GIULIA'S POV.
Lo odio quando si comporta così!
Sembra un bambino di due anni e credo si capisca facilmente che detesto le persone:
egoiste, vanitose, quelle che si sentono superiori ad altri, quelle che criticano.
Ma sopratutto... i bambini ignoranti.
E non intendo i bambini di tre anni, ma i ragazzi della mia età, se non più grandi che fanno i capricci, quando dovrebbero comportarsi da persone degne di essere chiamate "esseri umani".
I maschi credono che avere soldi, bel fisico e tante ragazze ai loro piedi li renda persone migliori o superiori di altri.
Le ragazze invece pensano che mettendo magliette strette, scollature e sbattendo quelle belle ciglia completamente immobilizzate dai venti strati di mascara, chiunque possa cadere ai loro piedi e si sentirsi più belle e popolari di altre.
Chissà magari non tutti saranno così per loro scelta, forse lo fanno perché gli amici che gli stanno intorno, non sono veri come dicono e se non fanno determinate cose.
Basta prima che divento una criticona anch'io.
L'autobus si ferma davanti ai miei occhi, mi alzo e Lorenzo mi segue a ruota.
mi siedo verso gli ultimi posti e ovviamente per darmi ancora sui nervi, si siede accanto a me.
Perché non capisce che non mi deve stare così appiccicato, non sa quand'è il momento per ogni cosa.
Continuo ad ignorarlo e chiudo gli occhi quando inizio a sentire la forte e allegra musica di "Rockabye" il mio telefono sembra avere una coscienza e sapere cosa fare per farmi distrarre, o farmi calmare.
Quando sono triste provo a spronarmi l'animo con questo genere di canzoni.
"Senti smettila di comportarti come se fossi la ragazza che ha sempre ragione!
Pensi sempre di avere ragione, di essere la più brava e quella con le palle, ma sai una cosa se qui c'è una bambina viziata quella sei tu"
Tira via una mia cuffietta dal mio orecchio, per permettermi di sentirlo.
Non so perché... ma sono rimasta zitta e ferma... non è da me.
La mia testa scatta verso di lui, avrei voluto fulminarlo con lo sguardo, ma non ci sono riuscita.
Già si era alzato per andarsi a sedere nei primi primi posti dalla fila opposta.
Decisi di non pensarci troppo, non ritenevo fosse il posto giusto per farlo.
Ritornai attenta alla canzone che era cambiata.
Ci ignorammo per tutto il tempo, ogni tanto però il mio sguardo cadde su di lui che guardava tutto il tempo fuori dal finestrino, col mento poggiato sulla mano chiusa in pugno e lo sguardo corrucciato e fisso.
Quando l'autobus si ferma e noto che devo scendere, Lorenzo era ancora là.
"Sono a casa famiglia!" urlo come sempre, ma con lo sguardo basso.
Sussulto e poso la mano sul petto quando mi si para davanti la figura minacciosa e fredda di Riccardo, con le braccia incrociate e il viso cupo.
"Ti avevo detto di tornare a casa subito!" urla rimproverandomi.
"Calmati!
Non è colpa mia se l'autobus ha fatto tardi" contrabatto ed infastidita dal suo comportamento vado in camera.
E pensare che volevo chiedergli se secondo lui, le parole dette da Riccardo fossero vere.
Magari ha avuto una brutta giornata, boh!
Vedrò se più tardi si sarà calmato altrimenti se lo scorda che io gli parli.
Ripenso alle parole di Nicolas, o meglio alla raccomandazione di Nicolas.
Prendo il telefono e gli scrivo che sono a casa, sana e salva.
Sbuffo e mi butto di schiena sul letto.
Mi rialzo quasi subito, e inizio a fare i compiti, almeno mi distraggo, l'unica cosa buona che fanno questi cosi inutili e rovina giornate.
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Un amore impossibile. {IN REVISIONE}
Teen FictionL'amore non ha età. L'amore se vero, sopravvive a qualsiasi difficoltà, soprattutto alla distanza. Ma è effettivamente così? Un uomo realizzato, con un forte senso del dovere, una famiglia sulle spalle. Una ragazzina in piena crisi adolescenziale, a...