Capitolo 43

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Così abbiamo fatto pace.
Tutto merito di Ingrid.
Dovevo capirlo meglio...non andarci addosso...anche se tramite telefono.

Gli ho chiesto se si sa quando torna.
Ma ancora non ci sono notizie.

Io continuo a sperare e lo farò fino a quando non ci sarà una buona notizia.

Ora senza dubbio mi sento molto meglio, però non so se ho fatto bene.

Non mi sarei mai aspettata di sentirgli dire quelle cose....neanche immaginavo che le pensasse.

Lui non è quello che dice o crede.
Lui è molto meglio.

Farò di tutto per dimostrarglielo, deve accorgersene...quando gli ho raccontato questa parte a Ingrid...ha fatto un leggero sorriso.

Io stranita e curiosa...le chiesi perché rideva.
Ero anche irritata, pensavo ridesse di Nicolas....non solo è sua sorella...non solo mostra quel leggero sorriso davanti a me.

Ovviamente non le ho urlato contro.
Non sono down.

Però mi ha fatto sentire stupida.

Perché?
Beh...lei mi aveva risposto dicendomi che non era la prima volta che qualcuno le riferiva quelle parole...anche Nicolas stesso glielo aveva detto.

Anche lei aveva provato a parlare a fargli capire che ci sono pochi come lui, ma quando uno è testardo, c'è poco da fare.
Tutto ciò che potei fare era stato annuire, anche per nascondere ai suoi occhi il mio imbarazzo, sentendomi terribilmente infantile e stupida.

Però, mi disse anche che lei credeva in me.
Spera che io possa riuscire in quello, dove lei ha fallito.

Non mi ho mai sentito tanto responsabilità e orgoglio insieme.
Ma non solo, anche speciale, preziosa.

Chissà se lo sono per lui.

Il campanello interrompe il magico momento.

Credo che avessi una brutta cera, o che si potesse intuire dalla mia faccia....ero quasi sotto shock.
Forse i troppi pensieri si stavano accumulando....mandano in tilt il mio sistema nervoso.

Sento due voci, una femminile e un'altra maschile.
Erano senza dubbio le pizze.

A confermare la mia teoria è Ingrid che torna con due cartoni, con all'interno le rispettive pizze.

"Aspetta ti do una mano"
Mi alzo dal divano e la aiuto a sistemare il tutto.
Taglio le pizze e sistemo i cartoni davanti ai nostri posti.
La ragazza prende le bibite.
Chinotto e aranciata chiudono il tutto.

Iniziamo a parlare di pettegolezzi femminili, gossip, fino a quando non arriviamo alle domande personali.

"Come va a scuola?"
Addento la fetta di pizza.
Prima di rispondere mando giù il pezzo.

"Bene, abbiamo un nuovo compagno di scuola.
Si chiama Lorenzo.
Un ragazzo normale, o che almeno sembra normale.
È arrivato solo tre o due giorni fa, non ci conosciamo bene, però stiamo iniziando"
Bevo del chinotto.

"Ahhh....la piccola Giulia conquista cuori"
"Ma non è vero!"

Io e Lorenzo....ma per favore.
Siamo solo amici?!
Ancore, a mio parere è troppo presto pure per definirci amici.

"Contenta tu....io però ti ho avvisata"
Riprende a mangiare.

"Sisi....mangia va...non vorrei che lo lasciassi morire di fame"
Alludo al bambino.

Lei sbuffa e bevendo, incomincia ad accarezzare il ventre gonfio.

Finito di mangiare, sistemiamo tutto e augurandoci la buonanotte, andiamo a dormire.

Alla fine sono andata a dormire nella camera di Nicolas.
Era buio e così non ho visto molto, anche perché non era il mio intento, non ancora.
Crollai nel mondo dei sogni, non appena toccai il letto che aveva il suo stesso profumo.

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora