Capitolo 6 💘

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GIULIA'S POV.

Il conducente imbocca la prima a destra.
E mi si presenta la scena peggiore, quella che non avrei mai voluto vedere.

Mio fratello che mi riconosce ed agita la mano destra, salutandomi.

"Merda!"
Impreco, mentre mi sistemo sul sedile del passeggero.

"Che succede?"
Mi chiede, preoccupato il ragazzo accanto a me.

"Quello
Lo vedi quel tizio li?
È il mio problema, grande, grandissimo, enorme.
E indovina è anche mio fratello"

"Ah e che problema c'è?"
Ma è cretino tanto i tantissimo?

"Ah beh certo, io sono in macchina di un ragazzo, uno sconosciuto e mio fratello mi becca.
Dove sta il problema, devo essere una paranoica"
Dico scimmiottando la sua voce e lasciando andare il mio nervosismo, prendendomela con lui.

"Primo:non parlo così.
Secondo:sta tranquilla, fammi fare.
Tu respira e prova a sembrare normale, una volta tanto"
Effettivamente, mi placo.
Ma dovrei fidarmi delle sue doti da attore, barra bugiardo?

"Ci proverò"
Dopo lo guardo negli occhi e capisco che è troppo tranquillo.

"Cos'hai in mente?"
Inizio ad avere i miei dubbi.

Resta in silenzio, alzando il pollice della mano destra.
Dovrei continuare a fidarmi di lui.
Dovrei.

"Eh no, ora parli"
Gli urlo colta dal panico.

"Non farti vedere così da tuo fratello"
Mi immobilizzo all'istante, prendo un bel respiro.
Tutto sommato ha ragione.
Abbasso il finestrino alla mia destra.

"Ciao"
Dico.
Riccardo attendo qualche mia spiegazione.

"L'autobus non arrivava e lui, che è un mio amico, mi ha dato un passaggio"

"Perché non sali?"
Aggiunge Nicolas.

"Ti ringrazio"
Borbotta mio fratello per salire in macchina.
Scambio qualche sguardo con Nicolas.

"Non sei credibile nemmeno per un po', sei la solita impacciata"
Sussurra in pochi secondi.

Guarda te, devo essere persino rimproverata.

"Nicolas, piacere"
Si presenta il pazzo, lo fulmineo con lo sguardo.
Ha un autocontrollo invidiabile.

"Piacere Riccardo.
E quindi voi due siete amici?"

"Si, ci siamo conosciuti a scuola.
Ho preso il diploma l'anno scorso"
Aggiunge il militare, inventandosi qualcosa di plausibile per la differenza d'età.

"Infatti sembri più grande
Vai all'università?"

Ma perché non chiude il becco, porca zozza.

"No, lavoro"
Nicolas per fortuna, è bravo a mentire.

Tempo qualche secondo e raggiungiamo casa.

Ci salutiamo, mio fratello lo ringrazia e fortunatamente, ognuno per la sua strada.

Quando entriamo in casa, sono pronta psicologicamente ad una lavata di testa.

Contrariamente da ogni mia immaginazione, mi lascia tranquilla e lui si chiude in camera sua.

Una volta calata la sera non riesco a dormire, mi giro e mi rigiro sul letto.
Non c'è niente da fare.

Mi chiedo se quello che sta nascendo tra me e Nicolas sia giusto.
Insomma lui è più grande di me.
Io potrei essere un banale passatempo, un'illusa, la cretina di turno che si rincretinisce per uno qualsiasi.

Chissà quante volte mi avrà visto come una poppante insignificante.

Non so come e non so per quanto, fantastico ed immagino un ipotetico nostri futuro.
Una casa luminosa, non enorme, ma grande abbastanza per un cane e chissà due o tre figli.
Un giardino per giocare e passare le giornate soleggiate all'aperto.
Una nuvola nera, distrugge il mio entusiasmo.
Nicolas è un militare, è un lavoro non semplice.
Non potrò mai sapere cosa possa accadere in futuro.
Potrebbe accadere qualsiasi cosa ed io resterei da sola, ad occuparmi di tutto, senza sapere nulla di lui.

Lui potrebbe anche...
No, queste cose accadono nei film.
Ma chi prendo in giro.
Tantissimi militari perdono la vita.
Sono una fonte di amore e coraggio inesauribile, pronti a dedicare anima e corpo per il bene comune.

NICOLAS'S POV.

La faccia assassina ed impanicata di quella ragazzina, mi farà ridere per un bel po'.
Giulia, quella tipetta tutto pepe, mi piace, mi incuriosisce.

È passato tempo dall'ultima volta che mi son sentito così.

Però io non sono il tipo che sbava dietro le ragazze.
Preferisco stuzzicare.
E perché no, vedere reazioni forti.

Non è reato conoscere gente nuova, ma non una minorenne.
Soprattutto per uno che indossa la divisa.

Io ho provato a distaccarmi, ho provato a non cercarla, a non scriverle, a non pensarla.
Prima o poi i miei buoni propositi andavano a farsi benedire.
Altrimenti, mi cercava lei ed abbassavo le mie difese.

Che fare?
Beh, proviamo, facciamo un tentativo scherzoso.
Se tra venti minuti non dovesse scrivermi, io la lascerò stare.

Per evitare di controllare il telefono ogni secondo, decisi di ingannare il tempo con una bella doccia calda.
Saranno passati una decina di minuti.
Inutile negarlo, la prima cosa che feci entrando in camera da letto fu quella di guardare il fedele amico.

"Grazie per oggi, sei stato bravo.
Ma vedi di non farlo più.
Buonanotte"

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora