Capitolo 60

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"Andiamo a casa.
Mi sa che tra poco farà buio"
Interrompe questo momento magico la ragazza accanto a me, alzandosi.
La imito e dando un'ultima occhiata al posto, tentando di salvare questo ricordo e questa visuale, ce ne andiamo.

"Grazie Ingrid, sei una persona molto importante per me.
Mi fido di te e ti voglio bene"
Rompo il ghiaccio, mettendoci a braccetto.

Chiudo gli occhi, stanca.

"Anch'io.
Sono proprio contenta di averti accanto....in tutti i sensi"
Ridiamo insieme, dentro di me mi sento felice, qualcuno mi vuole bene, qualcuno che non sia Nicolas.

Il resto della strada, la passiamo in silenzio.
Arrivate a casa ci auguriamo la buonanotte e andiamo nelle nostre camere.

Le chiesi se aveva fame, ma disse che era molto stanca e preferiva andare a dormire.
Non mi prolungai più di tanto, anche io ero stanca.

Mi misi il pigiama, con una delicatezza estrema, aprì le lenzuola e con la medesima delicatezza, quasi come se avessi paura di rovinarle o di far perdere quel profumo così buono.

Una volta distesa, mi rigirai più volte nel letto, beandomi di quel profumo e di quel sogno.

Il letto era morbido, delicato, come un abbraccio, confortevole, caldo, bello.

Fece aumentare il mio battito cardiaco, l'immagine di lui coricato nello stesso letto.
Che cosa strana!
Io che detesto queste cose così sdolcinate....mi agito...consapevole che questa è la stanza di Nicolas....coricandomi nel suo letto.

Prima di chiudere gli occhi, con i quali stavo lottando per continuare a tenerli aperti, diedi un'occhiata al cellullare.

Stranamente non ricevetti nessun messaggio o chiamata.

Magari si sarebbe fatto sentire domani.

Sono troppo stanca per pensarci.
Poso il telefono nel comodino accanto a me e mi rigiro.

Chiudendo gli occhi, con l'immagine di me e Nicolas che ci baciamo e ridiamo.

Finalmente dopo tanto tempo felici.

So che lui ritornerà, ritornerà da me.

Ma quando se ne andrà di nuovo che succederà?

NICOLAS POV.

"Avanti!"

Mi riparo dietro delle macerie sistemando la mia arma.
Guardo un attimo, continuano a spararci addosso.

Merda!

Siamo pochi, siamo in svantaggio numerico.

Un mio compagno, mi fa segnale, lui a destra, io a sinistra.

Inizio a muovermi, il più silenziosamente possibile.

Un mio compagno si avvicina a me.

"Allora....che dici moriamo?"
Ride, sapendo che può succedere.

"Nah....io morirò quando mio figlio dirà per la prima volta papà....prima di allora non ci penso nemmeno"
Rispondo, stando attento e preparandomi.

"Io non lo so....voglio fare ancora tante cose.
Ma nulla che mi dia la forza"
Lo vedo abbattersi e se fa così, non né uscirà vivo.

Gli do un pugno sulla spalla, arrabbiato.

"Non dire così!
Sai anche tu che devi trovare qualcosa che ti dia la forza di andare avanti.
Pensaci!
Trovala!"
Lo incito aspettando la sua risposta.

"Vedere mia mamma guarire dal cancro!"
Dice con gli occhi lucidi Ivan.
Gli do una pacca e con coraggio....mi preparo insieme a lui per scatenare l'inferno.

Prendo un bel respiro, chiudo gli occhi e penso alle mie rocce.

Giulia, Ingrid e mio nipote.

"Forza!"

Un amore impossibile. {IN REVISIONE}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora