Capitolo 2 💘

11.2K 426 80
                                    

Io gli stavo facendo perdere tempo, ma senti questo.

Di fretta e furia me ne andai e si, presi anche la mia Coca-Cola.
Non gli avevo chiesto io di pagarla, ma dato che il signorino aveva fretta.

Me la sarei sbrigata da sola, comunque.
Non avevo bisogno del suo aiuto.

Torno a casa, con mio fratello, un altro simpaticone.
Nessuno ha aperto bocca durante il tragitto.

Arrivati a casa, mia mamma mi chiede le solite cose.
Com'è andata, cosa ho fatto, cosa non ho fatto.
Domande frequenti, per la maggior parte degli adolescenti.

Oramai rispondo sempre alla stessa maniera, mi secco a raccontare per filo e per segno la mia giornata e poi non è successo nulla di che.

Il giorno dopo racconto del mio incontro di ieri alla mia amica Simo che si fa due risate, alla faccia mia.

Per fortuna non ho più visto il tizio di ieri.
Temevo che fosse della zona ed avrei potuto trovarlo in giro.

Simo mi ci ha fatto riflettere, se non fosse stato per i suoi modi, si, era un bel vedere.

Per quel che avevo visto, i muscoli delle spalle ben evidenti e pompati.
Il colori dei capelli e degli occhi chiari.
I tratti del viso solitamente dei paesi nordici.

Senza che io volessi, quando chiudevo gli occhi, vedevo il volto di quel ragazzo.

Perché?
Insomma, ci siamo visti una sola volta e si è comportato come uno stronzo.
Quindi non capisco il motivo per cui debba ricordarmi il suo volto o almeno pensarci.

Non dico niente alla mia amica rossa, solo perché lei è fissata con l'argomento fidanzato e amore, non farebbe altro che fare allusioni infondate e assurde.

Altri due giorni trascorrono nella più totale apatia e monotonia.

Oggi, finalmente, prendo l'autobus.
Certo, le ascelle sudate e le persone puzzolenti, non sono esattamente invitati, ma quanto meno potrò evitare di sentire le urla di mio fratello.

A salvarmi la vita, ci sono le mie cuffiette, adorate, devo solo trovarle.

Mentre mi dirigo verso la fermata, a pochi passi dal mio liceo e frugo nello zaino, mi scontro contro qualcosa.

Dio, il palo, non è possibile.

Indietreggio, posando la mano sulla fronte, come ad attutire il dolore.

"Ahi!"
Mormoro.

Alzo la testa per vedere quale ragazza di palo abbia preso, conosco bene la zona, non ricordo che qui ci fosse qualcosa di simile.

Merda, il tizio della Coca - Cola.
Ma sai, forse è meglio così, gli torno quanto gli devo e saluti.

"La ragazzina del panificio"
Ragazzina a chi bello.
Io ti metto al tuo posto in un nano secondo.

"Senti cosino, non mi chiamo così e soprattutto non mi è permesso perdere tempo con gli sconosciuti"
Dico, sapendo già di essere a tanto così dal perdere le staffe.

"Uhuh, paura"
Mi risponde prendendosi gioco di me, si stringe fra le sue braccia ed agita le mani come se avesse freddo.
Adesso sta iniziando a rompere, faccetta  d'angelo.

Però è bello.
Ha un bel visino.

"Senti, tieni questo e arrivederci"
Durante la pausa avevo preso una merenda alle macchinette, lasciando nel taschino dei jeans un euro.
Prendo la moneta e la lascio nel palmo del bolide qui.

" Ed ora, pardonne-moi, ma non posso proprio perdere tempo.
Ciao ciao"
Sventolo la mano soddisfatta della mia frecciatina.

"Asociale, non ho bisogno delle tue briciole"
Mi sorride, mi impedisce di andare avanti e mi porge quella moneta.

"Ed io non avevo bisogno delle tue.
Hai sbagliato proprio persona"
Con me ha trovato pane per i suoi denti.

"Facciamo così, ci prendiamo qualcosa da mettere sotto i denti, mi riempi di insulti e la smetti di pensare a me.
Affare fatto?"
E questa non me la posso perdere, gli farò cadere la faccia.
Non solo antipatico, pure presuntuoso.

Non è questa gran bellezza.
Ed io non penso tutto il giorno a lui.
Stringo la sua mano destra.

"Nicolas"

"Giulia"

Che ve ne pare?❤️

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora