48.

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Sono passati ormai dieci minuti da quando Giorgio ha chiamato Valerio. Gli ha raccontato tutto e per fortuna si è solo preoccupato per me, anche se sono sicura che quando mi riprenderò mi chiederà delle spiegazioni. Sono ancora per terra e mi maledico per aver indossato quei dannati tacchi.
Giorgio sembra pensieroso, però deciso di rompere questo silenzio.
"Giorgio..." dico, ma poi mi fermo non sapendo cosa dire.
"Si?"
"Non so...parliamo di qualcosa"
"Non saprei cosa dire"
"Nemmeno io"
"E allora restiamo in silenzio" replica ridendo.
"Simpatico" ribatto mentre lui mi si avvicina sempre di più e mi accarezza il viso, lo lascio fare e chiudo gli occhi per rilassarmi.
"Mi dispiace per la caviglia"
"Non avrei dovuto mettere quei stupidi tacchi, non fanno per me"
"Se non sbaglio non ti avevo mai vista con i tacchi" dice sedendosi sull'erba, vicino a me.
"Li avrò messi due volte al massimo, quindi non credo" mormoro fissando quelle maledette scarpe.
"Direi che sarebbe il caso di buttarli nella spazzatura" dice, poi si volta di scatto come se abbia sentito qualcuno. Lo guardo confusa ma non intervengo, porto la mia mano sulla sua che in questo momento si trova sulla mia caviglia, ha un sussulto poi abbassa lo sguardo sulle nostri mani.
"Che succede?" sussurro al suo orecchio, lui non dice niente ma noto molta agitazione da parte sua.
Ritira la mano velocemente e si alza. Fa avanti e indietro senza dire niente, io rimango ad osservarlo cercando di capire perché si comporta così.
Credo che si senta osservato dato che ogni tanto si gira a guardarmi e mi rivolge un sorriso piuttosto tirato.
"Gio ma si può sapere che hai? Fermati un attimo" domando ormai seccata.
"Aspetto Valerio" mi risponde schioccandosi le dita, poi si siede di nuovo a terra, stavolta abbastanza lontano da me.
Non mi sta evitando, vero?
"Finalmente, mi stava venendo il mal di testa" esagero.
Come suo solito, rimane indifferente.
C'è buio e non riesco a capire adesso dove sia dato che non parla e si è appena scaricato il mio cellulare con il quale stavo facendo luce poco prima.
"Gio?" lo chiamo. Devo ammettere che stare da sola qui mi spaventerebbe, specialmente adesso con una caviglia infortunata.
"Sono qui" bisbiglia, poi avverto il tocco della sua mano sulla coscia e caccio un urlo che blocco all'istante con la mano.
"Fai luce col tuo cellulare per favore?" gli chiedo con gentilezza.
"No, si sta meglio così" mi sussurra nell'orecchio sporgendosi in avanti.
Io odio quando mi sussurra nell'orecchio. Respiro rumorosamente e sento il cuore uscire dal petto.
"Giorgio io ti devo dire una cosa" dico facendo uscire quel poco fiato che mi è rimasto.
Io voglio confessargli tutto, adesso.
Non mi importa delle conseguenze. Lo so benissimo che lui non sente quello che sento io ma dovrà pur sapere che mi piace. Di certo non mi lascio baciare da lui perché mi diverto.
Ho intenzione di dimenticarlo ma devo liberarmi di questo peso.
"Dimmi pure, ti ascolto"
"Ecco, non so come dirlo" mi gratto la testa.
"Avanti, mica ti mangio" esclama ridendo.
Sento un masso nel petto che non mi permette di respirare correttamente ma non posso stare zitta proprio adesso.
"Allora? Ci sei ancora?"
"Sai, ci conosciamo da quattro anni ormai, anni in cui non ci siamo mai parlati ad eccezione di questo e non so nemmeno come sia successo che io e te ci siamo avvicinati così tanto da diventare quasi amici, anzi, senza il quasi. Sono successe tante cose in questi mesi e ogni giorno che passava mi convincevo di una cosa. Una cosa che non ti ho mai detto, ma che ho intenzione di dirti, adesso" dico tutto d'un fiato.
"Dovrei spaventarmi? No, perché davvero non capisco"
"Non devi spaventarti"
"E allora parla dai, mi stai facendo salire l'ansia" dice allontanandosi un po' da me.
"Ansia? E perché mai?" chiedo stupita.
"Perché sì, ma non sviare il discorso" risponde leggermente irritato.
"Non stavo sviando il discorso, era solo curiosità" mormoro cercando di essere il più convincente possibile. Ho perso il coraggio, ora vorrei solo che il principe Valerio arrivasse e mi salvasse, come ha sempre fatto.
Le sue mani afferrano le mie e si avvicina sempre di più fino ad appoggiare la sua fronte sulla mia. Sento il suo respiro affannoso che si mescola col mio. I nostri cuori battono entrambi velocemente. Il silenzio è tombale che quasi fa paura, il cielo sembra ricoperto da un telo nero e mi dispiace non poterlo guardare negli occhi in questo momento, anche se da una parte mi fa sentire più tranquilla. Faccio appello al massimo del coraggio di cui sono dotata e sussurro lentamente: "Giorgio, tu mi piaci".
Non posso vedere i suoi occhi, non posso vedere la sua reazione, non posso sapere se ha sorriso oppure se ha fatto una smorfia di disgusto.
L'emozione sta giocando proprio adesso brutti scherzi, nonostante sia riuscita a dirgli che mi piace senza prima svenire o senza aver avuto nessun attacco di panico, involontariamente una lacrima scende rigandomi il volto.
Giorgio ritira una mano e col pollice mi asciuga la lacrima.
Non chiedetemi come l'ha vista. Forse intuizione?
Ho paura di quello che mi dirà.
"Jenny, ascoltami" dice con la sua solita freddezza "Tu stai con Valerio" continua schiarendosi la voce.
"Oh sì, lo so, io non voglio... io voglio stare con lui"
"E lui vuole stare con te" dice.
"Io voglio dimenticarti Gio, tu mi fai male" dico sicura di me e della mia decisione "Volevo solo togliermi questo peso, dicendoti la verità" ammetto.
"Capito"
Beh mi aspettavo una riposta almeno più completa. Dopo tutta la fatica che ho fatto per dirgli quello che sento mi risponde con un Capito? Mi da fastidio il suo comportamento. Mi da fastidio la maggior parte delle volte, forse sempre.
"Non hai niente da aggiungere?"
"Credo di no"
"Va bene"
"Jen, non fai per me, ti voglio bene davvero tanto, ma farai la cosa più giusta se continuerai la tua storia con Valerio. Lui è quello giusto per te. Lui ti merita. Ti tratta bene, non ti fa soffrire"
Accidenti, che parole.
"Sì, lo penso anche io" dico, poi Giorgio fa scivolare la mano sul mio braccio che subito ritraggo.
"Adesso che ti prende?" chiede.
"Niente, solo che... mi aiuti ad alzarmi?" domando cambiando discorso.
"Non credo sia una buona idea"
"Mi aiuti o faccio da sola?"
"Ti aiuto, ti aiuto" risponde ridacchiando.
"Piano!" grido non appena mi solleva.
"Sto facendo piano, sei tu che non ti stai ferma" mi dice "Dammi la mano destra" mi ordina.
Sembra quasi che non gli abbia confessato proprio niente. Tutto come prima.
Faccio quello che mi dice ma al posto di rimettermi in piedi tira il braccio verso di sé facendomi cadere proprio su di lui.
Mentre lui se la ride io ho storto per la seconda volta la caviglia e il dolore è quasi insopportabile.
"Merda" dice quando di accorge di avermi fatto male.
"Chiama Valerio, di nuovo!" grido in prenda al panico.
"Sì, scusami, io non volevo"
Grido per il troppo dolore e poso la fronte sulla spalla di Gio.
Sembrerà un parto.
"Stai calma, Valerio non risponde ma sarà qui a momenti" dice mentre mi accarezza la spalla.
"Il dolore sta diminuendo" gli dico alzando la testa e portandomi una mano sulla caviglia.
"Non volevo farti male piccola"
Questo nomignolo detto da lui mi fa impazzire.
Ti ha detto esplicitamente che sevi dimenticarlo, sei stupida?
"Lo so, volevi giocare un po', come sempre"
"Sto giocando troppo con te"

Bene, possiamo dire che Jen si è rivelata abbastanza coraggiosa? Sì, lo diciamo.
Cosa ne pensate invece del comportamento di Giorgio?
Come andrà a finire secondo voi?
Fatemi sapere come sempre se vi è piaciuto e spero di poter aggiornare presto. La scuola già mi distrugge e siamo solo all'inizio.
Basta, ho finito.
Baci, baci.

Non NasconderloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora