Capitolo 96

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Oi!
Salve gente!
Come va?

Io male!
Comunque, non vi annoio.

Una ragazza mi ha chiesto un favore.
@RISPOLIGIADA.

ALLORA "AMAMI LO STESSO".
La sua storia inizia con una ragazza che farà conoscenza con uno scorbutico ed anche sordo secondo me, ovvero il loro vicino di casa.
La ragazza ovviamente respinge il ragazzo, e devo dire che i loro litigi sono alquanto divertenti.
Beh, come sempre dall'odio nasce l'amore.
Che vi posso dire di più.
Leggetelo, potrebbe non piacervi, ma ne dubito, ma se vi piacerà non ve ne pentirete.

Buona lettura!
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Rimaniamo lì ancora un'oretta circa.

E quando salutiamo il proprietario della casa, esulto in silenzio.

Non né potevo più!
I grandi parlano delle stesse cose: tasse, politica, macchine, calcio.

Cose che mi fanno morire dalla noia, che magari conosco o ne so qualcosa, ma che non mi interessano minimamente!
Mi addormento in piedi praticamente.

Con loro è stata la stessa identica cosa.
Hanno parlato solo di: lavoro, sport, addestramento e di quella cosa che io non sapevo, quella cosa personale di Giovanni.

Ho qualche dubbio su quanto sia personale, Nicolas ha detto che sul posto di lavoro lo sanno tutti.
E.. anche questo è vero.

Stringo la mano al mio ragazzo che ridacchia.

"Per caso ti sei annoiata?"
Domanda retorica.
Lo capisco dal suo tono e anche dai suoi occhi strizzati e scherzosi.

Per fargli percepire il messaggio, fingo uno sbadiglio, coperto dalla mano.

"No, che dici"
Lo prendo in giro stiracchiandomi.

Ho un flash e ritorno seria, perché la situazione lo richiede.
"Ma perché sei venuto a prendermi tu da scuola?"
Domando, mentre camminiamo.

Io lo guardo, lui invece assottiglia lo sguardo e per poco non mi rompe qualche dita, stringe notevolmente la presa.

"Ho capito, ma così mi rompi la mano"
Lo richiamo.
Stringo a mia volta la sua mano ed allento la presa.

Tiro un sospiro di sollievo e strofino la zona indolensita, ed anche rossa.

"Scusa,  non volevo"
Risponde con tono freddo e dispiaciuto.
Ma continua a guardare avanti a se come se volesse uccidere qualcuno.

"Perché sei spaventato?"
Domando esaminandolo meglio per capire cosa lo possa mettere così in agitazione.
Cosa lo possa preoccupare così tanto.

"Io?!
Spaventa?!
Pf, no!"
Mente spudoratamente, come se lui non possa avere paura.

Gli faccio un cenno, voglio la verità, non importa se dolorosa o meno, non sono piccola, posso reggere qualsiasi cosa.
Il peso delle cose mi da la forza di sopportarle e di diventare più forte.

"Io non ho paura, allora sputa il rospo"
Mi paro davanti a lui, per farlo smettere di girarci intorno, così mi innervosisce ancora di più.

"Riccardo mi ha raccontato tutto"
Non so come, ma divento subito debole, non mi sento più le spalle e l'angoscia inizia a prendersi possesso di me.

Cosa starà pensando?
Che ho bisogno di pietà?!
Di affetto?!

"E allora?"
Domando arrabbiata ed incrociando le braccia all'altezza del petto, sento il mio cuore battere all'impazzata e non ho ancora detto o fatto niente.

Ma già la situazione mi rende abbastanza nervosa.

"Come stai?"
Si avvicina e mi accarezza la guancia.

"Smettila di girarci intorno!
Tu mi devi dire qualcosa"
Mi fermo salutando odio da tutti i pori.

"Non ho bisogno della tua compassione.
Sono abbastanza forte da farcela da sola"
Lo fisso dritto negli occhi, in modo che il messaggio arrivi e rimanga ben impresso.

Ma voglio anche affermare che anche io posso essere forte e matura quanto lui se non di più.

"Hai ragione, me ne dimentico sempre"
Ritorna a sorridermi con occhi che mi trasmettono pietà e tristezza.

"Per un po' starai da me, tuo fratello mi ha parlato e alla fine abbiamo preso questa decisione"
Riprende a camminare.

Provo a capire il perché, ma non trovo alcun connesso.

"Perché?"
Lo fermo di nuovo.

"Perché abbiamo deciso così"
Si impone con tono duro e deciso.
Mi lascia indietro stupita, camminando sicuro davanti a se, senza voltarsi.

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora