preferisco, non mi piace litigare con lui ed è tutto così bello quando siamo tranquilli. Potrei passare il resto della mia vita in questo modo.
"Alza quel culo e andiamo a prendere il gelato" dice prendendo le chiavi della macchina e aprendo la porta. Non rispondo ma esco e salgo in macchina.
Dopo aver preso il gelato e aver fatto una passeggiata per le vie di Roma, Giorgio mi accompagna a casa.
"Buonanotte Gio, ci vediamo" dico
prima di scendere dalla macchina.
"Buonanotte" dice, poi mi lascia un bacio sulla guancia.
Rientro a casa, accendo il cellulare e mi ritrovo una chiamata persa da Valerio. Lo richiamo.
"Vale che c'è?"
"Sto male" dice con voce tremante.
"Che hai? Non farmi preoccupare"
Sento un forte rumore, poi il silenzio ed infine attacca.

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora