Capitolo 64

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Partimmo e ci avviammo verso una base, diversa da quella della volta scorsa.

Ingrid sa dove si trova, infatti è seduta vicino a mio fratello che sta guidando, per dargli indicazioni.

Seduta dietro, metto le cuffiette e mi lascio trascinare nel mondo perfetto, nel mio mondo perfetto.
Senza paura, preoccupazioni.
Il battito cardiaco rallentare, fa male il petto, ma non voglio dargli importanza, sarà per l'emozione.

Continuo a guardare fuori la finestra, rilassandomi.
Fino a quando sento un contatto nel mio ginocchio.

"Siamo arrivati, vuoi scendere ora o dopo?"
Dice con quella sua dolcezza incredibile.

Non mi sento, voglio prepararmi psicologicamente.
E poi mi sento come se qui fossi al sicuro, sicuramente dopo cambierò idea, ma non ora.

"Non ora...."
Rispondo, ritornando alla posizione precedente.

"Meglio lasciarla sola"
Sussurra la ragazza all'orecchio di mio fratello, non voleva farsi sentire, missione fallita.

Loro scendono, chiudendo poi gli sportelli, rimangono vicino alla macchina.

Faccio partire la canzone Scusa di Izi.

È incredibile quanto queste parole, possano essere così simili a quello che sto vivendo.

Qualche minuto dopo mi stanco e scendo, avvicinandomi a Ingrid e Riccardo.

"Tutto bene?"
Domanda mio fratello, mettendosi di fronte a me.
Mi sono seduta sul davanti della macchina, con le gambe incrociate.

"Credo di si"
Rispondo incerta, senza guardarlo negli occhi, non voglio vedere nessuno, ho paura di crollare.

Annuisce e si allontana.

Inizio a guardare ossessivamente l'orologio, non resisto più!
Prima volevo aspettare, prepararmi e ora voglio velocizzare il tutto.

Gioco con le dita, facendomi male e sentendole doloranti.

Sbuffo sonoramente, poi fischio, dopo continuo ad ascoltare la musica.....l'unica mia pausa.

"Giulia, manca poco"
Esulta saltellando Ingrid, affermando il mio braccio e trasciandomi verso una zona che prima era off limits.

Ci segue Riccardo, senza fiatare.

Sorrido a ciò che ha detto la ragazza col pancione.

Finalmente!
Penso.

La tensione mi sta uccidendo.
Continuo a guardarmi intorno, notando solo adesso che non siamo soli, ci sono bambini piccoli, signore, ragazze incinte e uomini.

Loro a differenza mia sorridono, come pochi fanno.
Li invidio, perché io non posso essere così?

Cosa c'è che non va in me?

Abbasso la testa, pensando.
Ma vengo interrotta da un rumore assordante.
Istintivamente metto le mani sulle orecchio, cercando di ovattare il frastuono.

Non ci vuole molto a capire che il momento è arrivato.

Nicolas è tornato a casa.

Rimango così per cinque minuti, lentamente distacco le mani dai timpani, con la medesima lentezza alzo la testa.

Tutti i militari escono dall'aereo o quel che sia.

Io e Ingrid cerchiamo Nicolas con lo sguardo, senza trovarlo, sono tutti uguali!

Noto solo adesso un ragazzo col braccio ingessato, ammaccato.
Nicolas.

Le lacrime iniziano a farsi strada, corro senza dire niente e gli salto addosso abbracciandolo.
Mi sento in paradiso.
Averlo di nuovo qui con me, non può avere paragoni con nulla.
Ma vedere com'è ridotto, ti distrugge.

Nascondo il viso nell'incavo del suo collo.

"Sei un stupido!
Perché non me lo hai detto subito!"
Gli avevo chiesto se qualcosa non andata e lui mi aveva detto che era tutto apposto.
Perché mi ha mentito?

A questo voglio pensarci dopo, ora voglio solo stare così, attaccata a lui, finalmente felice.

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora